I finalisti per la Hall of Fame 2019

Tra pochi giorni saranno eletti i nuovi membri della Hall of Fame per il 2019 che saranno scelti tra 18 finalisti.

I candidati

Quindici giocatori e allenatori più tre scelte “non di campo” che vi proponiamo nella galleria fotografica con un po’ di informazioni sulla loro carriera.

Champ Bailey

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Settima scelta al Draft del 1999 con i Redskins, Bailey ha trascorso quattro stagioni a Washington prima di un decennio ai Broncos. Numeri pazzeschi in carriera: 909 tackle, 203 pass deflected e 52 intercetti. In totale, 12 i Pro Bowl, il massimo numero per un defensive back, e 3 gli All-Pro per Bailey, che fa parte della NFL 2000s All-Decade Team, pur senza aver mai vinto un Super Bowl.

Le regole per essere nominati ed eletti

Per entrare nel lotto dei finalisti un giocatore/coach deve essersi ritirato da almeno cinque anni mentre non ci sono limitazioni per Presidenti e Dirigenti. Chiunque può indicare una preferenza scrivendo una lettera o una mail alla Hall of Fame tenendo presente i criteri di eleggibilità. Più volte l’anno viene stilata una classifica che viene posta all’attenzione del Board.

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Ogni anno, il giorno prima del Super Bowl, il Board composto da quarantasei persone esprime il proprio gradimento per ogni singolo candidato e quelli che superano l’80% dei voti favorevoli vengono eletti nella Hall of Fame. Trentadue persone (di solito giornalisti) sono dell’area di riferimento di ogni squadra NFL, uno è il rappresentante della Pro Football Writers Association e tredici sono nominati indipendentemente dalla loro residenza geografica (anche in questo caso giornalisti/scrittori).

Il minimo di “indotti” è quattro, il massimo è sette. Nel caso non si raggiunga il numero minimo verranno presi i candidati con la percentuale di voti più alta, invece verranno esclusi quelli con la percentuale più bassa se il numero dei teorici prescelti è superiore a sette.

Ps: se volete dare un occhio a quello che la HoF contiene abbiamo un report fotografico tutto per voi:

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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