Uno sguardo al 2019: Chicago Bears

A stagione conclusa, vi proponiamo la review della stagione 2018 delle trentadue squadre NFL. Oggi è il turno dei Chicago Bears.

COME DOVEVA ANDARE…

La stagione dei Chicago Bears si preannunciava come l’ennesima stagione difficile ma, diversamente da quelle passate, con la speranza di vedere qualcosa almeno godibile grazie ad un nuovo coaching staff diametralmente opposto a quello uscente praticamente in tutto: nel gioco, nella strategia, nella fantasia, nell’approccio e soprattutto nell’età.
Dopo l’incredibile free-agency in cui il G.M. Pace ha portato a Chicago talenti del calibro di Allen Robinson, Trey Burton e Khalil Mack, anche se con qualche problemino post-draft, la stagione permetteva quindi di sperare in un record almeno in pareggio: una chimera negli ultimi anni per i tifosi.

…E COME E’ ANDATA

Con un record di 12-4 che consegna a Nagy il premio di “Coach of The Year” la stagione si è rivelata ben al di sopra delle più rosee aspettative. La prima al Lambeau Field contro Green Bay certamente non è stato un inizio facile, ma già dalle prime partite era evidente una tendenza alla crescita, soprattutto di una difesa che avrebbe reso la vita difficile davvero a chiunque si fosse presentato sul gridiron.
E così è stato, permettendo ai Bears, dopo 7 anni, 11 mesi e 22 giorni, di fare propria la Division vincendo 5 dei 6 scontri diretti in una NFC NORTH dove 2 dei 3 quarterback più pagati della NFL puntavano alla vittoria a mani basse e a molto di più.

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trubiski bears

COSA HA FUNZIONATO…

Trovare cosa ha funzionato in un esperimento come è stato quello di quest’anno è una piacevole sorpresa per un qualsiasi tifoso, incluso chi ha scritto questo articolo: certamente quella mostrata dalla difesa è stata una prova di forza che ci si poteva aspettare da un reparto guidato forse dal miglior defensive coordinator della lega, Vic Fangio, che con l’innesto di un giocatore poderoso come Khalil Mack ha trovato il diamante per impreziosire un gioiello costruito in più anni e che ha finalmente aggiunto ad una linea dominante una secondaria che ha trovato in Eddie Jackson e Kyle Fuller (fresco di rinnovo in off season) due elementi in grado di realizzare un totale di 13 intercetti in stagione, rispettivamente 2° e 1° (a pari-merito con altri 2 giocatori) della Lega.

Anche l’attacco, seppur in maniera meno evidente, ha dato ottimi segnali di crescita considerando il totale rinnovamento del parco ricevitori e un quarterback giovane alla prima vera esperienza da trascinatore, il tutto contestualizzato in un cambio di approccio al campo a dir poco drastico.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

La risposta più banale potrebbe essere “Il kicker!”, ed in effetti sarebbe difficile riuscire a contestare un’affermazione del genere. In una stagione che ha sorpreso così tanto le aspettative è difficile definire qualcosa di diverso che non abbia funzionato nei Bears.
La cosa che più risalta all’occhio, la più evidente, è stata forse la poca lucidità nei momenti chiave del giovane Mitchell Trubisky, quando messo sotto pressione: non sempre c’è stata quella brillantezza che permette al campione di far reagire squadra, facendo la giocata giusta, non necessariamente spettacolare, ma che cambia l’inerzia della partita riportandola a proprio favore.

Un altro aspetto che, più che non funzionare, avrebbe potuto funzionare meglio, è stato forse il gioco di corsa: Jordan Howard ha faticato un po’ ad adattarsi al nuovo approccio offensivo, molto più dinamico, di Nagy. La potenza e la caparbietà del prodotto dell’Università dell’Indiana sono state armi preziose per la squadra, ma non sono state in grado di fare quel salto di qualità che sarebbe servito, ad esempio, per proseguire ancora il cammino nei playoff (abbastanza eloquente la prestazione del RB nel confronto con gli Eagles).

bears field goal

E ADESSO?

Adesso per Pace inizia una fase praticamente ancora inesplorata nella sua carriera di GM dei Bears: quella della conferma.
Se fino all’anno scorso il team necessitava di rinforzi importanti ed interventi massivi sul mercato e sul draft, quest’anno ci si dovrà confrontare con delle legittime alte aspettative da parte dei tifosi, che si aspettano che la squadra non solo mantenga i numeri mostrati nell’ultima stagione, ma possa puntare anche ad un post regular-season da protagonista.
Fin ora le mosse di Pace sono state ottime: è ormai archiviato il rinnovo di Bobbie Massie che lascia quasi immutato il Cap Space, non esattamente straripante dei Bears, con un’abile formula legata ai risultati. Recente notizia inoltre quella dell’accordo fra dirigenza e la forte guardia Kyle Long, che ha ristrutturato il proprio stipendio togliendo altri importanti numeri oltre a quelli risparmiati dal rilascio di Dion Sims.
Determinante nelle prossime settimane saranno i rinnovi di Bryce Callahan e della SS Adrian Amos, mentre a Chicago si vocifera di una possibile partenza di Howard via trade.
Ad ogni modo, molto del 2019 dei Bears passerà inevitabilmente nelle mani di Trubisky: vedremo se il ragazzo avrà la stoffa per diventare un vero campione.

chicago bears chiavacci

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