CHICAGO SUNDAY – 100 anni di Bears

Amici di Huddle Magazine, abbiamo il piacere di pubblicare in anteprima assoluta un capitolo del nuovo libro scritto da Alex Cavatton per celebrare il centenario dei Chicago Bears: CHICAGO SUNDAY.

Vi ricordiamo che la pubblicazione ufficiale sarà presso LePark in Via Sismondi, 50 a Milano nella giornata di sabato 13 aprile alle ore 17:00 (evento Facebook).

Nel capitolo si parla del leggendario quarterback Sid Luckman, punta di diamante della “T-formation” di Papa Bear che ha dominato la National Football League durante gli anni ’40.

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sid luckman bears giants

18. 1943 MVP: Sid Luckman

La vita degli anni ’20 a New York City è estremamente eccitante, nasce il Jazz, al Cotton Club si balla fino alla mattina successiva, gli stili di vita si modernizzano rispetto al passato ed il flusso di popoli che giunge nella Big Apple da tutte le parti della Terra crea un infuso di culture, sapori e profumi, di tradizioni; ognuno porta qualcosa di diverso e quel qualcosa diventa parte integrante del nuovo mondo del quale la città di New York è la capitale, e a distanza di un secolo lo è ancora a mio avviso.
Da quell’atmosfera elettrizzante nascono due dei personaggi sportivi che più amo: uno arriva dal Bronx e si chiama Giacobbe LaMotta, Jake per gli amici detto anche “The Raging Bull” (toro scatenato). L’altro è nato a Brooklyn ed è cresciuto tra le strade della vecchia Williamsburg e Prospect Park, un quartiere suggestivo che oggi è prevalentemente abitato da giamaicani, e il suo nome è Sid Luckman.
Approfondendo la mia ricerca su questi due atleti trovo che ci sia un particolare che li accomuna più del periodo storico, più della stessa hometown, più dei successi o dei record: è la risolutezza con cui portano avanti le loro sfide, come indossare un abito che eccede la misura e va oltre diventando sproporzionato. Però bello da vedere.
Il pugilato furioso e spregiudicato di LaMotta, che gli americani pronunciano “LaModa”, e l’ardente audacia di Sid Luckman sui campi da football sono figli della stessa madre, la strada.
L’estrema fiducia nelle proprie forze, talvolta eccessiva, viene alla luce nelle strade della Big Apple dove uno è un feroce attaccabrighe, e l’altro passa i pomeriggi a lanciare palloni nei vicoli di quartiere, dove non ci sono regole e senza tralasciare qualche finestra spaccata.
Dopo la high school ad Erasmus Hall, Sidney incontra tale Luigi Piccolo, coach italo-americano di Columbia che vergognandosi del suo nome lo trasforma in Lou Little. Lou convince Sid a sposare la causa dei Columbia Athletics di Manhattan. Columbia però rifiuta la domanda di iscrizione del giovane Sid che quindi finisce al New College for Education of Teachers, ma destino vuole che l’accademia chiuda nel 1939, venga assorbita da Columbia, e Sid con essa.
Luckman non ci mette troppo a farsi notare e gli Athletics gli concedono spazio: l’esempio è quello del “give an inch and take a mile” ma in senso buono, dagli una mano e lui si prende tutto il braccio: Luckman giganteggia lanciando per 2.413 yard con 20 touchdown all’attivo e si guadagna il 3° posto nella classifica per l’Heisman Trophy, il più importante titolo personale per il college football.

Arriviamo al draft del 1939, qualcuno ha messo gli occhi su Luckman e scalpita per averlo, ha capito che quella è la pedina che gli serve per far funzionare la sua scacchiera alla perfezione.
Il buon vecchio Papa Bear è ancora una volta lì a manovrare la strategia di ricostruzione dei Chicago Bears, e il suo intuito infallibile gli dice che Sid Luckman è l’uomo giusto per perfezionare la sua “T Formation”.
Ma i Bears hanno il 6° pick al draft e visto il potenziale di Luckman la chiamata di Chicago potrebbe essere troppo indietro per arrivare al QB; così Papa Bear forza la mano e convince i Pirates di Pittsburgh, i genitori degli attuali Steelers, a draftare Luckamn con la 2a chiamata assoluta e a scambiarlo con Chicago immediatamente.
Il 9 Dicembre 1939, George Halas esce dal New Yorker Hotel di NYC e nella sua tasca c’è il nome di quello che sarà l’unico Hall of Famer NFL di quel draft: Papa Bear cade sempre in piedi, non c’è niente da fare. Il capo dei Bears mette a segno quello che in gergo chiamiamo “steal”, ma attraverso un’operazione di mercato di scambio. Le competenze manageriali di George Halas hanno sempre una marcia in più.
Sid non è del tutto convinto del lavoro da professionista di football per via di affari di famiglia, ma Papa Bear gli fa cambiare idea con un contratto da capogiro.
A Chicago Luckman diventa una leggenda: dal 1940 al 1946 vince coi Bears ben 4 titoli NFL, viene nominato MVP nel 1943, e diventa il primo QB della storia a lanciare oltre 400 yard in una singola partita (443 per la precisione). Inoltre stabilisce il record NFL di tutti tempi per touchdown lanciati con 7 marcature in un solo match, record solo pareggiato e tuttora intatto.
La “T Formation” raggiunge l’apice della sua perfezione nel 73-0 della finale di campionato contro i Redskins, il capolavoro offensivo per eccellenza messo in atto dai Bears nell’impresa storica che nessuno in NFL riuscirà mai a superare, e qui ci metto la firma.
Papa Bear ci ha visto giusto ancora una volta, perché Papa Bear è il numero 1.
Sid Luckman però ha anche una grossa pecca, ossia i 132 intercetti subiti in carriera, un numero che rasenta la follia considerando che il quarterback ha collezionato 137 touchdown totali, ed ecco spiegato l’eccesso di confidenza di cui parlavo prima: come Toro Scatenato è finito spesso al tappeto, 19 KO su 106 incontri perchè molte volte abbassava la guardia per fare il bullo con l’avversario sul ring, Sid anche più spesso forzava i lanci eccedendo e riponendo troppa fiducia nelle sue braccia.
Ma nello sport ha ragione chi sa sognare, anche di poter raggiungere l’irraggiungibile, perché in diversi casi lo sport diventa la metafora della vita. Anche Meyer e Ethel Luckman, i genitori ebrei di Sidney, hanno saputo sognare quando decisero di lasciare la Germania dove tirava aria brutta per raggiungere New York City e passeggiare nelle sue larghe strade illuminate. Il sogno di un futuro migliore per i figli in questo caso prende forma attraverso lo sport e diventa realtà.
In un team che storicamente non ha mai avuto una buona tradizione di quarterback, Sid Luckman è universalmente riconosciuto come il migliore della franchigia navy and orange nel suo ruolo; nemmeno McMahon con la vittoria al Super Bowl XX gode di più rispettabilità di Luckman e il #42 che Sid indossava è stato ritirato dai Bears.
Sid Luckman resta quindi il QB più importante della storia dei Bears, in attesa di vedere quello che farà Mitchell Trubisky.

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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