NFL Preview 2019: Atlanta Falcons

Non tutti gli hangover sono uguali. Ci sono quelli che provocano i postumi più intensi, che inchiodano alla tazza del gabinetto per mezza giornata e fanno giurare di non toccare mai più un goccio d’alcool. Ci sono poi quelli che, pur essendo più clementi verso intestino e sinapsi, lasciano un senso di nausea e malessere costante e prolungato nel tempo, non abbastanza forte da impedire di svolgere le attività quotidiane, ma abbastanza fastidioso da non permettere di svolgerle al 100%.

Il Super Bowl hangover (il famigerato crollo verticale di una squadra nell’anno successivo ad una partecipazione al Championship) degli Atlanta Falcons è sicuramente del secondo tipo. Nei due anni successivi alla disfatta del Superbowl LI, dove avevano subìto la peggior rimonta della storia del Lombardy Trophy, i Falcons non sono implosi. Al contrario, Atlanta ha risposto con due discrete stagioni, arrivando nel 2017 ad uno scivolone di Julio Jones dallo stroncare sul nascere la leggenda di Nick Foles.

Eppure, nel biennio appena concluso gli Atlanta Falcons non si sono mai avvicinati al rendimento della macchina da guerra ammirata nel 2016. In particolare, lo scorso anno infortuni, errori di coaching e le annate pessime di alcuni di giocatori chiave hanno portato ad un mediocre record di 7-9 e al secondo anno senza playoff dell’era Quinn. La versione 2019 dei Falcons sarà chiamata ad invertire questa tendenza preoccupante.

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ATTACCO

Pur senza raggiungere i fasti dell’anno di gloria 2016, l’ex MVP Matt Ryan ha dimostrato di essere un quarterback eccellente. Matty Ice potrà contare su un reparto di ricevitori d’élite, soprattutto per quanto riguarda i WR: sono davvero poche le squadre che possono contare su un trio letale come quello composto da Jones, Sanu e Ridley. Ryan potrà poi contare su un Tight End giovane ed affidabile come Austin Hooper, chiamato a migliorare i buoni numeri della stagione 2018, conclusa a  660 yard e 4 touchdown.

Jones Ridley Falcons
Julio Jones : Calvin Ridley = Socrate : Platone

L’aspetto più interessante da seguire sarà senza dubbio il gioco di corse, che risentirà certamente (soprattutto nel passing game) dell’addio di Tevin Coleman ma potrà contare sull’attesissimo ritorno di Devonta Freeman, che dopo un anno in infermeria tornerà ad imbarazzare linebacker e DBs in campo aperto.

Per quanto sia un RB eccellente, Freeman avrà bisogno di un apporto migliore di quello offerto dalla linea offensiva lo scorso anno. Con 3 nuovi starter su 5, la O-Line è di gran lunga il reparto uscito più rinnovato da questa offseason. Oltre all’arrivo della stagionata guard James Carpenter dai Jets, via draft è stato rivoluzionato aggressivamente il lato destro della linea con gli innesti dei due first rounder Chris Lindstrom (eccellente in pass protection) e Kaleb McGary (ottimo sulle corse, tentennante in pass pro).

I giudizi sul restyling della linea, sempre estemporanei in offseason, si dividono tra chi fantastica già delle vallate che la linea riuscirà ad aprire per Freeman e lo scetticismo di chi invece teme i problemi di intesa di una linea composta per 2/5 da rookies. La verità probabilmente sta nel mezzo: la linea è sicuramente migliorata, ma i frutti dell’investimento al draft verranno raccolti verosimilmente nel medio-lungo termine.

