NFL Preview 2019: Carolina Panthers

A Charlotte tira un vento di cambiamento. Dopo la finale persa dai Carolina Panthers nel 2015 per mano dei Denver Broncos e un biennio 2016-2017 deludenti, nelle Carolinas hanno capito che se si vuole tornare alla top elitè bisogna fare apportare cambiamenti, anche drastici, in maniera trasversale.

Si parte dal front office: il 2017 è stato l’ultimo anno dell’amato Founder e CEO Jerry Richardson, che lascia il posto al più giovane e pimpante David Tepper, non prima di fare un ultimo regalo ai suoi tifosi: cacciare (finalmente) Dave Gettleman e riportare a casa Marty Hurney, l’uomo che ha portato a Charlotte Newton, Luke Kuechly e Thomas Davis.
Tepper arriva a Sud dopo l’esperienza come socio di minoranza degli Steelers e sembra abbia trovato subito una buona intesa con Hurney e Rivera, e soprattutto sembra avere le idee molto chiare: la parola chiave sulla quale Hurney deve lavorare è rinnovamento che vuole dire uscire dal binomio SuperCam – Super Difesa che ormai abbiamo capito non esistere più.
Hurney sembra aver recepito e come prima cosa fa inscatolare gli effetti personali all’OC Mike Shula, che saluta dopo 4 anni, per fare arrivare Norv Turner con il compito di costruire, per quanto potesse, un playbook non più Newton Centrico ma per lo meno Newton-McCaffrey Centrico.

Il 2018 si apre alla grande 6-2 a metà Regular Season, ma serve solo a illudere i tifosi più ottimisti, perché Super Cam ritrova la sua Kryptonite, quella maledetta spalla mai completamente recuperata dopo le tante botte prese dal 2011 e senza Cam (che verrà benchato le ultime tre partite per operarsi), il solo CMC e una difesa in fase di rinnovo non possono certo raddrizzare le cose, quindi sette sconfitte consecutive e record che si chiude 7-9 e senza playoff. Fa male ma era auspicabile.

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All or Nothing con i Carolina Panthers

In questa offseason si è lavorato parecchio sia a livello di Draft che a livello Free Agency e a nostro giudizio Hurney, con pochi “spiccioli”, ha fatto un capolavoro o quasi.
Il 2019 ha visto quindi interessanti cambiamenti a livello di roster, anch’esso rientrante nel programma di rinnovamento.

OFFENSE

mccaffrey panthers browns

Se dopo l’operazione la spalla di Cam gli permetterà di lanciare come sa, il 2019 può essere veramente il ritorno dell’MVP che abbiamo apprezzato nel 2015 con la grande, direi grandissima, differenza che stavolta ha finalmente una degna spalla (almeno sul campo) che è Christian McCaffrey, che ha visto il 2018 come l’anno della sua esplosione ed entrate nell’elite dei RB NFL. 1098 Yard e 7 TD su corsa e 867 yard e 6 TD su ricezione, primo giocatore della storia dei Panthers ad aver corso e ricevuto per 100 yard nonché aver corso più yard in una singola partita (237). Il ragazzo-meraviglia dei sobborghi di Denver (ironia della sorte) è il presente e il futuro dei Panthers ed è chiaro che molto dipenderà da lui.
Ovvio vanno messi in condizione di farlo: la linea d’attacco ha visto, tra gli altri, l’addio del veterano Ryan Kalil e a sostituirlo è arrivato il Centro Matt Paradis dai Broncos, da osservare con attenzione anche il promettente Greg Little, tackle da Ole Miss draftato nel secondo round del draft 2019, sperando possano dare continuità a un reparto storicamente altalenante.

A livello di RB anche un cyborg come CMC deve tirare il fiato, e per il posto di RB2 è una lotta a tre: Artis – Payne non sembra dare garanzie, e al draft la scelta è ricaduta su Jordan Scarlett, talento della Florida University, ma la curiosità è tutta su Elijah Holyfield, undrafted free agent dal cognome importante in quanto figlio di Evander, pugile campione dei pesi massimi, e se buon sangue non mente…

Un punto delicato sono le ricezioni, dopo Steve Smith il nulla o quasi, Kelvin Benjamin ha illuso e poi deluso e per questo lasciato andare, così come Devin Funchess, le speranze ricadono tutte su DJ Moore che ha ricevuto un importante endorsement proprio dall’Agent 89 subito dopo il draft 2018: “I Panthers non hanno mai preso nessuno in grado di sostituirmi…fino a oggi”. E in effetti il ragazzo del Maryland College ha fatto vedere che i numeri ce li ha (55 rec per 788 yard e 2 TD), gli serve tempo e gli serve magari una chioccia, Torrey Smith riconfermato è un esempio, ma a livello di reparto la mossa di Hurney è stato prendere Chris Hogan, ex Patriots, dal parco FA, un colpaccio a livello qualità – prezzo notevole. La domanda è se tutto questo è sufficiente per ritrovare un gioco aereo che latita pesantemente dal 2016, anche in considerazione della grossa incognita rappresentata da Greg Olsen, che viene da due stagioni senza averle concluse per vie di infortuni gravi al piede tanto che ha pensato al ritiro, ma il cuore ha vinto ancora, vedremo il resto del corpo.

