[NFL] Super Bowl LIII: le pagelle

Non è stato un Super Bowl straordinario, arrivavamo da un paio d’anni davvero stellari. Ma nemmeno da buttare via totalmente. C’è stato peggio di peggio, da Baltimore-New York con Trent Dilfer e Kerry Collins in balia di due grandi difese, a Denver-Seattle e tutte le partite troppo scontate. Abbiamo visto giocare due ottime difese. Non a tutti piacciono gli scacchi. Ma non sempre si possono avere i fuochi d’artificio. Io la penso così! (Serve dirlo?)

Primo tab dedicato ai New England Patriots, secondo tab per i Los Angeles Rams. Siete d’accordo con i nostri voti?

TOM BRADY – 6,5

Non certo la sua miglior partita, e nemmeno il suo miglior Super Bowl. Il primo lancio intercettato è dimenticato in fretta, ma la difesa di Los Angeles è una brutta bestia. È però a casa sua quando si gioca per il Vince Lombardi Trophy e così non si scompone. Prende quello che può (i passaggi a Edelman) e aspetta che la partita venga a lui. Piazza due pallette per Gronkowski che ci ricordano che il 12 è sempre il 12. Con la seconda costruisce il touchdown della vittoria. Questo Super Bowl ricorda l’ultimo vinto da Peyton Manning. I campioni sanno quando per vincere si devono appoggiare ai compagni.

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JULIAN EDELMAN – 8,5

L’unico che tiene accesa una partita oscura. Quando serve è sempre libero. E Brady lo pesca puntualmente. Non c’è il touchdown, che sarebbe stato la ciliegina sulla partita e un voto molto più alto, ma questo Super Bowl è la ciliegiona sulla carriera di Edelman e potrebbe valere persino un biglietto per Canton. Sì, è sempre lo stesso Edelman che si esibì in quell’assurda ricezione contro Atlanta due anni fa. Quello che viaggia spesso senza farsi vedere dai radar, ma quando spunta il puntino rosso è troppo tardi.

edelman patriots super bowl liii

ROB GRONKOWSKI – 6,5

È lontano parente del giocatore dominante che nessuno sapeva come marcare, ma Gronkowski dopo dei playoff assolutamente anonimi al Super Bowl piazza due-tre giocate che si ricorderanno. La ricezione in tuffo che porta New England a due yard dalla end zone, prima del touchdown chiave, è davvero un pezzo di grande bravura. E oltre a un altro paio di buone prese, vanno doverosamente citati alcuni blocchi monstre utilissimi alla causa. Per lui il posto nella Hall of Fame è prenotato. Subito tra 5 anni?

ALTRI WR – 5

Chris Hogan (4) non la prende mai. Cordarelle Patterson (6) trova qualche spazio più da running back che da ricevitore. Gli altri sono dispersi.

SONY MICHEL – 7

Firma il “gol” partita, l’unico td di un Super Bowl che i non addetti ai lavori davanti alla televisione avranno abbandonato in fretta. Un rookie che segna su corsa, in finale non si vedeva da un pezzo. Lui esce alla distanza e trova modo di incidere. Ha dominato i playoff, il futuro è dalla sua.

ALTRI RUNNING BACK – 6

Rex Burkhead (6,5) pesca un paio di guizzi, James White (5) questa volta resta in disparte. Ed è una notizia.

LINEA OFFENSIVA – 8,5

Questa volta concedono un sack su Brady, contro i Rams ci sta. Anche perché per il resto resistono alla grande all’assalto di Donald, Suh e compagnia. Sulle corse fanno il possibile e quando arriva l’occasione buona davanti a Michel si apre una voragine da far invidia a Mosé sul mar Rosso.

LINEA DIFENSIVA – 9

Goff sente spesso e volentieri il fiato sul collo. E per un ragazzo giovane è un bel problema. Le corse sono praticamente cancellate. Cos’altro chiedergli?

LINEBACKER – 9

Hightower e Van Noy, quest’ultimo strappato per due lire ai Lions e sempre più cardine dei Pats, sono indemoniati. Ne fa le spese il povero Goff, che non sa dove voltarsi per uscire dalla giungla.

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DEFENSIVE BACK – 9

Perdono anche quest’anno Chung a partita in corso, ed è un colpo non da poco. Cooks ammassa un po’ di yard a fine partita, ma quando serve la giocata, quella arriva. E non solo l’intercetto di Gilmore che mette in ghiaccio il match nel finale, ma anche quell’intervento di Jason McCourty sul fondo della end zone che cancella un td fatto di Cooks.

mccourth super bowl liii

STEPHEN GOSTKOWSKI – 6,5

Un errore e un paio di calci a fil di palo. Serata complicata per un kicker di primo livello che alla fine è il miglior marcatore della serata.

