[NFL] Week 8: Zampata vincente (Tampa Bay Buccaneers vs Cincinnati Bengals 34-37)

Una settimana dopo aver fatto festa grazie ad un incredibile field goal da 59 yard che aveva permesso al loro team di piegare in overtime Cleveland, i tifosi dei Tampa Bay Buccaneers si sono trovati nella stessa situazione dei fan Browns domenica in quel di Cincinnati quando un calcio allo scadere di Randy Bullock ha gelato gli entusiasmi degli ospiti regalando in contemporanea un successo preziosissimo agli arancio-neri di coach Lewis.

Grazie a questa vittoria infatti Cincinnati stacca i Baltimore Ravens, pesantemente sconfitti da Carolina, e rimane in scia a Pittsburgh con un record di 5-3. Tampa Bay, beffata dopo un’incredibile rimonta, scende invece sotto il 50% di vittorie (3-4) e, soprattutto, vede fuggire la coppia New Orleans-Carolina. Per i tifosi dei Bucs c’è però una sensazione ancora più spiacevole dell’aver perso una partita; quella cioè che sia sempre più evidente che Jameis Winston non sia il franchise quarterback che la dirigenza sperava di aver trovato quando nel 2015 ne fece la prima scelta assoluta nei draft. Alla sua quarta stagione in NFL infatti, Winston ha saltato per squalifica le prime tre gare, poi ha esordito in una pessima prestazione di tutto il team in quel di Chicago, quindi ha sì lanciato per 760 yard in due gare ma è stato anche “saccato” 6 volte e soprattutto ha consegnato 4 palloni nelle mani degli avversari, gli stessi che domenica ha regalato alla difesa dei Bengals in neppure 45 minuti di football.

E se è vero che l’intercetto può essere “figlio” di molte cause, è anche vero che nel “poker” di Cincinnati, Jameis Winston ci ha messo del suo, fra passaggi completamente sbagliati o affrettati causa pass rush quando invece anche solo un bel lancio in tribuna sarebbe stato consigliabile. E nel match con i Bengals il dato delle lanciate è notevole: 276 in quasi tre quarti, però la decisione di coach Koetter di far sedere l’ex Florida State in panchina è stata sacrosanta. Anche perché al suo posto è subentrato un Ryan Fitzpatrick che è sembrato rinverdire i fasti di inizio stagione, in cui era stato soprannominato “Fitzmagic”. Il prodotto da Harvard ha infatti preso un team sotto 34-16 con appena 17 minuti da giocare e l’ha trascinato ad un clamoroso pareggio, prima dell’acuto finale del team di casa.

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Fitzpatrick ha chiuso 11 su 15 per 194 yard e due mete, con un QB rating di 154,9, contro il 47,7 di Winston. E con un totale di 476 yard lanciate, i numeri dei receiver dei Bucs sono naturalmente importanti, con in realtà un Evans semplicemente mostruoso (6 ricezioni per 179 yard), ben supportato però da Humphries (7-76) e dalla coppia Howard e Jackson entrambi a quota 68 yard. Il rushing game è stato tutto sulle spalle di un Barber che non ha affatto demeritato (19 portate per 85 yard e una meta), anche se i Bucs hanno dovuto ben presto lasciare da parte il gioco di corsa visto lo svantaggio che andavano accumulando.

Mike Evans Buccaneers Bengals

La difesa ha invece giocato un match dai due volti visto che nel primo tempo i ragazzi di coach Mark Duffner, subentrato due settimane fa a Mike Smith, hanno concesso 27 punti (complici anche i pasticci di Winston) e 307 yard totali mentre nel secondo tempo i Bengals non hanno messo assieme neppure 100 yard. Pur privi di due pedine importantissime come il tackle McCoy e l’end Curry, la linea di Tampa ha messo sotto pressione Dalton soprattutto nel secondo tempo, con Pierre-Paul che ha messo a segno due sack ed è stato efficace anche sulle corse insieme al compagno di reparto Nassib. Nel secondario bella prova del cornerback veterano Grimes e della safety Evans, mentre la velocità di Boyd ha messo in grossa crisi lo slot corner Stewart. Buona anche la prestazione dei due rookie Carlton Davis e Jordan Whitehead, che hanno ripagato la fiducia di coach Duffner che li ha schierati nell’undici di partenza