DIFESA

Vero tallone d’Achille degli Atlanta Falcons nel 2018 (penultima per efficienza secondo football outsiders), il reparto difensivo il prossimo anno potrà contare sui fondamentali rientri di Ricardo Allen e dei pro bowler Keanu Neal e Deion Jones. Se nel 2018 le assenze di Neal e Allen sono state mitigate dalla stagione sensazionale di Demontae Kazee (7 intercetti), le dieci partite saltate da Jones sono state pesantissime. Il pieno recupero del linebacker ex LSU dovrebbe garantire un miglioramento immediato di un reparto che  lo scorso anno è riuscito nell’impresa di far sembrare Drew Brees la reincarnazione di Earl Campbell.

Jones Neal Falcons
Senza Jones o Neal in campo, la percentuale di TD concessi dai Falcons passa da 3.6 a 6.3%

A livello di cornerback, dopo una rookie season di ambientamento, Isaiah Oliver avrà il compito di far coppia con Desmond Trufant e rimpiazzare il veterano Robert Alford, passato ai Cardinals in free agency.

Le incognite maggiori riguardano la linea difensiva, che arriva da un deludente 2018 (rispettivamente 22mo e 25mo in sack e run defense). Il reparto defensive end poggerà quasi interamente sulle spalle dei deludenti Vic Beasley e Takk McKinley (solamente 12 sack tra i due nel 2018), mentre all’interno Grady Jarrett dovrebbe poter contare sull’aiuto di un reparto leggermente più profondo. Ad ogni modo, la D-Line dei Falcons resta sulla carta di livello mediocre e non dovrebbe turbare eccessivamente il sonno degli allenatori avversari.

COACHING STAFF

Dopo il repulisti di gennaio, il coaching staff degli Atlanta Falcons si presenta completamente rivoluzionato nei tre ruoli chiave. Per quanto riguarda l’attacco, in offseason a saltare è stata la testa del vituperato Steve Sarkisian, offensive coordinator che non ha saputo mantenere i livelli stellari dell’ultimo anno di Kyle Shanahan. Dopo aver osato con Sark, il GM Thomas Dimitroff ha puntato sull’usato sicuro, richiamando l’ex HC dei Bucs Dirk Koetter. Per quanto magari poco entusiasmante per i tifosi, la scelta ha una sua logica: quello di Koetter non è un nome altisonanante, ma è quello di una mente offensiva competente ed affidabile, che ha già lavorato con Ryan e avrà tra le mani un materiale di primo livello.

Ryan Koetter atlanta Falcons
Matt Ryan e Dirk Koetter durante la stagione 2012

Se per migliorare gli special teams è stato ingaggiato Ben Kotwica da Washington, per risollevare le sorti della difesa coach Quinn ha deciso di assumere di persona il ruolo di DC, licenziando Marquand Manuel e interrompendo un rapporto professionale che risaliva alla legion of boom di Seattle. A livello tattico non dovrebbe cambiare granché: come Manuel, Quinn è un discepolo della cover 3 brevettata da Pete Carroll. Stando alle parole di Quinn è lecito aspettarsi un ritorno al passato, ovvero allo stile aggressivo ed iper-atletico tipico dell’idea di football proposta dall’head coach.

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Record previsto: 10-6

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

Dopo due anni di grandi aspettative e risultati mediocri, la prossima stagione ci dirà se i postumi della sbronza di Houston sono stati finalmente smaltiti. Le condizioni per un miglioramento ci sono tutte: il roster dei Falcons è talentuoso, profondo e più che equipaggiato per l’atroce lotta playoff della NFC. Best case scenario: Koetter riporta Ryan sui livelli del 2012 e l’attacco macina punti, mentre la difesa grazie alla cura Quinn torna su buoni livelli. I Falcons iniziano con il record di 5-1, calano verso metà stagione ma finiscono in crescendo, chiudendo con un record di 12-4 che vale il titolo della NFC South. Worst case scenario: La linea offensiva fatica a trovare coesione ed impedisce all’attacco di tappare i buchi di una difesa ancora scadente. A Novembre Dimitroff licenzia Quinn e Koetter traghetta la squadra al record di 6-10.

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Alberto Cantù

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