NFL Preview 2019: Denver Broncos

“Cambiare tutto per non cambiare niente” diceva Tomasi di Lampedusa e a nessuna squadra della NFL questa citazione calza meglio dei Denver Broncos.
Dopo la prima back-to-back losing season dal 1972 a Denver (la prima in assoluto con doppia cifra di sconfitte) era necessaria una ventata di fresco, o quantomeno un po’ di deodorante per ambiente, che non e’ tardato ad arrivare. Un nuovo Head Coach, un nuovo coaching staff, un nuovo QB, un bel po’ di viavai di gente che ha lasciato o e’ arrivata in FA, ma sotto le Rockies si prova a vincere esattamente come gli anni prima: Big D and control ball offense. Non e’ forse il metodo migliore per provare a vincere il Super Bowl ma tanti team ci sono riusciti gia’ negli anni. Fra cui proprio i Broncos nel 2015 e i Ravens con Joe Flacco nel 2012.

OFFENSE

Phillip Lindsay Broncos Cardinals

La stagione offensiva 2018 se comparata al mostro a tre teste del 2017 con Osweiler, Siemian e Lynch come QB e’ stata offensivamente un successo, ma usando un detto del football americano e’ stato come “uscire per rimorchiare e pomiciare con la propria sorella”. Meglio di andare in bianco ma non proprio ideale. La squadra di per se’ non era male, se consideriamo le partite perse quando erano in vantaggio nel quarto quarto, con Chiefs, Texans e Browns, parleremo dei 9-7 Broncos, squadra ad un soffio dalla wild card. Per quanto con i se e con i ma non si fa la storia, ci sono ovviamente tante ricriminazioni da ambo i lati del campo. Possiamo riassumere i veri tre problemi offensivi della stagione passata come una OL non proprio sempre all’altezza (martoriata anche da qualche infortunio di troppo), un QB non capace di vivere delle aspettative dalla stagione spettacolare precedente e forse il problema cardine di tutto: la poca malleabilita’ tattica di coach Musgrave. Con quella OL, due ottimi RB (uno dei quali e’ arrivato al Pro Bowl uscendo da Colorado undrafted), un parco ricevitori fatto di veterani non giovanissimi e rookie di primo pelo, l’OC ha continuato a chiamare i classici 3-5 stepdrops, nonostante un QB che ha fatto il suo meglio con Play-action and bootleg.

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Per mettere riparo a questi problemi Elway ha cercato di tornare ai suoi standard da QB (alto, braccione, che porta solidita’ alla squadra) andando per l’usato sicuro. Non e’ Peyton Manning, ma ha gia’ un anello e con su scritto Super Bowl MVP col suo nome: Joe Flacco. Bisogna elogiare il management riguardo le trade di Keenum e di Flacco: prendere Flacco ad un prezzo ragionevole (una quarta scelta), disinnescare il contratto di Keenum, tradarlo ai Redskins, non era cosa da tutti. Soprattutto il prezzo con cui si sta pagando alla fine il QB in relazione a quanto alla fine i Jaguars hanno dovuto pagare per ottenere Nick Foles in Free Agency. Arrivo che pero’ non arriva senza preoccupazioni.

Flacco viene da una stagione ai Ravens dove stava facendo una delle sue migliori stagioni dal 2015, ma e’ stato poi sostituito dal rookie Lamar(one) Jackson dopo un leggero infortunio e poi lasciato in panchina al suo ritorno visto i positivi risultati dei nuovi schemi offensivi basati sulle capacita’ atletiche del rookie da Louisville. Ma per quanto non si possa considerare il migliore QB sulla piazza, nonostante il suo passato da Super Bowl MVP, ha ancora 34 anni e  un braccio capace di lanciare bordate per un altro paio di anni. Inoltre la sua migliore stagione e’ stata proprio sotto Gary Kubiak, ex OC e HC dei Denver Broncos, la cui eredita’ offensiva dovrebbe essere raccolta da Rich Sgangarello. nuovo Offensive Coordinator che viene proprio dall’albero di Shanahan (padre e figlio), McVay e Kubiak.   
Sgangarello, ex QB coach ai 49ers, porta con se gli schemi che hanno fatto il George Kittle uno dei migliori TE della Lega, TE posizione da sempre adorata da Flacco, e esperienza nello sviluppo di giovani QB come Mullens. 

Sono da vedere quindi in questa aspettativa sia il Draft 2019, con 3 chiamate offensive nelle prime 42, Noah Fant TE da Iowa stesso college di Kittle, un OL coltellino svizzero come Risner e un QB da sviluppare ma con grande potenziale come Drew Lock, sia la decisione di portare un QB veterano per un po’ di stabilita’ e sviluppare il roster (e sopratutto un QB ancora acerbo) in ottica futura, ma provando allo stesso tempo ad essere competitivi sin da subito. Il roster offensivo e’ infatti molto giovane, togliendoci Emmanuel Sanders di ritorno dalla rottura del tendine di achille (ma dal recupero record) tocchera’ ai sophomore Sutton, Patrick e Hamilton portare yard ricevute alla squadra. Con Freeman e il diavoletto della tazmania Linsday (anche loro al loro secondo anno) a correre fra i tackles palla in mano.
Inoltre e’ importante menzionare l’arrivo di Mike Munchiak, ex OL coach di Pittsburgh, che nonostante la dipartita di Paradis in FA, con il recupero di Leary e l’arrivo di James e Risner, dovrebbe riportare la linea dei Denver Broncos a livelli piu’ che accettabili, si spera almeno quasi all’altezza della OL degli Steelers. Se dovessi fare una previsione direi di aspettarci tante corse e tante play-actions.