Cincinnati ha invece disputato un bel primo tempo in attacco, a prescindere dagli errori di Winston, poi la squadra si è come fermata pensando forse di aver già chiuso la gara, ma con di fronte un attacco in grado di mettere a segno big play in qualsiasi momento come quello di Tampa Bay il calcolo si è rivelato pericolosissimo. Dalton ha giocato un primo tempo quasi perfetto, con 13 passaggi completi su 20 per 192 yards, poi si è adeguato al torpore generale e in pratica metà delle yards guadagnate in tutta la seconda frazione sono arrivate nell’ultimo, decisivo drive. E senza il runner Bernard e i due tight end principali Eifert e Kroft, il passing game dei Bengals ha potuto far leva fondamentalmente su due elementi: A. J. Green e Tyler Boyd con quest’ultimo che ha confermato di attraversare un grande momento di forma grazie alle 6 ricezioni per 112 yards. Un Mixon in giornata strepitosa ha invece dominato la difesa dei Bucs nel rushing game, ed ha chiuso con 21 portate per 123 yards (di cui 114 però nei primi 30 minuti di football), alla notevole media di 5,9 yard a portata, e qui c’è da menzionare anche la grande prova del centro Hopkins, in campo per l’infortunio del titolare Price, molto efficace nell’aprire buchi per il proprio runner.

In difesa un po’ tutta la linea, dall’end Dunlap ai due tackle Atkins e Washington, ha partecipato nel mettere sotto pressione sia Winston che Fitzpatrick, anche se la palma del migliore in campo va alla safety rookie Jesse Bates, autore di un intercetto riportato in meta e di una serie di ottime coperture contro un po’ tutti i terminali offensivi dei Bucs. Ad alti e bassi invece le prove della safety Shawn Williams e del corneback William Jackson che hanno concesso a Evans e DeSean Jackson due giochi a lunghissima gittata.  

E l’avvio di gara non era stato brillante per l’attacco di casa, che guadagnava subito 24 yard con due belle corse di Mixon e poi 22 sull’asse Dalton-Boyd, ma poi era costretto al quarto down. Coach Lewis decideva di andare alla mano, ma un grande placcaggio della safety rookie Whitehead impediva a Mixon di guadagnare la yard necessaria. Sull’altro fronte la offense di Tampa Bay sembrava imitare perfettamente quella dei Bengals: due efficaci corse di Barber, poi un bel passaggio a Evans per 19 yard quindi un quarto down giocato dall’attacco. Nel caso degli ospiti era però un quarto e 4 che Winston trasformava correndo personalmente col pallone. All’interno della red zone arrivava però il primo errore del quarterback ospite il cui lancio passava abbondantemente sopra la testa di Evans per finire nelle mani della safety Shawn Williams.

Poi, dopo due punt, arrivavano i primi punti per i Bengals: Dalton pescava benissimo sulla sideline di destra il tight end Franks, inserito da pochi giorni nel roster dei 53 giocatori, poi ancora Boyd che veniva bloccato a pochi centimetri dalla end zone dopo una ricezione da 28 yard. A quel punto ci pensava Mixon a portare palla per la meta del 7-0. Winston sembrava dimenticare subito il pessimo lancio precedente e trovava prima il tight end Howard per 18 yard poi ancora Evans per 20 ma, puntuale come un orologio svizzero, arriva il secondo intercetto. Messo sotto pressione, Winston cercava un passaggio corto per Evans ed invece consegnava la palla al linebacker Preston Brown. Sul rovesciamento di fronte, lungo drive dei Bengals quasi tutto ad opera di Dalton: su 12 giochi infatti ben 9 erano di passaggio, e ancora per via aerea arrivava la seconda meta grazie ad una ricezione di Boyd dopo che il team dell’Ohio aveva chiuso un quarto e tre con una palla catturata da A.J. Green.

