AREA 54: Il pagellone 2018 dei Chicago Bears

Seconda uscita per Area 54. Giusto il tempo di riflettere meglio sull’annata appena trascorsa, rivedere quanto successo, per tirare le somme sulla stagione dei Chicago Bears con i voti di Alex Cavatton.

– SAM ACHO SV

– ADRIAN AMOS JR. 6.5
Presente quando serviva, puntuale negli interventi difensivi e grande prova nella Wild Card. Ci auguriamo di vedere una sua firma di rinnovo all’apertura della free agency.

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– PRINCE AMUKAMARA 7
Inizio un pochino in salita che ha lasciato qualche dubbio specie dopo la partita contro i Pakers di week 1, poi grande ripresa con momenti esaltanti. Bene così.

– JOSHUA BELLAMY 6.5
Bellamy era finito sotto la lente dopo la poco incoraggiante stagione 2017, pare abbia trovato nello Special Team il suo elemento naturale in cui ha fatto molto bene e sempre con grande aggressività sui punt.

– BEN BRAUNECKER 6
3 ricezioni, 42 yard tutte preziose. Voto di incoraggiamento per il TE4.

– DANIEL BROWN SV

– JONATHAN BULLARD 5.5
16 partite delle quali 1 sola come titolare, poco incisivo.

-MICHAEL BURTON 5
Il 46 è un numero che ha parecchio valore e significato a Chicago, chi lo indossa dovrebbe avere più impatto. Stagione insipida.

– TREY BURTON 7.5
Partenza folgorante e grande intesa con Trubisky che lo sceglie spesso come suo target preferito. Peccato per la sua assenza nella sfida contro gli Eagles perchè avrebbe potuto dare un contributo non indifferente.

– DEON BUSH 5.5
Il fumble forzato contro i 49ers e i 3 tackle contro Philadelphia non bastano per fargli raggiungere la sufficienza. Anemico.

– BRYCE CALLAHAN 7
Sorprendente. Ritmo alto sul campo, con le sue incursioni ha spesso inserito una marcia in più nel gioco di Chicago. Bravo!

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– TARIK COHEN 8
Tanto impegno e tanta passione, però 7 fumble sono troppi. The Human Joystick è cresciuto tanto guadagnandosi la selezione al Pro Bowl, ma serve ancora migliorare, soprattutto nelle penetrazioni verticali. Nel complesso uno dei migliori.

cohen bears packers

– RASHAAD COWARD SV

– BENNY CUNNINGHAM SV

– CHASE DANIEL 6
Ci ha messo un pò a togliere la ruggine dai gomiti, ma poi ha saputo rimpiazzare dignitosamente Trubisky nelle due gare contro Lions e Giants producendo un record di 1-1.

– JAMES DANIELS 8
Questo ragazzo ha del talento e con lui ci siamo garantiti un bel innesto per i prossimi anni. Favolosa la prova contro i Lo Angeles Rams dove ha letteralmente cancellato gli assalti ninja di Aaron Donald dandogli una lezione bella e buona. Bravo ragazzo, mi sei davvero piaciuto!

– KYLIE FITTS SV
Dal limbo del sesto round non ci si può aspettare granchè.

– LEONARD FLOYD 7.5
Partenza sotto tono, a volte serve tempo per ritrovare quella fiducia che ti aiuta a giocare meglio. Floyd è una stella a mio avviso, una di quelle stelle che sporadicamente viene coperta dalle nubi, ma che quando brilla è molto più luminosa di altre. Ha ritrovato il passo giusto col trascorrere della stagione ed è stato bravo nel riconfermarsi atleta di livello.

– KYLE FULLER 9
Toglie le castagne dal fuoco quando è necessario, il suo gioco cresce in maniera esponenziale e si trova spesso a recitare le parti dell’uomo più atteso in campo. Guida la lega con 7 intercetti. Fenomenale.

– TAYLOR GABRIEL 6.5
Duttile e affidabile quando chiamato in causa, a volte i centimetri sono un problema ma turbo Gabriel ha le qualità per colmare il gap.
Nella seconda stagione troverà una migliore intesa con Trubisky.

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– EDDIE GOLDMAN 8
Apparentemente un lavoratore silenzioso, di quelli che si sbattono e stanno nel loro metro quadro senza schiacciare i piedi a nessuno e lasciando la gloria agli altri. Io questi faticatori li premio e quindi per Eddie un voto molto alto mi sembra coerente con la mia filosofia. 16 partite, pulito con 3 sack e 1 fumble recuperato; quella safety contro i Rams mi ha fatto saltare sul divano!

– AKIEM HICKS 10
Invalicabile, comanda lui.
Hicks è quello che ci ha creduto più di tutti e con la sua simpatia credo sia stato uno degli elementi principali sulla costruzione dei legami nello spogliatoio. Akiem è quello che più di tutti ha goduto dell’arrivo di Khalil Mack, e i due mostri fianco a fianco hanno imposto la legge nel selvaggio terreno della NFL, il più duro al mondo da tenere sotto controllo.

