Il Draft 2019 dei Minnesota Vikings

I Minnesota Vikings si presentavano al Draft 2019 di Nashville con un patrimonio di 12 scelte, vediamo come lo hanno investito:

Round 1 (18): C Garrett Bradbury, NC State
Round 2 (50): TE Irv Smith Jr., Alabama
Round 3 (102): RB Alexander Mattison, Boise State
Round 4 (114): OG Dru Samia, Oklahoma
Round 5 (162): LB Cameron Smith, USC
Round 6 (190): DT Armon Watts, Arkansas
Round 6 (191): S Marcus Epps, Wyoming
Round 6 (193): T Olisaemeka Udoh, Elon
Round 7 (217): CB Kris Boyd, Texas
Round 7 (239): WR Dillon Mitchell, Oregon
Round 7 (247): WR Olabisi Johnson, Colorado State
Round 7 (250): LS Austin Cutting, Air Force

C Garrett Bradbury, NC State

Bradbury Draft minnesota Vikings

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La scelta di Bradbury è stata accolta da un generale sospiro di sollievo nella terra dei 10,000 laghi. Gli ultimi draft del regime Zimmer hanno fatto temere fino all’ultimo una clamorosa scelta difensiva, così come successo l’anno scorso con la scelta di Mike Hughes, DB da UCF nel primo giro. La scelta di Bradbury, uno dei due migliori centri disponibili insieme a Erik McCoy di Texas è funzionale alle esigenze della squadra per due motivi: primo perché restituisce ai Vikings un centro puro e secondo perché permette di riportare Pat Elflein, scelto nel terzo giro del 2017 e impiegato come C nei primi due anni alla sua posizione originale di OG. La linea d’attacco, di certo non da Top 10 ma sicuramente migliorata sarebbe quindi ad oggi la seguente: Riley Reiff (LT), Elflein (LG), Bradbury (C), Josh Kline (strapagato in FA dai Titans) e Brian O’Neill (RG), scelto al secondo giro l’anno scorso da Pittsburgh. Bradbury è un ottimo run blocker che dovrebbe migliorare da subito il gioco di corsa. Run game che prevedrà sicuramente l’impiego dei cosiddetti zone schemes tanto cari a Gary Kubiak, giunto a Minneapolis come assistente di Zimmer per l’attacco.

TE Irv Smith Jr., Alabama

Nell’ottica di una possibile partenza del TE titolare Kyle Rudolph (vedi giudizio finale), o anche dell’impiego di schemi con due TE, giusta la scelta al secondo giro di Irv Smith Jr., che arriva a Minneapolis a soli 20 anni come uno dei migliori TE disponibili nel Draft. E’ un TE estremamente atletico, dotato di ottime mani e talentuoso nel guadagnare ulteriori yards dopo la ricezione.

RB Alexander Mattison, Boise State

Fisico devastante, il RB scelto dai Vikings con l’ultima scelta del terzo giro misura circa 177 cm x 100 kg ed è un’ottima combinazione di fisico, atletismo e intelligenza sul campo. E’ un ottimo pass catcher che può e deve migliorare come pass-blocker e dovrebbe prendere il posto di Latavius Murray. Considerato che Dalvin Cook ha gia saltato 17 partite su 32 nei suoi primi due campionati è lecito aspettarsi di vedere Mattison in campo subito, magari impiegato in rotazione con Cook. Rimane il dubbio legato al fatto che il Draft 2019 era pieno di giocatori simili a Mattison, molti dei quali scelti dopo di lui e alcuni addirittura presi come FA a Draft concluso, quindi forse si poteva aspettare il 5° o 6° giro per portare a casa un giocatore simile.

OG Dru Samia, Oklahoma

La scelta di Dru Samia al 4° giro sembra essere molto solida, con la G di Oklahoma che potrebbe competere con Kline nel corso dell’anno per un posto da RG titolare. Il giocatore ha ottimi margini di miglioramento e ha dimostrato ottima cattiveria agonistica, accompagnata talvolta da eccessi di aggressività.

LB Cameron Smith, USC

Cameron Smith Vikings

I Vikings amano i LB della Pac 10 e dopo Barr e Kendricks negli anni passati scelgono un ILB con ottima visione di gioco e continuità. Non particolarmente dotato fisicamente ha nella tecnica e nella lettura del gioco I suoi punti di forza. Titolare in prospettiva, anche se qui i Vikings avrebbero dovuto cercare un DT (al posto di Richardson) o un WR, visto che la squadra non ha un vero WR3, con Treadwell che non ha mai convinto, al punto da portare i Vikings proprio in questi giorni a declinare l’opzione per il 5° anno del contratto firmato da rookie.

