Uno sguardo al 2018: Detroit Lions

A stagione conclusa, vi proponiamo la review della stagione 2018 delle trentadue squadre NFL. Oggi è il turno dei Detroit Lions.

COME DOVEVA ANDARE…

Il destino previsto dei Detroit Lions nel 2018 era quello di quarta forza in NFC North. Il regno di Aaron Rodgers, dei Vikings giunti a due passi dal Super Bowl nel febbraio dello stesso anno e dei nuovi Bears dai molti contrattoni in free agency.
Matt Patricia, storico defensive coordinator barbuto di New England si dava una rassettata per guidare in giacca e cravatta una franchigia che aveva in Matthew Stafford una delle poche certezze e in Kerryon Johnson una possibile risposta alla mancanza di un running back affidabile, ormai marchio dei leoni del Michigan.
A Ford Field nessuno poteva aspettarsi la Post Season, ma qualcuno poteva sperare in una sorpresa.

…E COME È ANDATA

Nonostante solo Chicago sia andata ai Playoff, con Vikings e Packers tra le delusioni della stagione, i Lions hanno comunque confermato il quarto posto nella division. L’inizio di stagione imbarazzante, umiliati dai Jets nel primo scontro annuale, e un proseguo a dir poco altalenante, in cui le vittorie a Miami e contro New England facevano il paio con le doppie sconfitte con Chicago e Minnesota, lasciavano Patricia con un 6-10 da mostrare nel suo primo anno da head coach.
Proprio Patricia, secondo fonti vicine alla squadra, ha rischiato il licenziamento anche perché la difesa è stata la sedicesima per punti subiti. Una mediocrità che non è piaciuta al management che ha confermato Patricia ma non è ancora convinta di lui.
A salvare, per ora, l’allenatore alcune prestazioni di tutto rispetto, come quelle contro Bears e Rams a metà stagione, perse negli ultimi minuti di gioco. Utili anche ad aumentare i rimpianti: una Green Bay così povera, battuta due volte su due in stagione, non si vedrà forse mai più nel prossimo lustro.

Pubblicità

COSA HA FUNZIONATO…

I Detroit Lions ripartiranno da una delle migliori difese sulle corse: Damon “Snacks” Harrison è stato il primo DT per ProFootballFocus sulle corse in tutta la NFL. A’Shawn Robinson, altro uomo di linea, è stato anch’egli tra i primi in quanto a rating nonostante un inizio stagione in bilico – non era titolare certo a settembre.
Straordinario il rendimento di alcuni rookie: Tracy Walker, safety, Da’Shawn Hand, defensive tackle e Kerryon Johnson hanno superato le previsioni della vigilia.
Quest’ultimo, runningback, è forse il primo “bellcow” (come si definisce in America un corridore da usare su ogni down) a passare da Detroit nei decenni del dopo-Sanders. Da usare nel 2019 indiscriminatamente!
A questi atleti menzionati si affianca il solito noto Darius Slay – ancora al Pro-Bowl – e Kenny Golladay. Il receiver al secondo anno non solo ha dimostrato di essere ancora il veloce WR della sua prima stagione, ma ha inoltre dato segnali da WR1: 1000 yard ricevute e un ruolo sempre più preponderante in attacco a soli 23 anni.

Kerryon Johnson lions cowboys

…E COSA NON HA FUNZIONATO

6-10 è un disastro vero. A Detroit avevano allontanato Jim Caldwell per le 18 vittorie in due anni e Patricia arrivava per fare addirittura peggio? Questo un po’ giustifica i dubbi del management sul barbuto allenatore.
Un disastro perpetrato per totale assenza di pass rush e, sempre in difesa, per un reparto linebacker davvero spoglio. L’investimento Jarrad Davis, durato due stagioni, non può essere la risposta al centro del campo. Urge puntellare quella zona con una scelta al draft. Oppure tale scelta può finire in un rusher: ce n’è a sufficienza nel primo giro addirittura per puntare al trade down…
Matthew Stafford, ormai veteranissimo quarterback, è stato imbrigliato in un piano offensivo che non constava di lanci sul profondo. Il risultato è stata una certa prevedibilità, che ha talmente favorito gli avversari da regalare al prodotto di Georgia una delle peggiori stagioni della carriera.
Un nuovo offensive coordinator – allontanato Jim Bob Cooter e preso Darrell Bevell – dovrebbe aiutare in questo senso.

E ADESSO?

Prendersela troppo con Matt Patricia, data la distanza tra difesa e attacco in Michigan, non sarebbe stato giusto. Non è direttamente responsabile se l’attacco non va.
Innegabile che però qualcosa andasse fatto ora per migliorare. La free agency è stata proprio pensata in quest’ottica: arrivati Trey Flowers, Danny Amendola, Jesse James e C.J. Anderson il roster è già abbastanza completo. Il lusso di poter contare su una serie di giovani di buone speranze si riflette nella possibilità di firmare bene tra gli svincolati.
Alla 8 del Draft 2019 è arrivato T.J. Hockenson, forte tight end da Iowa e tre difensori nei giri successivi con Jahlani Tavai da Hawaii a guidare il gruppo.
La NFL è così: non puoi deludere. I Lions nel 2019 devono fare qualcosa di buono – che tradotto significa non essere insignificanti – altrimenti un ennesimo rimescolamento tra 12 mesi sembrerà inevitabile.

[clear]
Merchandising Merchandising

Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.