DEFENSE

Von Miller Broncos Seahawks

Se l’attacco ha visto grandi cambiamenti con un nuovo QB e un nuovo OC e’ la difesa dei Denver Broncos non e’ da meno in quanto a scossoni con l’addio di Peko, Brandon Marshall, Stewart e Roby, ma sopratutto con l’arrivo di Vic Fangio come Boss della difesa. Il sessantenne (61 estati il 22 agosto) ex DC di Bears e 49ers, allenatore di stelle assolute come Dome Patrol (Saints), Patrick Willis (49ers), Navarro Bowman (49ers) e Ray Lewis (Ravens), solo per citarne alcuni, porta nella Mile High city una enorme esperienza in fatto di difesa. 
Per quanto Fangio sia alla prima esperienza da HC e prediliga una difesa 3-4, proprio come Vance “but we had a good week of practice” Joseph, entrambi non potrebbero essere piu’ diversi. Rispettato da tutti i suoi rivali, Fangio ha fatto dell’approccio ai dettagli e del non commettere sbagli (il “death by inches”) un suo mantra, che gia’ viene osannato dai tifosi Broncos dopo due anni di decisioni abbastanza discutibili da parte di Joseph.  

La difesa dei Denver Broncos si prospetta decisamente differente dall’anno scorso, sia dal punto di vista dei giocatori in campo sia dal punto di vista schematico. L’arrivo di Callahan e Kareem Jackson e la conferma di Chris Harris Jr porta nuove possibilita’ difensive alla squadra, con rotazioni fra CB, Nickel e Safeties tali da non rendere di facile lettura la difesa da parte del QB avversario. Infatti se l’idea base di Joseph era quella di “blizzare” tanto per non dare tempo al QB di lanciare, quella di Fangio e’ quella di confondere le letture del QB e metterlo in “trappola” con un utilizzo di nickel-packages e zone defense mentre i pass rusher provano ad arrivare al sack
E nel caso dei Broncos i pass rusher sono di tutto rispetto, Von miller e’ ancora nel suo prime e Chubb ha avuto una stagione da rookie esaltante, uno delle coppie di pass-rusher piu’ temute nella lega. 

Gli schemi di Fangio pero’ prevedono una figura non ancora identificabile nel roster dei Broncos, quella del Willy, weak-side linebacker, solitamente un atleta molto veloce capace di coprire sia in coverage, sia contro le corse nelle outside zone e sopratutto una figura capace di difendere dai TE. Problema cronico della difesa di Denver dalla vittoria del SB 50, martoriata da Kittle, Cook e Kelce lo scorso anno. Per fare cio’ un LB come atletico come Roquan Smith e’ richiesto, atletismo non riscontrabile nel LB di Denver, tanto da pensare di prendere un LB come Devin White o Devin Bush allo scorso draft. Ma forse il vecchio Fangio ha gia’ qualcosa in mente o aspetta il prossimo anno. Notoriamente infatti le difese di Fangio hanno bisogno di un paio di anni prima di iniziare ad essere dominanti. Vedremo, non credo che i Broncos abbiano tempo di risolvere gli eventuali problemi difensivi nell’arco di varie stagioni, dato che la squadra sara’ decisamente defense-driven e che i capi espiatori stanno decisamente finendo a Denver. Ma WLB a parte ci sono tutte le pedine per fare di questa difesa un delle migliori difese della lega sin da subito.  

COACHING STAFF

fangio broncos

Dopo la necessaria completa pulizia del coaching staff precedente, l’arrivo di un nuovo HC (DC de facto) e di nuovo OC alla loro prima esperienza importante e’ difficilmente valutabile ad primo approccio. Ma l’esperienza di Fangio, gli schemi adatti per Flacco di Scangarello e l’arrivo di uno dei migliori OL coach della lega come Munchak portano decisamente una ventata di freschezza e di ottimismo dopo due anni problematici. 

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Record previsto: 8-8

L’annata non si prevede delle piu’ semplici contro rivali agguerrite in calendario, non solo in Division, con ben 5 squadre presenti agli scorsi playoff: Chiefs, Chargers, Texans, Colts e Bears, e altre agguerrite come Packers, Vikings e Browns che non daranno vita facile a questo team. Ci sono le premesse per una buona annata, ma sperare nei playoff, sopratutto visto le novita’ in attacco, in difesa e nel calendario non e’ cosa facile, ma gia’ non avere un record negativo per il terzo anno di fila sarebbe una buona cosa. Confido in un equilibrato 8-8, ma a Denver questo autunno si spera in una nuova primavera. 

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Ci sono le premesse per una buona annata, ma sperare nei playoff, sopratutto visto le novita’ in attacco, in difesa e nel calendario non e’ cosa facile, ma gia’ non avere un record negativo per il terzo anno di fila sarebbe una buona cosa. 

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Emanuele Sortino

Doctor in Material Science and Engineering at University of Colorado Boulder. Titolo preso solo col scusa di avere una copertura per la sua smania di football. SKO Buffs e GO Broncos!

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