– DEANDRE HOUSTON-CARSON 6
Il fumble recuperato contro New England gli vale la piena sufficienza, bel lavoro anche nello Special Team.

– JORDAN HOWARD 5.5
Il mio voto più sofferto arriva dopo una stagione altalenante a discapito delle 935 yard e dei 9 TD del Bulldozer. Ho difeso Howard a spada tratta contro ogni genere di contestazione e critica durante tutta la stagione perchè i 2 anni precedenti il running back li ha vissuti da trascinatore non facendo rimpiangere la partenza di Matt Forte. Ora però faccio i conti con la realtà e leggendo 35Yds nella sfida più importante della stagione mi prende un colpo. Ok il gioco di Nagy, ma la sua stagione 2018 ha il sapore di un’occasione persa.

– ISAIAH IRVING SV
1 sack contro Buffalo e poco altro.

– JOEL IYIEGBUNIWE 6
Quando chiamato in causa nelle sfide meno calde ha risposto presente, passa inosservato ma comunque va bene così.

– EDDIE JACKSON 10
Mr. takeaway non ha fallito un colpo, stagione da incorniciare e si creano grandissime aspettative intorno al suo futuro. Dominante nelle retrovie ad un certo punto si è trovato ad avere gli stessi touchdown di Julio Jones, solo che Eddie gioca in difesa! Semplicemente perfetto.

– ERIC KUSH 6.5
15 partite, 1 fumble recuperato e una sola penalità a sfavore. Concreto quanto basta.

– NICK KWIATKOSKI 6
Leggermente sotto le medie dei 2 anni passati, ma tutto sommato ok. 1 fumble forzato e la conversione da 2 punti contro i Vikings a week 17 gli valgono la sufficianza.

– CHARLES LENO JR. 7
16 partite da titolare e 100% di presenze negli ultimi 3 anni. Zero penalità nel 2018, questo è un giocatore da tenersi stretto. Ironman.

– KYLE LONG 5
Il 1st rounder 2013 dei Bears ha giocato 47 partite nei primi 3 anni e solo 26 nei 3 anni a seguire. Troppo soggetto agli infortuni lascia spesso la linea offensiva in braghe di tela. Nonostante la poderosa stazza e il grande rispetto di cui gode nella Halas Hall, le assenze di Long hanno iniziato ad irritare i tifosi e di conseguenza il gigante non può essere considerato ulteriormente una garanzia. Chicago correrà ai ripari nel prossimo draft.

– AARON LYNCH 7.5
Prima stagione a Chicago, buon impatto con 1 intercetto e 3 sack. Si diverte in modo spontaneo e fa trash talking quando si presenta l’occasione: 1 punto in più per lo scriteriato balletto da pornodivo contro i Bills che gli è costato 15Yds di penalità e 10.000$. Amo queste cose perchè si riconnettono con la realtà in un mondo che vive di finzioni e apparenze. Lui se ne fotte e per me vince con stile.

– KHALIL MACK 10 e LODE
Al 10 di Mack aggiungo la lode per aver riportato la difesa Bears al pari con la sua rinomanza. Mack ha inoltre cancellato quella fastidiosa mediocrità che scendeva in campo negli ultimi anni a colpi di sack. Potrei scrivere un libro su quello che penso di Mack ma mi riduco ad una parola: monumentale.

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Mack Bears Buccaneers

– BOBBY MASSIE 6
Sempre presente, qualche penalità di troppo ma solido.

– SHERRICK MCMANIS 6.5
Garanzia di profondità nel roster ed esperienza, ha l’Illinois nel sangue. Mi piace seriamente.

– TAQUAN MIZZELL 6
Giocare con gente come Howard e Cohen davanti non è semplice. Taquan però ha dato un discreto contributo. 6 di incoraggiamento.

– BILAL NICHOLS 7
2 fumble forzati e 1 recuperato, titolare nelle partite meno rilevanti ad eccezione di quella contro i Packers al Soldier Field. Ma cosa dico? In NFL non esistono partite meno rilevanti, quantomeno non nella NFC, e Nichols è un toro! 3 sack e costante nei tackle ha guadagnato l’esperienza necessaria per ambire ad un ruolo da protagonista negli anni a venire.

– PAT O’DONNELL 8
Punt sartoriali, peccato non calci lui i field goal.

– CODY PARKEY 3
Messo in discussione fin da subito da critica e tifosi, dopo i 4 pali qualcuno lo avrebbe già messo alla gogna. A conti fatti senza gli errori contro Miami, New York e Philadelphia hanno inciso troppo sulla nostra stagione, Parkey si era quasi ripreso ma alla fine è crollato sul più bello. Non ci piacciono i perdenti a Chicago, il kicker appartiene già al passato e presto vi parlerò dei candidati che lo potrebbero sostituire.
Looser.

– ROY ROBERTSON-HARRIS 6.5
Roy garantisce profondità alla panchina, penso sia essenziale avere giocatori come lui guardando al futuro. Efficace quanto basta per entrare nelle mie grazie.

