NFL Preview 2019: Chicago Bears

Dopo un anno come quello del 2018 non sarà facile realizzare le grandi aspettative che si possono riassumere nel motto “BE OBSESSED” del miglior coach NFL del 2018, Matt Nagy.

Il 2018 per i Bears è stato un anno assolutamente straordinario: tornati a prendersi con cattiveria e prepotenza la NFC NORTH mettendo alla berlina (e fuori dai playoff) il QB più blasonato della lega e quello (allora) più pagato.
Non sarà facile confermare il record di 12-4 che lo scorso anno i Monsters of the Midway hanno fatto registrare in stagione, considerando un calendario 2019 davvero duro che si aggiunge alle attenzioni per una squadra che non è più classificabile come emergente e che ha tutte le carte in regola per essere una delle protagoniste della stagione che ha da venire.

L’estro di Nagy, all’esordio dopo un infernale biennio basato in modo inamovibile sul “ground and pound”, troverà un importante anno di esperienza in più in un reparto che allo scorso training si è presentato con 0 minuti complessivi giocati insieme fra tutti gli elementi dell’air raid titolare.
L’attacco potrà comunque contare su un reparto difensivo che potremo (ma non lo faremo solo per motivi reverenziali) considerare se non il più forte della lega, certamente il più temuto.

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Particolare piuttosto anomalo e che non si legge tutti i giorni sulla NFL è la questione Special Team, in particolare per il kicker, che dopo il “Double Doink!” che ha eliminato i Bears dalla corsa al Super Bowl nel 2018, ha attirato l’attenzione del coaching staff che ha aperto le porte fin dai primi giorni della nuova stagione agli aspiranti kicker del 2019, mettendoli alla prova in una serie di sfide che fin ora hanno mietuto qualcosa come una decina di giocatori fra rookie e non. Un’ossessione questa che non può che rimandare alla Finkleriana follia di cinematografica memoria (ricordatevi: Finkle è Heinhorn!)

OFFENSE

bears offense

L’attacco del 2019 dei Chicago Bears è un’arma che rischia di prendere in contropiede molte difese considerando la poca considerazione riservata al QB Mitchell Trubisky (ultima in ordine cronologico la valutazione “75” a Madden 2020) nonostante la presenza all’ultimo pro-bowl e una stagione che, pur con 2 partite in meno e un gameplan completamente rivoluzionato, ha messo insieme oltre 3200 yards lanciate e 400 corse, con 24 TD pass e 3 rush TD.
Gli occhi di molti tifosi Bears sono inoltre puntati su Allen Robinson,  WR che in diverse occasioni ha mosso la catena in situazioni di necessità –non ultima la  ricezione nel traffico che ha portato lo sferoide sulle 32 negli ultimi secondi contro gli Eagles– che quest’anno dovrà prendersi parte del peso sulle spalle di Trubisky.

Il magnifico duo costituito da Taylor “Turbo” Gabriel e Anthony Miller chiudono un pacchetto WR che ha visto l’innesto di un elemento come Cordarrelle Patterson, giocatore dal carattere polivalente che si adatta perfettamente ad un attacco dinamico come quello imposto da Nagy.

Ma non solo con i lanci si vincolo le partite, e lasciato andare un giocatore eccezionale sul ground&pound come Jordan Howard (sponda Eagles), le attenzioni della off-season si sono concentrate principalmente proprio sul ruolo di running back, andando a prendere alla prima scelta al draft (3° giro assoluto) il talento di Iowa State David Montgomery, giocatore che per alcuni aspetti ricorda il Bulldozer, ma con tutt’altra fisicità, dinamicità ed abilità di ricezione (tasto dolente che ha sempre accompagnato Howard). Montgomery va ad aggiungersi al talento dello “Human Joystick” Tarik Cohen, giocatore in grado di sovvertire letteralmente le regole della fisica e della dinamica, e all’ex Seahawks Mike Davis, altro RB scelto per la sua dinamicità ed esplosività.

L’intento del head coach Matt Nagy è chiaro, e sarà forse davvero l’elemento più importante di tutta la nostra offense del 2019: l’imprevedibilità.
Per informazioni, chiedere di Bradley Sowell.

Menzione doverosa sull’offensive coordinator Mark Helfrich che dopo anni di tasche ballerine e pass protection approssimative ha messo su una linea offensiva di tutto rispetto e che è riuscita a non perdere nessun elemento nonostante i contratti di Kyle Long e Bobbie Massie in scadenza.

