[NFL] Week 2: Intercetto finale (Los Angeles Chargers vs Detroit Lions 10-13)
Detroit. Nella tana dei leoni arrivano i Chargers comandati dal “patriarca” Philip Rivers e dopo due timidi drive, uno per squadra, è proprio il QB dei Chargers ad orchestrare una serie di giocate che portano la palla sul limite della end zone avversaria. Al RB Austin Ekeler, starter al posto dello scontento Melvin Gordon, non serve altro che un tuffo sopra la mischia per concretizzare il gioco dell’attacco. (buona… la prima). 7-0.
I Lions però trovano ritmo in attacco e rispondono a tono grazie a un drive efficace e metodico culminato da una giocata estremamente efficace ma che fa trattenere il fiato ai tifosi sugli spalti. 2&10 dalle 36 offensive, Stafford finta uno scarico sulla sinistra per poi lanciare uno screen verso destra per Kerryon Johnson che dopo una magia per mantenere il possesso si invola verso la end zone. Matt Prater, solitamente freddo come il ghiaccio, sbaglia il seguente extra point. 7-6.
Due drive dopo i Lions riescono a raggiungere la distanza da field goal grazie delle corse produttive di Johnson e C. J. Anderson, ma ancora una volta Prater non concretizza l’opportunità sparando il pallone a lato dei pali.
La partita procede nel segno dell’intesa tra Rivers e un Keenan Allen in giornata tipo, ovvero da fenomeno, che fa quello che vuole nella difesa di Detroit nonostante la marcatura di Slay, il migliore dei CB in blu. Allo scadere del 2° quarto è invece Mike Williams a compiere un volo fantastico per prendere un passaggio che consente ai Chargers di segnare un FG, dopo un drive partito dalle loro 3 yard. 10-6 all’intervallo.
L’inizio del secondo tempo è ancora di marca Chargers nonostante molte penalità fischiate per holding alla O-line, che comunque riescono a percorrere il campo verso la red zone e giungere di nuovo a 1 yard dalla meta. Flashback. Austin Ekeler dietro a Rivers. Snap, handoff, tuffo… flashback. Ma non sempre si ottiene lo stesso risultato con la medesima azione. A rovinare i piani dei californiani è un rookie LB dai capelli selvaggi e dalla faccia simpatica, Jahlani Tavai, che con un colpo preciso arresta il RB avversario sopra la calca strappandogli il pallone dalle braccia. Forced fumble recuperato dai leoni del Michigan.
Il drive successivo dei Lions finisce con un punt, ma al Ford Field si inizia a respirare un’aria differente. I Chargers infatti non concretizzano le loro occasioni e devono rimettersi al piede ruvido del punter Ty Long che sostituisce l’infortunato kicker titolare, ma con scarsi risultati. Due field goal sbagliati intramezzati da un intercetto di Stafford. Ma come si sa, il 4° periodo è il peggiore per dare per morto il QB di casa…
4&1 in territorio nemico. Dopo un drive tenuto vivo da una serie di passaggi per tutti i suoi migliori giocatori, Stafford cerca Marvin Jones che risponde alla chiamata e salva la baracca. Il down successivo è un missile di Stafford, a cui Kenny Golladay si aggrappa fino alla end zone, a dare il vantaggio ai Lions. 10-13.
Philip Rivers però non è uno che si abbatte e vedendo che i suoi due star DE Joey Bosa e Melvin Ingram non sono riusciti a fermare gli avversari, entra di nuovo in campo e, come Zeus, si arma di fulmini tempestando tutto il campo fino a giungere sulle 28 yard di Detroit con 1 minuto e spiccioli da giocare. Ed è in quel momento che il brutto anatroccolo diventa cigno. Darius Slay, dopo essere stato bullizzato per tutta la partita da Keenan Allen, compie una giocata da campione intercetttando il passaggio di Rivers in end zone. Pochi secondi (di gioco) dopo, Stafford pesca il suo TE Jesse James per un primo down che chiude di fatto la gara.
È stata una gara piena di errori da una parte e dall’altra, come spesso succede in settembre. I Lions sono stati bravi e fortunati a uscirne vincitori sfruttando la qualità dei propri giocatori, inferiore forse come livello di punta ma meglio distribuita nel complesso del roster. Rivers ha dimostrato per l’ennesima volta che i Chargers con lui sono sempre competitivi e che in coppia con Allen il tabellone può esplodere in ogni partita. Detroit si porta a casa la prima vittoria stagionale e, ancora imbattuta (1-0-1), deve cercare di accrescere la fiducia consapevole che solo combinando le qualità dell’attacco e della difesa potrà sperare di rimanere nelle partite
MVP: Darius Slay
Who’s next: I Lions a Philadelphia e i Chargers ospiteranno Houston
Piccola nota
Come avrete notato, nel mio racconto della partita non ho mai accostato i Chargers a Los Angeles e non perché abbia qualcosa contro L.A. ma perché per me saranno sempre i San Diego Chargers. Proprio non ci riesco a chiamarli in un altro modo, sarebbe come chiamare il parmigiano “parmesan” ehm, forse ho sbagliato esempio ma comunque avete capito.
La NFL non guarda in faccia nessuno e se uno stadio o una città non rispetta più gli standard della lega dei proprietari non si fa problemi a strappare a tifosi devoti la loro squadra del cuore. È sempre successo e così sarà ancora, ma io nel mio piccolo continuerò a fregarmene e a ricordare i Chargers come i fulmini di San Diego, la squadra del mai abbastanza apprezzato Philip Rivers, del mastino Junior Seau e del RB più forte del terzo millennio LaDainian Tomlinson. Ancora ricordo quel divisional round della stagione 2008 in casa degli Steelers, con lui infortunato in panchina, sotto la neve, ma questa è un’altra storia.