Teddy Bridgewater è il nuovo Head Coach della Miami Northwestern High School

Teddy Bridgewater si è ritirato dalla NFL. L’aveva già annunciato al proprio capo allenatore a metà stagione ed ha portato a termine il suo ruolo da backup nel modo con cui si è contraddistinto per tutta la sua carriera, con umiltà e serenità.

“Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano” canta Antonello Venditti ormai da una vita ma quasi sicuramente Teddy – sempre che non ci tiri fuori una passione viscerale per la musica cantautorale italiana – non lo sa. Venditti mi piace tanto e personalmente penso che quello che scrive a parole lo viviamo dentro di noi senza essere in grado di descriverlo perfettamente. Amiamo visceralmente, nella maggior parte delle volte salvo situazioni particolari, quello che abbiamo vissuto da piccoli perché crescendo – dopo tutto quella voglia incontenibile di diventare grandi – capiamo che i momenti più belli, emozionanti e puri, li abbiamo vissuti in gioventù.

Ecco, questo è quello che probabilmente sta vivendo Theodore Edmond Bridgewater, per gli amici “Teddy Two Gloves” per il suo inusuale costume di indossare due guanti anziché uno come nei canoni “normali” delle divise da football che abbandonata la NFL sta facendo ritorno al suo passato. Facile per il tifoso ricordare il suo arrivo in NFL come pick numero trentadue al draft del 2014 quando i Minnesota Vikings selezionarono questo ragazzo di colore in un ruolo che tendenzialmente ai tempi, ma anche oggi, è prevalentemente ruolo da “bianco”. Oppure facile per gli amanti del college football ricordare il suo stint ai Louisville Cardinals quando al primo anno, come matricola, nel 2011 venne eletto come Big East Rookie of the Year. L’eleganza e correttezza di Teddy stanno nei piccoli questi, come il motivo per cui arrivò a scegliere Louisville al posto di Kansas State, LSU, Florida, Rutgers, Tennessee o USF quando il sito Rivals.com – sito specialistico per la selezione di giovani dall’high school per programmi universitari di football e basketball – gli assegnava quattro stelle. Nato e cresciuto a Miami, era entrato in parola con il coach Randy Shannon per diventare un Hurricane ma quando questi è stato licenziato dal programma a metà 2010 ha preferito allontanarsi da casa che entrare in un contesto che non era più quello in cui credeva.

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Il passo però è ancora più a ritroso, a quando ancora nel mondo dello sport – americano e non solo – non sei ancora nel vorticoso vortice delle selezioni, dei giochi di poltrona, di vittoria e sconfitte a scandire se il programma funziona o non funziona. A quando vivi lo sport nel modo genuino, per crescere, divertirti e chissà magari diventare un futuro campione. Poi magari non lo diventi e finisci ad essere un personal trainer, un commercialista, un avvocato o un segretario, chi può dire che questa sia poi una sconfitta? Anche l’essere arrivato in NFL e non essere stato uno starter fisso è di per sé una vittoria, nonostante sia tanti a vedere invece la sideline come una sconfitta.

La Miami Northwestern Senior High School è la scuola in cui è cresciuto Teddy e che gli ha permesso di spiccare il volo verso Louisville e poi verso la NFL. I roster della NFL come quelli dei college sono piuttosto numerosi, tanti si perdono molti ci arrivano e non ci rimangono, chiaro che nelle varie High School qualche elemento di spessore ci è passato. Chissà quanti uomini di successo, sportivi e non, sono passati dalla nostra scuola superiore e nemmeno lo sappiamo. Lavonte David, linebacker dei Tampa Bay Buccaneers, ha vinto un Super Bowl, Tutu Atwell, wide receiver dei Los Angeles Rams, pure. Ci sono anche Amari Cooper, wide receiver dei Cleveland Browns, Artie Burns, cornerback dei Seattle Seahawks o Calijah Kancey, defensive end sempre di Tampa Bay, ma potrei anche citarne altri. Tutti questi grandi campioni sono passati dalla Miami Northwestern ma i quarterback sono sempre quelli che rimangono negli annali: a Teddy Bridgewater è stato dedicato il campo da football della scuola.

“E’ un membro orgoglioso della nostra comunità. Conosce la scuola, conosce la nostra tradizione” sono le parole del direttore atletico della Miami Northwestern nell’annunciare che Teddy Bridgewater sarà l’head coach della High School nel 2024.

Una scelta di cuore e allo stesso tempo un nuovo inizio, una nuova carriera, che parte proprio da dove ai tempi era partito tutto come atleta. Come se fosse un cerchio della vita che si rinnova e riparte da zero. Ridare ai ragazzi di Miami quello che è stato dato a lui. E poco male se la carriera NFL è stata quella che è stata, con il tifoso medio che non riterrà mai Bridgewater una figura di spicco del movimento, per quei ragazzi e per la comunità lui è uno dei ragazzi che ce l’ha fatta ad arrivare.

“Ora tienimi con te, la tua mano nel buio guarisce la mia solitudine” […] Le vittorie sono di tutti, le sconfitte solo dei coach. Sono uomini soli. Ad un certo punto, quando tra qualche mese arriverà il momento della prima partita casalinga per Teddy al Theodore Bridgewater Field della Miami Northwestern High School sarà davvero un ritorno al Teddy bambino, nato cresciuto e diventato uomo in questa comunità, amici e conoscenti che lo sosterranno in questa nuova avventura, i ragazzi che lo guarderanno – e seguiranno – con gli occhi meravigliati con cui ammiri qualcuno che è arrivato a dove miri di arrivare te. […] Questa sera sei bellissima, se lo sai che non è finita, abbracciami. [Poetica, Cesare Cremonini].

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Eugenio Casadei

Appassionato di calcio (Bologna) e trekking, segue il football assiduamente dal momento in cui vide giocare Peyton Manning con la maglia orange di Denver, divenire tifoso Broncos una naturale conseguenza. Scrive la rubrica settimanale "Indiscrezioni di mercato NFL" in offseason e la "Top Ten" in regular season con grande divertimento e passione.

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