DEFENSE

bears defense

Se per l’attacco il 2019 sarà l’anno per una dimostrazione di forza, per la difesa il 2019 dovrà essere la conferma di un reparto incubo per la NFL anche dopo la partenza del grande Vic Fangio, volato a Denver per vivere finalmente l’esperienza da head coach, e sostituito da un habitue del blitz come Chuck Pagano che si ritrova coordinatore di un reparto che non ha bisogno di nient’altro che una nuova preda da smembrare.

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Il front seven non ha infatti perso nessun elemento in questa off season, ricorrendo all’estensione del 5° anno del contract rookie per l’OLB Leonard Floyd e potendo disporre di elementi mostruosi come Khalil Mack e Roquan Smith che quest’anno hanno partecipato entrambi per la prima volta ai training camp.
Con la conferma poi dei due leader defensivi Akiem Hicks e Danny Trevathan, il roster è rimasto immutato anche per quegli elementi di secondo piano a livello mediatico (ma fondamentali nella rotazione in campo) come Roy Robertson-Harris e Daniel Bullard.
Chiudono il cerchio del front seven Bilal Nichols, DT che nel prossimo futuro  promette di diventare un elemento imprescindibile dei Bears e fra i migliori della lega, ed il nose tackle Eddie Goldman, che nella 4-3 che Pagano predilige non dovrebbe aver difficoltà a ritagliarsi un posto da protagonista.

All’interno della secondaria invece sono stati operati dei tagli prevedibili ma necessari, che con il senno di poi non si sono rivelati affatto duri per il valore del reparto: come era prevedibile la richiesta economica della SS Adrian Amos era ben lontana dall’essere accettata dai Bears, che hanno chiuso una sorta di “scambio-lungo” con i Green Bay Packers ripiegando sul prodotto degli Alabama Crimson Tide Ha-Ha Clinton Dix, giocatore che si ritroverà come compagno di reparto la stella Eddie Jackson, anch’egli figlio della tremenda generazione plasmata da Nick Saban.
Bryce Callahan, giocatore fortemente voluto da Fangio, cresciuto ed esploso l’anno scorso sotto di lui, ha preferito seguire il suo mentore volando a Denver.
E qui il nostro GM Ryan Pace ha dimostrato tutta la sua abilità, che gli è valsa tra l’altro il titolo i GM dell’anno, nel portare a Chicago un talento del calibro di Buster Skrine, in uscita dai Jets. Skrine ha dimostrato di essere un giocatore assolutamente temibile seppur poco costante, ma che può integrarsi alla grande in una difesa che l’anno scorso è stata la protagonista della lega dominandola con 36 takeaway e 27 intercetti.

COACHING STAFF

bears nagy

Il coaching staff capitanato da Matt Nagy, perso un elemento importante come Vic Fangio, ha ripiegato su uno dei defensive coordinator più aggressivi della NFL, quel Chuck Pagano che dopo una poco esaltante esperienza da HC ad Indianapolis ritrova il ruolo che lasciò nel 2011 ai Baltimore Ravens, consegnando al suo successore una difesa capitanata da un certo Ray Lewis che nell’anno successivo vinse il Super Bowl XLVII.

Il resto del coaching staff, che fra l’altro abbiamo avuto il piacere di conoscere in molti suoi componenti all’ultimo Venom Camp di Varese, si conferma un gruppo omogeneo ed unito verso un obiettivo comune che ha portato a Chicago un’aria che non si respirava da molto molto tempo.

Nel 34° anno dopo la più grande difesa che il mondo del football abbia mai visto, ossia quella dei Chicago Bears del 1985, anche l’aritmetica sembra indicare che scommettere contro questa squadra la prossima stagione sarà un azzardo.
Non ci rimane che sedere in poltrona e lasciare che i Monster of the Midway si mostrino per quello che sono: delle bestie assassine con fame di vittoria.

Record previsto: 12-4

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BE OBSESSED

Chicago Bears Italia - Luca Chiavacci

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Non sarà facile confermare il record di 12-4 che lo scorso anno i Monsters of the Midway hanno fatto registrare in stagione, considerando un calendario 2019 davvero duro che si aggiunge alle attenzioni per una squadra che non è più classificabile come emergente e che ha tutte le carte in regola per essere una delle protagoniste della stagione che ha da venire.

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