Esopo in salsa NFL

Josh Gordon, un nome che nel tempo è diventato sinonimo di guai con le sostanze psicotrope. Anche un mago della motivazione come Bill Belichick getta la spugna davanti al buon Josh che è ormai alla stregua di un Gianburrasca “under influence“. Il WR infatti ha dichiarato via social network che abbandonerà la NFL ed i Patriots per dedicarsi alla cura dei propri problemi.

“Prendo molto seriamente la mia salute mentale a questo punto per assicurarmi di rimanere in grado di esibirmi al più alto livello. Di recente mi sono sentito come se potessi avere una migliore comprensione mentale  delle cose, con ciò detto, mi allontanerò un po’ dal terreno di gioco del football per concentrarmi sulla mia salute mentale, vorrei ringraziare Coach (Bill) Belichick, (Il proprietario dei Patriots) Mr. (Robert) Kraft, oltre a innumerevoli altre persone della squadra dei Patriots per il loro continuo supporto, voglio ringraziare i miei fan per il loro sostegno e continuare a percorrere il cammino verso il 100 percento”

A stretto giro posta è arrivata una nota della NFL che confermava voci circolate immediatamente dopo la dichiarazione di Gordon: la lega ha sospeso a tempo indeterminato il WR per la violazione delle norme di garanzia che soggiacevano al suo reinserimento in squadra dopo la precedente violazione della policy sull’abuso di sostanze.

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Gordon sembra così veramente essere arrivato ad un “nuovo” finale del suo travagliatissimo trinagolo amoroso con la NFL e le sostanze psicotrope che ha portato più di uno a credere che l’ex-Baylor stesse tentando di battere il record del mondo di test antisostanze falliti, tentativo già iniziato all’epoca del college a Baylor, dove riuscì ad essere cacciato da Art Briles, un coach che non si può certo dire essere duro con le malefatte dei propri giocatori.

L’alcol è una delle sostanze che veniva ricercata sistematicamente nei test sul giocatore che a partire dal 2013, anno della sua prima sospensione in NFL, per le ripetute violazioni della policy sulle sostanze, si trovava già in Stage Three, il che significa che poteva essere sottosposto a test a sorpresa su questa sostanza per un massimo di due anni.

Nel febbraio del 2015 è stato squalificato un anno perchè trovato positivo appunto all’alcol, punizione così elevata per questi comportamenti recidivi. A Cleveland erano le stagioni in cui sotto i riflettori c’era un altro personaggio affine alle sostanze psicotrope come Johnny Manziel, la cui “stupefacente accoppiata” con Gordon produsse molte battute e pochi touchdown. Dopo una prima negazione dello sconto di pena per il buon Josh, nel maggio 2016 la NFL gli consentì di tornare a giocare dopo le prime quattro gare di stagione. Ovviamente Gordon nel frattempo scese qualche altro gradino nella scala della dipendenza ed a settembre lasciò i Browns per entrare finalmente in un programma di riabilitazione clinica.

Nel 2017 la NFL ha prima negato in maggio a Gordon il ritorno al lavoro full time con i Browns (che nel frattempo, con grande onore, sono rimasti al fianco del giocatore garantendogli il contratto), per poi tornare sui propri passi e concedere il ritorno in pieno servizio del ragazzo nativo di Houston, per esercizi individuali e di condizione fisica ed allenarsi con la squadra a partire dal 20 novembre. Cleveland attivò il giocatore per Week 13 che tornò a segnare il 10 dicembre contro i Packers.

Josh Gordon Browns

Nel 2018 ovviamente il primo capitolo non è stato quello della sospensione definitiva: Gordon era riuscito a farsi cacciare a pedate dai Browns per aver violato “the team’s trust“, pare per essere arrivato tardi ad un allenamento, senza la necessaria lucidità mentale.
Per così dire.

Cleveland è riuscita comunque a limitare i danni di questi anni esasperanti tradando Gordon ai Patriots per una quinta scelta al Draft 2019. I Patriots negli ultimi scorci sembravano essere riusciti a rimettere in sesto il giocatore sceso in campo per 11 gare con 720 yard ricevute in 40 ricezioni e 3 TD, ma evidentemente in Gordon c’è qualcosa che riesce a metterlo puntualmente nei guai.

Mi viene in mente la storia della rana e dello scorpione.

Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Le disse: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda.” La rana gli rispose “Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!” “E per quale motivo dovrei farlo?” incalzò lo scorpione “Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!” La rana pensò, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. La rana chiese all’insano ospite il perché del folle gesto. “Perché sono uno scorpione…” rispose lui “E’ la mia natura!”

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