Il riassunto di week 2 NCAA

Week 2 interessante quello che ci siamo appena lasciati alle spalle con tante sfide equilibrate e qualche inevitabile sorpresa (stiamo pur sempre parlando di college football).

Il programma delle 18:00, come raccontatovi nel preview, ci presentava alcune sfide intriganti che dovevano servire a darci un responso più attendibile relativamente al reale stato di salute di qualche big dopo le scampagnate di week 1.

Tutto facile se non facilissimo per Ohio State che ha trovato poca resistenza da parte di Cincinnati chiudendo con 42 punti a tabellone trascinata dall’ottimo Fields (4 td per lui, due su passaggio e due su corsa) e da un JK Dobbins da 141 yard e 2 TD il cui apporto sarà indispensabile per la corsa alla B1G. Sconfitta a sorpresa, almeno nelle dimensioni in cui è arrivata, per Cuse travolta dall’esuberanza dell’attacco di Maryland, guidato dall’ex VT Josh Jackson (296 yard e 3 TD per lui), capace di mettere a tabellone 63 punti (record vs ranked opponent) 42 dei quali nel solo primo tempo. Dopo i 79 di week 1 con Howard l’attacco dell’ex OC di Alabama Mike Locksley si conferma quindi come uno dei più produttivi del college football, almeno per il momento.

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Il match più combattuto di week 2 è stato però quello di Ann Arbor dove una Michigan in cerca del proprio attacco ha rischiato grosso contro i cadetti di Army. Sotto di un TD alla fine del primo tempo e incapaci di sfondare la resistenza dei Black Knights i Wolverienes hanno avuto bisogno di due OT per evitare l’upset. La transizione dal football corri e corri di Harbough alla spread offense di Josh Gattis si sta rivelando più complicato del previsto. Il bicchiere mezzo pieno è rappresentato dalla vittoria in sé, visto l’evolversi della partita, arrivata per di più in circostanze “climatiche” complesse con gli stessi tifosi di UM che ad un certo punto hanno fischiato (qui sono buuuu ma poco cambia) la squadra del sempre più discusso Jim Harbough, indispettiti dalla pochezza della loro offense. Wolverines decisamente da rivedere.

Diciassettesima vittoria consecutiva di Clemson che, in uno dei due big-match di giornata, si è sbarazzata di Texas A&M in modo molto più convincente di quanto possa raccontare il 24-10 con cui si è chiusa la sfida. Dopo le scaramucce iniziali i Tigers hanno messo la terza (non la quinta, la terza) e sono diventati semplicemente “ingestibili” per la formazione di Coach Jimbo Fisher. Meravigliosa la capacità di “estendere la giocata” di Trevor Lawrence in occasione del primo TD dei Tigers, impressionante la velocità e l’aggressività della D di Venables che nonostante abbia perso una DL NFL ha distrutto ogni singola giocata offensiva degli Aggies il cui unico TD è arrivato quando mancavano 6 secondi alla fine dell’incontro. In questo momento c’è Clemson, un gradino sotto Bama, il resto degli atenei può solo partecipare, competere è fuori discussione.

In contemporaneo al dominio di Clemson è andata in scena a Boulder, Colorado, una delle sfide più emozionanti dell’intera week 2. Arrivate con più punti di domanda che certezze dopo week 1, Cornhuskers e Buffaloes hanno dato vita ad una partita che ha sintetizzato perfettamente pregi e difetti (molti) delle due squadre. 17 punti di vantaggio alla fine del primo tempo non sono bastati a Nebraska che nella seconda frazione ha mostrato i limiti intravisti nell’opener e dopo essersi fatta raggiungere a 46 secondi dalla super ricezione di Tony Brown è capitolata, in overtime, non riuscendo a rispondere al calcio del TRENTADUENNE kicker James Stefanou. Euforia totale ed invasione al Folsom Filed, ben documentata anche dal nostro Emanuele Sortino!

Non diremo nulla, perché non c’è nulla da dire, delle non competitive di Alabama, Georgia, Florida, Michigan State, Wisconsin, Oregon, Penn State e Oklahoma (mamma mia Jalen Hurst) mentre Utah dopo un primo tempo equilibrato ha concesso un totale di 69 yard all’attacco di Northern Illinois prendendo il comando delle operazioni e vincendo la sfida col punteggio di 35-17.

