[NFL] Week 14: Miracolo a Miami (New England Patriots vs Miami Dolphins 33-34)

Nella calda e umida Miami si trovavano di fronte due storiche rivali della NFL, da sempre in lotta per la AFC East, prima contesa anche dai Dolphins guidati dal grande Dan Marino e dagli anni 2000 giardino della dinastia del trio Kraft-Belichick-Brady.

Cronaca

Il primo è il tipico drive dei Patriots, metodico ed efficiente, che li conduce alle porte della end-zone, dove alla old-school football, è il fullback Develin a far entrare la palla, con il suo quarto touchdown nelle ultime 4 partite. Successivo al touchdown l’extra point di Gostkowski sembra una formalità, ma questi calcia sul palo destro. 6-0 Miami risponde con un possesso caratterizzato da un play-calling aggressivo e aiutato da una corsa del veterano Gore, che va per 36 iarde (in questa partita diventerà il quinto di tutti i tempi in yard guadagnate). Sul 1st & Goal dopo lo snap tutta l’offensive line si muove verso destra, seguita dal proprio quarterback dietro di essa, che trova Kenny Stills sull’esterno, il quale ha già guadagnato una buona separazione da McCourty, e quando riceve la football accellera per l’angolo della end-zone. 6-7

Il successivo possesso di New England è un 3 and out, critico è il tackle for loss di Kiko Alonso su Rex Burkhead sul terzo down; anche Miami si riduce al punt, peccato che questo venga bloccato da McClellan e recuperato il possesso da Humber alle 18 degli avversari, dando un’eccellente posizione con cui lavorare a Brady. A circa 3 iarde dalla linea di touchdown, Edelman batte il cornerback in copertura a uomo su di lui, Armstrong, tramite una doppia mossa, prima va verso l’interno per poi piantare i piedi e scattare nella direzione opposta e ricevendo il passaggio del compagno Tom (Brady) in end-zone. 13-7

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Josh Gordon Patriots Dolphins

I drive di Miami sono letali e fulminei, prima Tannehill trova Stills per 21 iarde, poi il runningback Bolden, ex della partita col dente avvelenato, corre 54 iarde sfruttando i grandi bloccaggi dei compagni, in particolare del numero 81, il tight-end Smythe per il 13-14. I Patriots si ricompongono e sul possesso successivo si riportano in vantaggio, quando Brady lancia lungo per Patterson che sfrutta la sua velocità per battere il cornerback Aikens, non supportato a dovere dal free safety Reshad Jones, che si è mosso troppo tardi per intervenire sulla fine della traccia del ricevitore di New England. 20-14

Miami continua però a fare ciò che le è riuscito fino a quel momento, Tannehill lancia un’altra freccia a Stills per 43 yard e dalle 6 di New England, Bolden porta la football ancora nella end-zone, questa volta con una corsa meno di fino ma più di potenza: 20-21, E’ un continuo botta e risposta, sul possesso seguente Brady coinvolge tutti i propri ricevitori per guadagni medio-lunghi: Gordon (18 yds), Edelman (20 yds) e Gronk (15 yds), che sarà lo stesso a eseguire il touchdown(il primo stagionale ricevendo la palla direttamente nella end-zone). 27-21

La fine della prima metà non riserva emozioni, ma, almeno per quanto riguarda Miami, preoccupazioni, quando il right-tackle Ja’Wuan James calpesta la caviglia di Tannehill, costringendolo ad uscire, tuttavia dal replay l’infortunio appariva più preoccupante di quanto fosse in realtà, il quarterback di Miami tornerà in campo, anche se un po’ acciaccato. Al primo possesso dopo l’intervallo, New England perde ancora punti a causa del proprio kicker Gostkowski, che calcia largo a destra un field-goal da 42 iarde, non il più difficile per un professionista della NFL. Miami punge ancora una volta con velocità, come una vespa, 4 giocate di cui due di Frank Gore per un totale di 40 iarde e un altro passaggio perfetto di Tannehill nella end-zone per le mani sicure di Brice Butler, che si estende per evitare la copertura di Stephon Gilmore ed eseguire la presa. 27-28

New England continua con i suoi drive costanti e ben congegnati, ma non riesce a convertire, anche per merito della difesa dei Dolphins, dei terzi down cruciali, che li costringono ad accontentarsi solo di due field-goal, per lo meno realizzati, prima della fine della partita. 33-28

A questo punto mancano 16 secondi e ai Dolphins serve un touchdown, il ritorno del kickoff si ferma alle 31 di Miami quando mancano 7 secondi. In tali situazioni si prova o un ”Hail Mary”, lancio profondo, alla cieca, nella end-zone avversaria sperando che succeda un miracolo per cui qualcuno dei propri ricevitori prenda la palla; o si esegue un lancio medio-lungo, affidandosi poi ai “lateral”, passaggi all’indietro, con la consapevolezza che basta un tackle a porre la parola fine alla contesa.