RESTO SPECIAL TEAM – 7,5

Niente di straordinario sui ritorni, dove non commettere errori però è un grande valore aggiunto in una finale. Eccellenti i punt e le coperture di Slater per far partire Los Angeles sempre in posizioni complesse.

BILL BELICHICK – 10

L’apoteosi del genio. Stravince il duello con il giovane McVay. Ribadisce con questa partita, e soprattutto questa stagione partita in sordina, come sia il più grande coach di ogni epoca. Sa vincere partite a chi segna di più (ricordate quella con i Chiefs in regular season?) e sa vincere annullando un super attacco come quello dei Rams. Come costruisce le squadre quest’uomo qui non le costruisce nessuno. E pure come le fa giocare lui non ha eguali. Sei Super Bowl vinti e nove giocati in 18 anni. Ma davvero dobbiamo aggiungere qualcosa?

JARED GOFF – 5

Confuso, timido, impacciato. Il peggior Goff dell’anno, intrappolato da Belichick. Ogni tanto cade l’occhio sulla sideline: per controllare che d’un tratto non sia tornato coach Fisher. Nel finale azzecca qualche bel passaggio ma non è stata la serata che sognava.

BRANDIN COOKS – 6

Quando Goff ha iniziato a sbloccarsi ha cominciato a macinare un po’ di yard. Mezzo punto in meno per quel touchdown che avrebbe cambiato la sfida ma che Jason McCourty gli toglie con un tempismo stratosferico.

ROBERT WOODS – 5,5

Resta quella grande ricezione sulla sideline, su cui i Patriots decidono di non chiamare il challenge nonostante qualche dubbio sul possesso in tempo ci fosse.

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ALTRI WR – 5

La serata di Goff non permette al resto della truppa, i tight end soprattutto di partecipare alla partita. Quanto è mancato Cooper Kupp.

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TODD GURLEY – 4

Se stava davvero bene come continua a ripetere, non si può dare altro voto. Super Bowl anonimo al culmine di playoff incolore. Non era il vero Gurley quello che si è visto ad Atlanta. Zero sprint, incapace di tagliare. Si fatica a credere fosse sano sul serio.

CJ ANDERSON – 4,5

Dopo alcune grandi prove anche Anderson stecca. In un paio di occasioni fa capire che ha più marce di Gurley, ma spazi non ne trova. Tanti meriti alla difesa dei Pats.

LINEA OFFENSIVA – 5

Goff va in affanno. I linebacker arrivano a piena velocità. Buchi in cui possono infilarsi i running back non se ne vedono.

LINEA DIFENSIVA – 6,5

Brady li sente arrivare. Si muovono intorno a lui. Lo pressano. Arrivano persino a mettergli le mani addosso. E ne limitano le possibilità di espressione spesso e volentieri. Ma non a sufficienza per fargli commettere più errori per vincere la partita. Positivi ma non stradominanti sulle corse. Mezzo punto in meno dei linebacker perché da Donald e Suh ci si poteva aspettare anche la giocata, quella con la G maiuscola.

donald rams super bowl liii pagelle

LINEBACKER – 7

Littleton è tra i migliori dei suoi. La difesa d’altronde concede appena 13 punti ai Patriots e se l’avessimo scritto alla vigilia avremmo immaginato di raccontare una sonante vittoria di Los Angeles.

DEFENSIVE BACK – 8

L’unico che riesce a sfuggir loro è Edelman, davvero straordinario. Il resto è molto molto ben contenuto. Brady chiude la serata senza td pass e le giocate che gli riescono sono stratosferiche (vedasi le pallette a Gronkowski di cui sopra).

GREG ZUERLEIN – 6

I field goal da oltre le 50 yard nei Super Bowl si contano sulle dita di una mano (su quattro dita per la precisione) e uno di questi da domenica è suo. Sbaglia però il calcio che avrebbe lasciato un microscopico spiraglio di arrivare ai supplementari.

RESTO SPECIAL TEAM – 6,5

I protagonisti assoluti per la gran parte del Super Bowl, il che non depone a favore dei Rams. Bravi nel non sbagliare nulla. Non c’è la giocata jolly (ma i tempi per i ritornatori sono cambiati) in stile Desmond Howard dei Packers nel Super Bowl XXXI. E quanto sarebbe servita.

SEAN MCVAY – 4,5

Ko tecnico. Belichick l’ha steso. McVay prepara peggio del collega la partita e non trova contromisure in corsa. Classico caso in cui essere innovatori non basta, vince l’esperienza. E ci sta. Il coach dei Rams ha due-tre vite davanti a sé per imparare dagli errori e rifarsi. In due stagioni ha risollevato Los Angeles, portandola al Super Bowl e valorizzandone i giocatori. Sarebbe toccato a lui trovare un modo di far giocare meglio Goff. Non c’è riuscito.

 

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