– ALLEN ROBINSON II 8.5
Rientrare così bene da un infortunio devastante non è cosa semplice, specialmente nella NFL dove i colpi duri non ri risparmiano. Allen ha spinto avanti Chicago nei momenti di difficoltà e trascinato il reparto da vero leader. 4TD non rendono giustizia; Pace ha detto che il gioco sulle ricezioni si può ricostruire velocemente ed aveva ragione. Robinson resta un fuoriclasse assoluto.

– PATRICK SCALES SV

– ADAM SHAHEEN 4.5
A 24 anni un giocatore di football dovrebbe già essere nel suo prime. Infortuni e scarsa presenza sul campo non lo rendono di certo un punto nevralgico dell’attacco. Vista l’esperienza recente con Kevin White preferisco essere severo anzichè illudermi. Resta comunque un margine di miglioramento enorme per Baby Gronk.

– DION SIMS 0
Tanti soldi rubati e nulla di più.

– ROQUAN SMITH 9.5
Se alla tua prima azione in carriera mi stendi Aaron Rodngers in quel modo le porte del mio cuore si spalancano automaticamente. Presenza e padronanza del campo sono impressionanti per un ragazzo al suo primo anno tra i professionisti, non potevamo fare scelta migliore al draft. Con Trevathan e Mack al suo fianco è cresciuto esponenzialmente, ha tutte le carte in regola per portare avanti il lavoro fatto da gente come Butkus e Urlacher. Mostro vero.

– BRADLEY SOWELL 7
201 cm X 141 kg d’esperienza sulla linea offensiva. Quel touchdown contro i Rams resterà nei miei ricordi per sempre.

– KEVIN TOLIVER II 6.5
Giocatore utile, prepotente nella partita contro Tampa Bay e sempre predisposto a fare il lavoro sporco.

– DANNY TREVATHAN 10
Veterano, voce in campo, uomo spogliatoio.
Non esiste miglior giocatore al quale affidarsi per far crescere i giovani e per governare una difesa dal centro. Nella partita contro gli Eagles l’intera difesa si chiudeva a cerchio intorno a lui nella fase di huddle e Danny ha portato i suoi compagni a dominare il campo. Senza di lui non saremmo a questo punto, leader vero in grado di fare la differenza quando più conta.

– MITCHELL TRUBISKY 9
Progresso impressionante, elusivo e pragmatico ha silenziato le critiche e trasformato i dubbi in certezze. Primo QB di Chicago a presenziare al Pro Bowl dai tempi di Jim McMahon, a Trubisky voglio dire questo: fai si che quei 12 intercetti si riducano a 6 ed il tuo nome sarà tranquillamente paragonabile a quelli di Brady, Rodgers e Brees.

Trubisky Bears Buccaneers area 54

– KEVIN WHITE 2
Dopo questa ennesima deludente annata ha finito i life point. Non serve parlare di futuro con lui perchè in questo team di futuro per lui non ce n’è. Kevin non ha minimamente ripagato le aspettative, nel corso degli anni sono passato dall’esaltazione, alla speranza, alla frustrazione per concludere con la rassegnazione. Andrà altrove e farà grandi cose, un pò come LeBlanc o Ron Rivera, ma a questo punto per noi poco conta.
Bust.

– CODY WHITEHAIR 8
Sicurezza. Ripagato infine con la chiamata al Pro Bowl a testimonianza che la sua è stata davvero una bella stagione.

– MARCUS WILLIAMS SV

– NICHOLAS WILLIAMS SV

– JAVON WIMS SV
Speriamo di vedere l’atletismo di questo ricevitore nella prossima stagione, quest’anno ha perso il treno.

– BRIAN WITZMAN 6
Niente di speciale, ma quel poco che ha fatto vale il 6 politico.

– MATT NAGY 9.5
Il Coach of the Year 2018 non ha bisogno di ulteriori lodi. La gestione di Parkey durante la stagione doveva e poteva essere migliore e nonostante io la abbia difesa, quel maledetto palo mi rimane indigesto, di conseguenza non posso dare il massimo dei voti. Questo non toglie meriti al coach che ha saputo vincere 12 partite e riportare Chicago tra i legittimi contender del futuro.
Boom!

– VIC FANGIO 8.5
Straordinario lavoro che ha riportato la difesa all’antico splendore dal dominio senza eguali. Lavoro certamente da 10 in pagella, ma i saluti frettolosi dopo meno di 48 ore dall’eliminazione alla Wild Card gli fanno perdere punti preziosi che diversamente meriterebbe.
I suoi ragazzi non ci sono rimasti bene per i saluti improvvisi, ma nessuno riserva rancore per la scelta di Fangio. Grazie di tutto.

– RYAN PACE 10+
Se il lavoro del GM funzione, 9 su 10 le cose funzionano.
Pace ha fatto si che il sole tornasse a risplendere nella Windy City del football e mi aspetto da lui grandi sorprese e mosse superlative sul mercato e nel futuro prossimo perchè ormai mi ha abituato così.
Idee chiare, profonda conoscenza e tanta voglia di vincere. Siamo nelle tue mani.

Chicago Bears Alex

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