DEFENSE

Love Panthers

Gli ultimi 3 anni anni visto un declino importante della difesa che ormai non è più il muro azzurro del 2015, per diversi motivi, tra tutti l’aver perso gente come Greg Hardy e Josh Norman e scelte discutibili al draft come Vernon Butler o secondarie che si sono dimostrate non all’altezza, ma andiamo con ordine.
In linea salutiamo lo storico Defensive End Julius Peppers che lascia il Bank of America Stadium aspettando di essere inserito nella Hall Of Fame, a raccogliere questa pesante eredità la prima scelta Panthers del draft 2019, Brian Burns da Florida State, e Bruce Irvin dai Raiders, in mezzo agli end il nome da prima pagina è Gerald McCoy lasciato andare dai rivali Buccaneers al quale i tifosi nero-azzurri-argento sono ben felici di dare una casa. Questi arrivi insieme Kawann Short e Dontari Poe sicuramente portano la linea Panthers a essere un reparto temibile.

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Anche tra i Linebacker si registra un doloroso addio: capitan Thomas Davis saluta dopo tanti anni di servizio per accasarsi in California con i Chargers, lasciando una lacuna che nessuno al momento sembra colmare, nemmeno il rookie Christian Miller 115° scelta del draft da Alabama, interessante certo ma non abbastanza per rimpiazzare lo storico capitano.

Ed eccoci al fine al reparto maledetto, i defensive back. Dall’addio di Josh Norman abbiamo visto almeno 3-4 CB alternarsi ma nessuno ha lasciato il segno anzi, tutt’altro. La luce in fondo al tunnel si è vista grazie a Donte Jackson, che al suo rookie year ha dato prova di grande potenziale. Per il discorso Safety la riconferma di Eric Reid è garanzia di aggressività ed esperienza, e last minute Hurney mette a segno a un altro colpo nonostante il regime di spending review riportando a Charlotte Tre Boston dopo le esperienze con Chargers e Cardinals, vedremo se si è fatto le ossa e se potrà dare una mano.

COACHING STAFF

Ron Rivera Carolina Panthers

Abbiamo già detto che il nuovo corso ha portato al cambio importante dell’Offensive Coordinator, Mike Shula lascia il posto a Norv Turner, 33 anni passate sulle sideline, con due anelli vinti con i Cowboys. Arriva ai Panthers dopo un anno con i Vikings e il primo anno chiude con l’Offense 14° nella Lega. Gli acciacchi di Cam Newton e la pochezza dei WR non gli permettono di spaziare molto con il PB affidandosi quasi esclusivamente a McCaffrey, insomma esordio non esaltante, sicuramente serve tempo e qualche arma in più, ci aspettiamo un secondo anno migliore.

In difesa promozione di Eric Washington dopo l’addio di Steve Wilks, anche lui primo anno non esaltante, con in Panthers che si fermano al 19° posto del ranking difensivo. Qualche rinforzo è arrivato ma in difesa lacune di roster ci sono: se il mercato è chiuso avrà l’arduo compito di inventarsi un OLB e cercare di alzare di livello la secondaria… non sarà facile.
Nota per Rivera, ancora una volta al timone della nave. L’anno scorso nel pieno della crisi si è scelto di far fuori i pesci piccoli, il coach dei DB e delle DL, ma onestamente i dubbi su di lui sono tanti, da chiamate discutibili, dalla filosofia troppo conservativa e dall’essere un’entità a volte impercettibile in sideline. L’anno scorso hanno pagato altri per lui, quest’anno ha una squadra da playoff e qualora si mancassero Tepper dovrà prendere provvedimenti.

Record previsto: 9-7

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Come spiegato a inizio articolo, i Panthers sono in fase di rinnovamento, un processo che è in pieno svolgimento e che quindi ha bisogno di tempo per compiersi, le basi per un qualcosa di importante ci sono, Hurney ha fatto un grande lavoro, ora la palla passa a Rivera e i suoi Coordinators, pretendere un Super Bowl o un Championship sarebbe irrealistico ma ci si aspetta un record dignitoso e una Wild Card, tutto quello che viene di più sarà ben accetto.

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Alessandro Calabrese

Appassionato di Football Americano e tifoso dei Carolina Panthers dal 2006. Ex giocatore, da 3 anni Coach in II Divisione FIDAF

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