AREA 54: Niente più “pounding and grounding”

La notizia era nell’aria già da un pò di tempo, nessun problema particolare in casa Bears tra Jordan Howard e il team, ma semplicemente i due stili non si incontrano più. A onor del vero Howard a Chicago ci sarebbe rimasto molto volentieri, è il coaching staff che ha deciso di cambiare pagina e svoltare per creare più dinamismo e sganciarsi dalle corse verticali del Bulldozer one-dimensional.

Possiamo dire con tranquillità che un sesto pick al draft 2020 (che potrebbe diventare un quinto pick) non è esattamente il giusto prezzo per Howard, e da Chicago fino a qui in Italia l’eco del disappunto si è fatto sentire.
Howard è uno che il suo lo fa sempre, e soprattutto lo fa senza lamentarsi, ma la sua azione offensiva è diventata troppo prevedibile e questa cosa non si incastra con la mentalità creativa del NFL Coach of the Year 2018; Matt Nagy infatti predilige una manovra che non dia punti di riferimento alla difesa avversaria e senza ombra di dubbio le 3.7 yard di media del nostro (ex) running back numero 1 non sono abbastanza per convincere il coach a cambiare idea.
Le prime due stagioni di Jordan Howard a Chicago sono viziate da un metodo di gioco vecchio stile che prevede il classico passaggio al workhorse della situazione che abbassa la testa e spinge, ma questo gioco ha prodotto 8 vittorie in 2 anni e per tanto si può considerare perdente, specie se pensiamo che questa stagione le vittorie Bears ammontano a 12!
Dall’anno di rookie nel 2016, le yard stagionali di Howard sono in discesa: 1.313 (2016), 1.122 (2017), per finire con le 935 del 2018. Calo anche nei numeri su ricezione.

Jordan Howard è stato inquadrato al tempo come l’erede di Matt Forte a Chicago e si pensava potesse parzialmente ripercorrere la strada di Walter Payton (ripeto parzialmente ripercorrere), il passaggio di Jeremy Langford è stato marginale nel frattempo, ma il suo triennio può considerarsi come una fase importante di cambiamento e di crescita in casa Bears dove si puntava a rilanciare il progetto per tornare a competere: i tifosi si sono affezionati, me compreso, e Howard ha sempre lavorato bene, fatto sta che numeri alla mano i conti non tornano.
Se consideriamo che il gioco dei Bears tra il 2016 e il 2017 è stato totalmente incentrato su Howard, e che i Bears nel secondo anno di Howard hanno giocato tutta la stagione senza ricevitori, le 2.435 yard dei primi 2 anni sono una grande soddisfazione perchè JH è arrivato da un 5° round dopo che in quel draft i team NFL avevano selezionato 149 giocatori prima di lui. Di conseguenza Ryan Pace aveva tirato fuori un gran giocatore dal nulla (o quasi).
Il 3° anno però è quello dove serve riconfermarsi nel modo più chiaro e limpido possibile per garantirsi fiducia del team e magari anche un contrattino interessante per il futuro; Walter Payton che prendiamo come esempio puntando al meglio (esagerando volutamente in un confronto con Howard), al suo 3° anno a Chicago ha corso per 1.852 yds più 269 yds su ricezione con 16 TD e nel 1977 è diventato MVP trascinando gli sciagurati Bears di quegli anni ai playoffs.
Howard nel suo 3° anno, con tutta la buona volontà, non arriva nemmeno alla metà di questi numeri.
Payton però è troppo grande da scomodare per questi confronti, prendiamo dunque Matt Forte come esempio più vicino: Forte nel suo 3° anno ha totalizzato 1.616 yds di scrimmage, esattamente 536 in più rispetto allo scrimmage di Howard nel 2018, e credetemi, questi numeri fanno la differenza in campo!

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howard bears cardinals

Andando ancora più a fondo la regressione di Howard è ancora più evidente nelle medie per corsa: 5.2 primo anno, 4.1 secondo anno, 3.7 nel terzo, troppo poco e specialmente nella gara playoffs contro gli Eagles Howard è stato inesistente convincendo, probabilmente del tutto, Matt Nagy a cambiare pagina.
Nagy ha rivitalizzato non solo i Bears, ma tutto l’Illinois col suo arrivo, e sappiamo con certezza che il coach ha monitorato personalmente non meno di 10 running back alla Combine e quindi i Bears, al 99%, chiameranno un RB al draft quando potrebbero anche usare il pick ricevuto da Philadelphia come assetto per una trade che possa anticipare le nostre chiamate di qualche posizione.
Il RB che uscirà dal draft di Nashville sarà il running back di Matt Nagy, che nel frattempo era comunque corso ai ripari firmando Mike Davis e ancor meglio Patterson che garantisce corse, ricezioni ed anche ritorni con lo special team alleggerendo il lavoro di Tarik Cohen.

Dispiace veder andare via un giocatore come Jordan Howard, dispiace veramente tanto, ma il progetto dei Bears non ruota più intorno a lui e visto che il prossimo anno sarebbe stato in ogni caso l’ultimo prima di diventare free agent, ha perfettamente senso andare oltre e provare a giocarsi altre carte. Qualora i Bears non dovessero cedere il pick 2020, e questo si trasformasse in un 5° round, non dimentichiamoci che Howard è uscito proprio da un 5° round come precedentemente scritto, e perciò Pace sarà in grado di rimpiazzarlo con uno dei suoi colpi da maestro.
Detto questo buona fortuna Bulldozer per il tuo proseguo, grande atleta e professionista!

Chicago Bears Alex

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