Best of the Rest

Armon Watts, DT – Arkansas, è un ottimo DL interno con buone qualità di pass-rushing, dato da molti siti come 6°/7° miglior DT disponibile nel Draft.
Dillon Mitchell, WR – Oregon, è reduce da 1184 yarde ricevute (record di Oregon) ed ha impressionato sia per la qualità delle ricezioni che per la precisione delle tracce corse.

La sorpresa

Con l’ultima delle 4 scelte disponibili al settimo giro i Minnesota Vikings hanno sorpreso un po’ tutti scegliendo Austin Cutting, LS – Air Force. Long Snapper estremamente preciso, il Sottotenente Cutting ha un obbligo di servizio attivo minimo nell’Aeronautica Militare americana di due anni e i Vikings sono già al lavoro per trovare una base aerea dove il giocatore potrà prestare servizio ed allenarsi allo stesso tempo.

Giudizio finale

I Minnesota Vikings si sono presentati per la prima volta dagli anni 60/70 al draft con una quantità ridottissima di salary cap. Infatti in questo momento, con circa 1,9 mln di $ sono la 31ª squadra su 32 in termini di disponibilità. Visto il passato tutti si aspettavano un taglio, una rinegoziazione o una trade mirate a liberare un po’ di spazio, visto che 5 mln sono il minimo necessario per mettere sotto contratto i giocatori scelti al draft. I giocatori maggiormente indiziati erano (sono”) il TE Kyle Rudolph, che entra nell’ultimo anno di contratto e guadagnerà $7,625,000 (un taglio non comporterebbe alcuna cifra di dead cap hit), un CB tra Trae Waynes e Xavier Rhodes, e prima che firmassero un nuovo contratto il LB Anthony Barr (ai Jets per un giorno prima di un clamoroso dietro-front) e il DE Everson Griffen.

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La stampa sportiva del Minnesota e più in generale quella nazionale hanno valutato quello appena concluso come un buon draft per i Minnesota Vikings. L’attacco dei Vikings ha fatto un netto passo indietro nel 2018 con Kirk Cousins alla guida. La Pass Offense è scesa da 11° a 13° mentre l’attacco sulle corse addirittura da 7° a 30° per yard guadagnate. L’obiettivo non dichiarato del Draft era quindi fornire un upgrade offensivo e le 7 scelte spese per giocatori d’attacco conferma la teoria appena espressa. In particolare la tifoseria oro-viola aveva identificato la linea d’attacco come il reparto maggiormente bisognoso di upgrade, e così è stato, con tre delle prime quattro scelte spese per giocatori di OL.

La sensazione è che i giocatori scelti potrebbero finalmente colmare alcune lacune già evidenti un anno fa ma ignorate nel Draft 2018 dal front office. L’oscillazione del metronomo verso il reparto offensivo porta a mio modo di vedere la firma di Gary Kubiak che sicuramente ha spinto per un Draft in grado di fornire a Cousins ulteriori strumenti per ben figurare. In conclusione, se le scelte dei primi giri si riveleranno azzeccate e Kubiak sarà in grado di installare con successo i suoi zone schemes già visti a Denver e proprio a Washington con Cousins (K. Shanahan), l’attacco dovrebbe risalire nelle prime 12-15 posizioni. Discorso diverso per la difesa, migliore nella NFL per yarde concesse nel 2017 e quarta l’anno scorso, chiamata quindi a confermare le proprie capacità senza aggiunte di rilievo e con la perdita di Sheldon Richardson ma che dovrebbe giovarsi del rientro di molteplici giocatori reduci da infortunio, primo su tutti quel Mike Hughes CB prima scelta dei Minnesota Vikings al Draft 2018 che aveva ottimamente figurato in campo fino alla rottura del legamento crociato in week 6.

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Francesco Porciello

Co-host di Purple Valhalla, il podcast italiano dei Minnesota Vikings e tifoso di tutte le squadre (college e pro) della terra dei 10,000 laghi. Da quasi quarant'anni a soffrire in attesa dell'anello... Skol!!!

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