Bears, ora è crisi (Los Angeles Chargers vs Chicago Bears 17-16)

Doveva essere la domenica della rivalsa, ed invece è stata la domenica del tracollo definitivo.

A Chicago serviva una vittoria scaccia pensieri per ricucire lo strappo creatosi tra Trubisky e i tifosi, ma l’implosione del QB ha lasciato spazio solo a delusioni e critiche, molto severe.

Al terzo anno di attività un giocatore dovrebbe già aver mostrato tutto il suo arsenale, compreso di pregi e difetti, e se quello che abbiamo visto in queste 8 settimane di gioco non basta per mettere Mitchell Trubisky alla gogna, allora non saprei cosa altro possa servire. La sensazione è quella che Matt Nagy abbia perso il controllo dei suoi ragazzi e se a questo aggiungiamo il fatto che Eddie Pineiro si sia allacciato le scarpe al contrario, l’infuso per la disfatta è di quelli infallibili.

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La domenica di football nella città del vento finisce come inizia, con il kicker che aveva dato grandi speranze ad inizio stagione che sbaglia 2 calci fondamentali per i destini dei Bears che per una ragione o per l’altra restano appesi a un filo. A nulla serve lo sforzo della difesa che rimedia subito all’errore di Pineiro con Kyle Fuller che intercetta Philip Rivers sfiorando il pic-6. Trubisky si divora l’occasione d’oro e Pineiro calcia per i primi 3 punti, e la scena si replica poco più avanti.

La big play di Mike Williams che afferra un lancio lungo di Rivers per 43 yard rimette i Chargers in corsa e Melvin Gordon infila la difesa di corsa come ridere, Los Angeles avanti e i mormorii del Soldier Field sono un crescendo continuo. David Montgomery risponde con una galoppata da 55 yard ma ancora una volta, tutto ciò che resta ai Bears è un field goal. Dopo la brutta prova del running back Bears di settimana scorsa, Montgomery si riscatta: per lui 135 yard e 1 TD che arriva a metà del terzo periodo. Da quel momento l’attacco di casa smette di giocare e la rimonta Chargers è dietro l’angolo, Trubisky cala la guardia e Casey Heyward Jr. lo intercetta.

McLaughlin sbaglia il calcio, palla a Trubisky che con un movimento goffo perde il possesso, i Chargers graziano una volta ma non porgono l’altra guancia e Austin Ekeler segna il touchdown del 17-16.

Mitchell riparte usando il cronometro ma sul più bello arriva il sack; manca poco e la grande difesa riprende le redini dell’incontro che sembrava essere sfumato, ma ogni sogno di gloria si spegne alla sinistra dell’upright perchè Pineiro calcia troppo angolato.

Chargers-Bears, potenziale sfida playoffs nel 2018, un anno più tardi sembra più la classica sfida tra “scapoli e ammogliati”. Due team derelitti che hanno smarrito la via e, nonostante l’ottimo lavoro di difensori del calibro di Joey Bosa o Khalil Mack (ieri sack per entrambi), combinano 6 vittorie in 8 settimane meritando l’esclusione della corsa playoffs.

Il Soldier Field tanto difficile da espugnare fino all’anno scorso (7 vittorie ed una sola sconfitta contro i Patriots campioni) sembra essere diventato fertile territorio di conquista, da settembre i Bears sono stati sconfitti in casa per ben 3 volte su 4. A questo punto i dubbi diventano certezze: Ryan Pace ha sbagliato a giocare le sue carte scegliendo Trubisky perchè il ragazzo gioca sotto media e anche quando ha vinto non ha mai del tutto convinto. Ieri si è rivista qualche corsa, la solita connessione con Allen Robinson II è l’unica nota positiva di un attacco troppo morbido, e morbido è un aggettivo vietato in Illinois.

Chicago ha sofferto troppe pene sotto l’egidia di Jay Cutler, e i tifosi non intendono più attendere e/o essere pazienti. Tutto rema contro Nagy e contro il suo QB, il coach aveva parlato della capacità di capitalizzare una volta vicini alla red-zone proprio nella conferenza pre-partita, e nel giro di 24 ore i Bears si sono trovati in molteplici occasioni sulla linea del touchdown incapaci di convertire yard in punti.

Mentre Los Angeles si riconcilia strappando una vittoria da minimo sindacale (Rivers 19/29 201 yard, 1 TD, 1 Int e 1 sack subito), Chicago è in crisi nera perchè il progetto che sembrava essere tanto solido fino all’inizio dell’anno sta letteralmente crollando sotto ai piedi. Le voci di mercato si fanno rumorose e il vagone playoffs si è sganciato; anche se potrebbe esserci una piccola speranza, quanto visto nell’ultimo mese di football non lascia ben sperare, anzi, il countdown per settembre 2020 è già iniziato.

Alex-Cavatton

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2 Commenti

  1. Gara di vinciperdi fra coach vinta (o persa, secondo l’interpretazione) da Nagy. Lynn le ha provate di tutte per perderla, cominciando dall’ignorare le proteste di Rivers che chiedeva i challenge sulle pass interference per finire col punt su un quarto e inches che ha restituito la palla della possibile vittoria ai Bears (almeno prova a innervosirli con un random snap count, ti resta un timeout per tentare comunque il punt) ma la gestione dei goal to go (specialmente sull’ultimo drive del primo tempo) e soprattutto la victory formation per far arretrare di altre due yards un kicker che aveva già sbagliato senza pressione e da più vicino in partita, sono tutte pecche che gravano sulle spalle di Nagy.

  2. Molto marketing pre campionato, ma da quando sono iniziati i giochi veri si è vista l’ombra dei Bears della scorsa stagione. Poca fantasia in attacco e tanta speranza con la difesa che però non può sempre essere decisiva per le vittorie. Il QB ha bisogno di continuità e fino ad ora purtroppo non ne ha avuto l’occasione. La linea d’attacco tiene poco contro le buone difese e questo non aiuta. I problemi forse non sono tanti, ma sono rilevanti. La stagione è andata, Packs e Lions sono una spanna sopra purtroppo. Speriamo nei compiti a casa. GO BEARS

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