Miami va per la seconda opzione: Tannehill lancia al centro per Stills, che la passa poco alla sua destra per Parker, il quale a sua volta la lascia a Kenyan Drake, al liceo campione dello stato dell’Alabama nei 100m, trova una linea creata dai blocchi dei compagni, sprinta, aggira Gronkowski nella posizione di safety che inciampa, ed entra nella end-zone per un’azione miracolosa, inaspettata e per questo entusiasmante, la quale tra l’altro dà la vittoria a Miami contro gli arcirivali Patriots. 33-34

Considerazioni

In questa bellissima ed intrattenente partita è cambiata ben 8 volte la squadra delle due che era alla guida del match, più di ogni altro incontro tra queste franchigie, anche merito della capacità di Miami di stare incollata ai Patriots, che hanno condotto la loro usuale partita efficiente e regolare. I drive di Miami sono stati caratterizzati da giocate esplosive per grandi guadagni, che potevano essere lanci per Stills (partita mostruosa la sua, 8 ricezioni su 9 target per 135 yds e 1 TD), o corse di Gore o dell’ex Bolden, che ha fatto la prestazione della vita: 2 corse per 2 TD e 60 yard totali.

L’offensive line di Miami si è comportata bene, certo, non ha lasciato il proprio quarterback immune da sack, ma comunque il più delle volte ha concesso abbastanza tempo perché si sviluppassero le tracce lunghe dei ricevitori, soprattutto su play-action; non sono neanche da dimenticare gli eccellenti blocchi che hanno permesso ai running back dei Dolphins di fare una grande prestazione. Tannehill è stato chirurgico, 14/19 per 265 yds, 3 TDs e 0 intercetti, senza peraltro eseguire lanci corti né banali; inoltre, mi sembra necessario elogiare anche i coach per le azioni chiamate e per il piano di gioco aggressivo, che non ha lasciato respirare New England.

La difesa di Miami è stata efficace soprattutto vicino alla linea di scrimmage, hanno ottenuto sack in situazioni chiave: alla fine del secondo quarto, non lasciando tempo a New England di calciare un field goal, e su due terzi down. Kiko Alonso, il linebacker, era ovunque, ogni qualvolta un giocatore di New England veniva placcato, lui era il primo, massimo secondo, ad arrivare per fermarlo; è stato eccellente anche su un terzo down nel chiudere il gap apertosi tra le linee, eseguendo un tackle per perdita di yard su Rex Burkhead. Meno funzionante, invece, è stata la difesa aerea, soprattutto il rookie Minkah Fitzpatrick (1st round del draft 2018 da Alabama) è apparso in difficoltà e perciò cercato dai lanci di Brady, chiamati da quel malvagio stratega che è Belichick.

Kenny Stills Dolphins McCourty Patriots

New England in attacco ha condotto la sua solita partita precisa, Brady, ma ormai non fa più notizia, ha lanciato per 358 yds, 3 TDs e 0 intercetti, ha sbagliato qualcosa, ad esempio non trovando Hogan libero sul retro della end-zone, ma nessuno, neanche lui, è perfetto; tra l’altro durante questo incontro ha raggiunto Manning al primo posto nella classifica per più stagioni con 3,500+ yard (16). E’ apparso abbastanza evidente come i Patriots si siano affidati poco alla corsa, dopo aver visto l’inefficacia di questa contro defensive line e linebackers di Miami; il gioco aereo, invece ha funzionato alla grande, Gronk ha fatto una partita eccellente, con 8 prese su 8 volte che la football è stata lanciata nella sua direzione, per 107 yds e 1 TD, tra l’altro prendendo anche delle botte non da poco sulle gambe, visto che quello è l’unico modo di fermarlo, non una buona cosa per i suoi ripetuti problemi di infortuni.

La difesa dei Patriots non ha fatto un passo in avanti, a sostegno dell’attacco, solo un passaggio deviato (da Stephon Gilmore), 1 fumble forzata ma non recuperata, e sono stati mangiati vivi dalle corse e dai lanci profondi di Miami. Gli special team, soprattutto per il peso sempre minore che hanno nel football di oggi, rispetto al passato, in fase di difesa hanno performato molto bene, con 2 punt bloccati/deviati e recuperati vicino alla end-zone avversaria, tra l’altro sempre dallo stesso giocatore, McClellan, che sicuramente vincerà il premio di AFC Special Teams Player of the Week; in fase d’attacco, invece, l’extra point e il field goal sbagliati da Gostkowski sono stati cruciali nella sconfitta dei Pats.

Un accenno va fatto, in merito alla difesa, sull’azione del “Miami Miracle”, difesa tra virgolette, visto che Gronkowski era posizionato come safety, ma appare strano che una squadra ben allenata e disciplinata come New England non sia stata in grado di arrivare sul portatore di palla per almeno 50 yard, non vorrei essere nei panni dei giocatori che erano in campo per quello snap, immaginando cosa subiranno da Belichick in settimana. A parte la difesa, questa giocata rimarrà nella storia come una delle più spettacolari e surreali, visto che tali “schemi della disperazione” raramente risultano in un touchdown a tempo scaduto.

Con questo, i Patriots hanno perso 5 degli ultimi 6 match giocati a Miami, non è una sconfitta che li deve far preoccupare, visto che è avvenuta anche in anni nei quali hanno poi vinto il Super Bowl, ormai la AFC East è loro. Miami, mantiene vive le proprie speranze di playoff, andandosi a contendere l’ultimo posto rimasto nella AFC con Ravens, Colts e Titans.

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