Reazione Bills ma non basta (Buffalo Bills vs Tampa Bay Buccaneers 27-33)

Buffalo, dopo una settimana tempestosa seguita alla sconfitta anomala e umiliante nel Monday Night ad opera di New England, sei giorni dopo rincontra un altro arcirivale, Tom Brady, che in 35 incontri contro i Bills come quarterback dei Patriots ha un record di 32-3, che diventerà di 33-3 dopo la partita di questa week 14.

Considerazioni

Nel primo tempo della partita i Bills sono sembrati gli stessi lasciati lunedì nella bufera di Orchard Park, nessuna corsa tentata, tanti lanci poco efficaci e una difesa trasparente, tant’è che quando la prima metà di gara si è conclusa la contesa appariva segnata con il punteggio di 3-24 per i Buccaneers. Inoltre, a riprova dello stato confusionale in cui sembrava trovarsi il coaching staff dei Bills, in particolare McDermott e Daboll, Buffalo è stata la prima squadra dal 1991, quando furono ancora loro, a non eseguire corse con un runningback nel primo tempo.

Al contrario i Bucs hanno approfittato nel primo tempo di una difesa avversaria a dir poco porosa e hanno segnato tre touchdown, tra cui quello di Evans che l’ha reso il giocatore nella storia dei Buccaneers con più segnature da sei punti; per concludere il capitolo record, poco dopo Brady con un campanile lanciando cadendo all’indietro, pericolosissimo, ha trovato sempre Mike Evans facendo segnare il suo completo numero 7’143 che lo rende il quarterback con più passaggi completati nella storia della NFL.

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Al ritorno dagli spogliatoi la musica non sembra cambiata per Buffalo, che al primo possesso su 4th & 2 dalle proprie 45 sciaguratamente prova un fake punt, ironicamente con una portata di un runningback, cosa mai fatta nel primo tempo, che non inganna nessuno perché Breida viene placcato da O’Connor con addirittura una perdita di yard. La difesa dei Bills però finalmente ha un moto d’orgoglio e costringe l’attacco di Brady a un 4th & 2 che neanche loro convertono, e poi la prima azione del nuovo drive della offense di Buffalo segna la svolta e l’inizio della rimonta. Finalmente a 11 minuti del terzo quarto viene chiamata una corsa per un runningback, Devin Singletary, su uno schema utilizzato diverse volte nel corso della partita, una sorta di option dove il runningback è a lato del quarterback e corre verso l’esterno del campo mentre nel caso in cui il quarterback tenesse la palla, questi correrebbe sulla lunghezza del terreno da gioco. La prima corsa di un runningback va alla grande, è un big play di 29 yds, e questo drive si concluderà con una chiamata simile, questa volta però Josh Allen tiene la palla e entra intoccato in end zone dopo che la difesa si era spostata verso il runningback sull’esterno, resa onesta dalla lunga corsa concessa in precedenza.

Qui sta l’importanza del gioco di corsa, che non deve essere per forza quello degli Eagles o Ravens, ma tiene sulle spine la difesa, toglie pressione al quarterback, permette di consumare cronometro, tant’è che nel primo tempo, quando, come avviene di frequente, Todd Bowles ha lanciato diversi blitz a Josh Allen, i blitzer neanche consideravano la possibilità che la finta di consegnato al quarterback potesse essere veritiera ma si lanciavano diretti su Josh Allen, con buoni risultati.

Attacco e difesa degli ospiti si sono nutriti reciprocamente del momentum guadagnato nel secondo tempo, migliorando costantemente la propria prestazione e spaventando i Bucs che probabilmente dopo la prima metà pensavano di avere la gara in tasca. La difesa ha migliorato la propria prestazione come velocità nel piombare sugli avversari, anche Frazier, defensive coordinator, ha lanciato qualche blitz in più del suo solito, lui che è fedele all’idea di mandare in pressione solo quattro giocatori, mandando maggiormente in affanno Brady e togliendo Fournette dall’equazione dell’attacco di Byron Leftwich. Dane Jackson, il sostituto di Tre’Davious White, si è comportato bene contro i tight end dei Bucs, rompendo una ricezione di Brate e disimpegnandosi contro quello che alcuni ritengono essere il più forte di sempre nella posizione, Rob Gronkowski.

Brady che era 106-1 quando sopra di almeno 21 punti all’intervallo (unica sconfitta in questa situazione arrivata nel 2011 proprio contro Buffalo) ha rischiato di passare a un record di 106-2 quando i Bills hanno pareggiato la contesa a 27-27 a 25 secondi dalla fine. Ai tempi supplementari però la difesa ottiene uno stop e su 3rd & 3 Brady passa a Perriman, completamente libero, che si libera del linebacker Edmunds accorrente e corre 58 yds fino alla end zone che vale anche la vittoria.

Se mai fosse servita questa vittoria, Tampa Bay sa che, sebbene non ancora ufficialmente, la NFC South è sua, dovrebbe fare la corsa sulle prime della conference per cercare di ottenere un first round bye, ma per lo meno rispetto all’anno scorso sa che almeno una partita di playoff la giocherà in casa, al Raymond James Stadium.

Buffalo perde la quarta partita da week 8, continuando una stagione altalenante e che non sta rispettando le aspettative. Contro New England e nel primo tempo della partita appena commentata, il coaching staff nel play-calling è apparso in totale confusione, tanto da farsi del male da solo, non comprendo infatti il totale rifiuto di anche solo provare a correre con la palla, che di sicuro demoralizza i runningback ma anche la linea offensiva, per cui il gioco di corse è la parte davvero “offensiva” del loro gioco, quando provano a muovere gli avversari e imporre la loro supremazia fisica. Come mi sembra di aver letto in un tweet di Mitchell Schwartz, ex right tackle dei Chiefs, l’importanza del gioco di corse, al di là della sua efficacia, sta proprio nell’affermare la dominanza fisica sull’avversario, il che ha ricadute positive su tutto l’attacco e la squadra più in generale.

I Bills come restante schedule hanno due partite abbordabili contro Panthers e Falcons, una da vincere contro i Jets e poi il secondo incontro con i Patriots, a Foxborough, in cui sarà importante per il morale fare una partita più agguerrita e ragionata di quella vista una settimana fa in casa, un posto da wildcard ai playoff non glielo toglie nessuno se giocano come nel secondo tempo contro i Buccaneers.

I Bucs hanno una schedule simile a quella dei Bills, affronteranno due volte i Panthers, i Jets e i Saints, potrebbero fare un filotto di vittorie alla fine della stagione per arrivare caldi ai playoff e contendere il primo posto nella conference a Green Bay e Arizona.

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