[NFL] Week 2: Quando il kicker fa la differenza (Chicago Bears – Denver Broncos 16-14)

Quante volte ci avrà pensato Vic Fangio al momento in cui i suoi Chicago Bears, la sua difesa, sarebbero entrati al Empower Field at Mile High di Denver? Sicuramente troppe.
Il vecchio coordinator difensivo della città del vento contro la sua creatura che è l’incubo di qualsiasi attacco NFL si affrontano nella gara d’esordio casalinga dei cavalli del Colorado; negli ultimi 18 anni i Broncos hanno vinto la prima in casa per ben 17 volte e la striscia è di 7 consecutive.
Ci sono i Bears però con cui regolare i conti, e gli orsi di Matt Nagy arrivano dall’Illinois con una ferita importante subita in week 1.

Che la sfida sarà impostata sulla difensiva lo si capisce fin dai primi snap, da una parte Ed Donatell sbarra la porta con Chubb e Von Miller, dall’altra Chuck Pagano, che aveva rifiutato il lavoro di head coach proprio a Denver, vuole mostrare a Joe Elis il perchè della sua scelta. Lo scontro difensivo è titanico, si fatica a trovare spazio e mentre Flacco (35/50 con 292 yard, 1 TD, 1 Int) si comporta molto bene cercando Sanders sul corto raggio, Trubisky (16/27 con 120 yard) è l’ombra di se stesso e si deve affidare alle corse.
David Montgomety è paziente e sa leggere i movimenti dell’esperta difesa del Colorado, gioco efficace e tanta consistenza, tutta quella che Matt Nagy non ha voluto impiegare contro Green Bay sfruttando le corse solo per 15 volte (ricetta perfetta per perdere nel football). Le marcature però vengono aperte dai kicker: McManus per Denver segna i primi 3 punti, mentre Pineiro risponde con 2 field goal che portano i Bears in vantaggio 6-3 prima del giro di boa.
Il big play di Cordarell Patterson che galoppa con una progressione potente per 46 yard, porta i Bears a ridosso della goal line e Nagy affida 6 corse consecutive al rookie da Iowa State che con grande fatica segna il suo primo TD. Difesa di Denver monumentale nel reggere l’urto, più di così non si poteva fare.

Se l’attacco non funziona, la difesa di Chicago è invalicabile e Khalil Mack è chiamato agli straordinari: il suo sack su Joe Flacco è devastante, il blitz Bears è davvero incontrastabile ma il QB veterano capisce che liberandosi con velocità del pallone può sopravvivere.
Garett Bolles, left-tackle numero 72 di Denver, non ha mezzi per arginare la potenza di Mack e all’attacco Broncos vengono inflitte una serie infinite di penalità, 4 solo a lui (ma in realtà le altre fischiate ad altri giocatori dai ref erano sempre sue, forse graziato per ragioni umane). Non c’è nulla da rimproverargli a riguardo perchè Mack è davvero assetato di sangue, infatti ferma nuovamente Flacco e obbliga Denver a calciare.
Flacco ci riprova, azione buona, ma sul più bello salta fuori Mr. Intercetto Kyle Fuller che irrompe agguantando un lancio pensato per Sanders e salva Chicago. Il problema è che Mitchell Trubisky non progredisce, e il 3 and out è una costante; la difesa Bears non ha il tempo di respirare, cosa per altro già complessa per via del fattore altitudine di Denver che chiude il diaframma dentro una morsa. Così arrivano gli ultimi istanti della partita e qui succede di tutto.

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Touchdown Broncos con Emmanuel Sanders (98 yard), siamo 13-12 per gli ospiti e Vic Fangio chiama la conversione da 2 punti ma Flacco esita e prende 5 yard di penalità. Si calcia l’extra point con Fangio furibondo nella sideline: il kick va fuori, Denver infarta ma attenzione, Buster Srkine (fin qui perfetto) parte un attimo prima e i Bears prendono 5 yard di penalità arretrando sulle proprie 2.
Sembra tutto una follia, ed effettivamente lo è: la follia del football!
Fangio è felice come un bambino a Natale e scarta il suo regalo rimandando in campo Flacco di corsa: il coach è certo che il suo team prenderà il vantaggio e vincerà. Detto fatto, la conversione è buona, Sanders ancora sul pezzo con puntualità.
Restano una manciata di secondi e nel pandemonio della High Mile, Mitchell Trubisky sale in cattedra facendo in un attimo tutto quello che non è riuscito a fare in due partite. Assalito dai difensori, il QB Bears trova lo spazio per correre, 9 secondi, e libera il lancio verticale per Allen Robinson che dimostra cosa vuol dire la parola “fuoriclasse”. Il WR mette il ginocchio a terra quando la partita sembra finita ed il pubblico sta già esultando senza rendersi conto che manca 1 secondo e che i Bears possono calciare.

Eddy Pineiro entra in campo e colpisce con una cannonata dalle 53 yard che manda in estasi Chicago. Il kicker la risolve con stile e con incredibile determinazione.

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Dopo aver superato gli esami estivi nella “battaglia ad eliminazione diretta” per il ruolo che lo scorso anno aveva penalizzato il team della Halas Hall, Pineiro emerge come eroe cittadino e da qui, i Bears, possono ricominciare a guardare avanti con fiducia.
Tutto il mio rispetto va a Vic Fangio per la sua decisione di provare a vincere, perchè il football è per uomini veri; il coach di Denver mi è davvero piaciuto e a lui tutte le fortune nonostante lo 0-2 di inizio stagione.

In casa Bears invece c’è tantissimo lavoro da fare per sciogliere i nervi ad un Trubisky che attualmente è una lastra di marmo. Forse la vittoria è il modo giusto per iniziare a togliere un pò di pressione, ora però servono i numeri da 2nd pick overall perchè zero TD in 2 partite sono davvero inaccettabili. Nonostante questo, dopo la giocata di Mitchell che prende le yard necessarie alla vittoria, tutto tace: se quella giocata l’avesse fatta Rodgers saremmo qui a parlare di sua maestà, mentre Trubisky ha semplicemente fatto il suo. Resta il fatto che il QB Bears abbia vinto la partita nello stesso identico modo in cui quello dei Packers ha portato a casa il risultato in week 1, ossia capitalizzando al massimo il minimo che gli è stato concesso.
Chicago agguanta Minnesota e si prepara alla sfida del prossimo Monday Night Football a Washington.

Una vittoria al cardiopalma che risolleva il morale è la ricetta contro ogni critica.

Alex-Cavatton

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