Tyler Boyd Bengals Buccaneers

Un sack di Hubbard costringeva poi Tampa Bay al punt, mentre Cincinnati continuava a tenere il piede sull’acceleratore: l’accoppiata Dalton-Boyd produceva altre 19 yard, quindi anche Mixon partecipava alla festa con una corsa da 15. All’interno della metà campo dei Bucs la storia si ripeteva: Dalton a Boyd per 26 yard poi arrivava il touchdown ancora ad opera di Mixon. Però proprio quando sembrava che la gara fosse avviata verso un monologo Bengals, ecco la fiammata improvvisa: Winston sparava un missile verso il centro del campo dove DeSean Jackson aveva seminato tutto il secondario dei locali: TD pass da 60 yard e Bucs ancora in partita.

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Il riavvicinamento di Tampa durava però appena un paio di minuti: un grande blocco del centro Hopkins apriva una voragine nella difesa dei Bucs e Mixon sfruttava magnificamente il regalo guadagnando 43 yards. Quindi, al primo tentativo in red zone, Dalton trovava A.J. Green che nonostante l’ottima copertura di Davis firmava il 27-6 perchè Bullock, come aveva fatto poco prima il collega Catanzaro, falliva la trasformazione. Prima dell’intervallo però Catanzaro aveva modo di redimersi centrando i pali per il 9-27 dell’intervallo. E in avvio di secondo tempo i Buccaneers si avvicinavano ancora: un bel lancio di Winston a Brate fruttava 13 yard poi una penalità di pass interference altre 16. A metà campo Adolphus Washington riusciva a mettere a terra Winston, ma neppure il sack fermava l’attacco di coach Koetter perché Humphries riceveva una cannonata di Winston per 15 yard, poi il regista ospite serviva Howard per 20 yard quindi ancora Humphries per altre 17. Sul first and goal dalla una era Barber che saltando sulla massa di giocatori della line of scrimmage siglava il 27-16.

Cincinnati era costretta ad un “three and out” ma quando sembrava che Tampa fosse sul punto di riaprire completamente la partita arrivava la terza frittata di Winston che esagerava con l’altezza del lancio a Brate e veniva intercettato da Josh Evans. La difesa ospite però reagiva alla grande, fermava Mixon su un terzo e due e restituiva così palla all’attacco che stavolta la combinava ancora più grossa: la safety rookie Bates infatti non solo “pizzicava” Winston ma riportava in meta la palla del 34-16. A quel punto anche coach Koetter ne aveva abbastanza e ordinava a Fitzpatrick di entrare in campo. Il primo drive degli ospiti fruttava tre punti grazie a due belle corse di Fitzpatrick, non certo uno famoso per le sue doti di scrambler. Sull’altro fronte però l’attacco dei Bengals continuava a non dare segni di vita, così Tampa Bay accorciava ancora: Evans correva una traccia a rientrare poi tagliava sul profondo e Fitzpatrick lo pescava in piena velocità: TD pass da 72 yard e Buccaneers solo più a -8.

Dopo un paio di punt, con poco più di tre minuti da giocare, gli ospiti avevano l’ultima possibilità di impattare e la sfruttavano al meglio: un Fitzpatrick che sembrava tornato il Fitzmagic di inizio stagione, completava un bel passaggio lungo ancora a Evans sulla sideline, poi però si trovava a fronteggiare un quarto e tre sulle 18 avversarie. Grazie alla ricezione di Howard arrivava il touchdown del 32-34 poi diventato 34-34 grazie ad uno scatenato Fitzpatrick che trovava in end zone Godwin per la trasformazione da due. A quel punto mancava meno di un minuto, ma improvvisamente l’attacco dei Bengals riprendeva vita naturalmente grazie al suo fuoriclasse: A. J. Green riceveva sue palloni preziosissimi da 23 e 11 yards e allo scadere Bullock, dalle 26 dei Bucs, centrava i pali per una vittoria che potrebbe rivelarsi chiave nella lotta per i playoff.                        

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