Due parole in più sul pronto riscatto di Mizzou che dopo il passo falso di Week 1 ha trovato un super Kelly Bryant (e una difesa compiacente) che ha permesso ai Tigers di prendere il controllo della partita fin dalle prime battute riuscendo a chiudere già il primo tempo sul punteggio di 31-0. Da rivedere, come ampiamente pronosticato, West Virginia che dopo aver faticato con JMU ha dimostrato di essere un cantiere aperto ( 171 yard di total offense conquistate dai Mountaineers).

Prima di arrivare all’altro big match di giornata andiamo a vedere quali sono stati gli upset (tali o presunti) e partiamo dai Canes che dopo la sconfitta con Florida erano chiamati a non sbagliare la sfida con i Tar Heels della leggenda Mack Brown. Dopo essere stati sotto per gran parte dell’incontro i ragazzi di Manny Diaz hanno trovato il primo vantaggio della partita con 4:22 sul cronometro del 4/4. Non è bastato. Per la seconda settimana consecutiva UNC, trascinata dal super freshman Sam Howell, è riuscia a ribaltare il risultato trovando  il TD della vittoria ad un minuto dalla fine condannando Miami allo 0-2. Per North Carolina miglior partenza dal 2014.

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Deciso passo indietro per Jacob Eason e i suoi Huskies che in una serata condizionata dal maltempo (partita sospesa a lungo per fulmini) si sono fatti sorprendere per il secondo anno consecutivo dai Cal. I tre punti della vittoria per i Golden Bears sono arrivati ad 8 secondi dalla fine con un calcio da 17 yard di Gregg Thomas dopo che, sempre con due FG, i padroni di casa nell’ ultimo quarto erano riusciti a ad accorciare prima ed a trovare il vantaggio poi. Al di là della partita infelice del transfer da Georgia a preoccupare è la difesa contro le corse. Le 192 macinate da Cal son il massimo concesso dal fiesta bowl di due anni fa in cui Washington affrontò Penn State e “tale” Saquon Barkley.

Secondo black out consecutivo per  FSU che dopo aver subito la rimonta di Boise State ha ripetuto l’impresa vaporizzando i 21 punti di vantaggio del primo quarto ed i 10 rimasti ad inizio 4/4. La buona notizia per i Seminoles è la vittoria (quindi niente upset), arrivata in overtime grazie alla 36 portata di giornata di Cam Akers (record per FSU); resta da capire se anche questa volta sia stata la disidratazione a causare il crollo verticale di Florida State o se “forse” i problemi stiano da altre parti…

Disastro Teneesee che dopo aver perso all’esordio con Georgia State si è ripetuta in una sfida che non poteva sbagliare con BYU… Modalità panico attivata in quel di Knoxville!

Chiudiamo la rassegna delle sorprese di week 2 con la back-up QB battle. Sia Stanford, poco convincente all’esordio, che USC si presentavano con i rispettivi back-up alla sfida: hanno trionfato i trojans e Kedon Slovis che ha chiuso la partita con 377 yard e 3td evidenziando i limiti difensivi della squadra di Sho dando un po’ d’ossigeno e di speranza ad un programma, quello di USC, che ha visto sicuramente momenti migliori.

Non possiamo che chiudere questo recap di week 2 con la sfida tra Texas ed LSU che ha visto i Tigers vincere e convincere. Meno bene del previsto la difesa che dopo aver contenuto Ehlinger e compagni per tutto il primo tempo ha concesso ai Longhorns troppi big play che hanno riportato Texas in partita. Fenomenale Joe Burrow e l’attacco di LSU. L’ex Ohio State, reclutato da Herman quando l’HC dei Longhorns era ad Ohio State, ha chiuso la sfida con 471 yard e 4 TD confermando che i progressi visti nell’opener andavano al di là del valore dell’avversario. Ehlinger non è stato da meno giocando la solita partita monstre e chiudendo con 400 yard su passaggio, 69 su corsa e 5 td totali (4+1). Come per LSU difesa da rivedere in casa Longhorns, soprattutto la secondaria che ha troppo sofferto la velocità del trio Jefferson-Chase-Marshall (433 yard combinate e 4 TD). Vittoria importantissima quindi per i Tigers che non ridimensiona però, come detto anche da Herman in conferenza stampa, le ambizioni di Texas. Morale: squadre da seguire fino alla fine della stagione.

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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