[NFL] Week 1: Per tutti i fulmini! (Tennessee Titans vs Miami Dolphins 20-27)

Abbiamo le corse, abbiamo i lanci, tanti lanci! Abbiamo le risse e abbiamo gli infortuni! Abbiamo i campioni e abbiamo la suspence! Abbiamo il sole, la pioggia, l’arcobaleno e, soprattutto, abbiamo i fulmini! Tanti fulmini! Signore e signori, benvenuti all’apertura della stagione NFL 2018, in diretta dall’Hard Rock Stadium di Miami, Florida!!!

Applausi.

Ok, seriamente: è successo un po’ di tutto, a Miami, domenica pomeriggio. Ma, per raccontarle, non si può non prescindere dalle due lunghe sospensioni imposte alla partita dai fulmini incombenti sullo stadio, che l’hanno di certo condizionata. La prima, a 1’11” dalla fine del secondo quarto, durata poco meno di due ore e che ha (ovviamente) ridotto l’incombente halftime a poco più di un timeout; la seconda nuovamente intervenuta poco dopo la ripresa, più o meno a metà del terzo quarto e durata stavolta poco più di due ore. Tutto ciò ha fatto sì che la partita, iniziata alle 13 – ora di Miami – in linea con il blocco del primo pomeriggio, si chiudesse alle 20 passate, quando anche il secondo blocco di partite del pomeriggio era già terminato. E, per quelli davanti al video, con un set di telecamere ridotto perché dopo la seconda sospensione la Fox non ha avuto il tempo di riposizionare subito tutte le postazioni, con un surreale effetto “come essere allo stadio” perché tutto era ripreso quasi sempre dalla stessa camera. Durata totale di tutto ciò: 7 ore e 8 minuti, record assoluto di durata per una partita NFL dai tempi della fusione AFL-NFL del 1970.

Fulmini e durata a parte (e complimenti ai pochi spettatori che hanno resistito sugli spalti fino alla fine) ciò che ha pesato di più sull’esito finale sono stati gli infortuni più o meno gravi capitati ai Tennessee Titans, che li hanno via via privati di pedine anche molto importanti come Taylor Lewan (commozione cerebrale) e lo stesso Marcus Mariota (gomito) fino a quello più grave e brutto da vedere di tutti occorso a Delanie Walker che ci ha rimesso la caviglia e molto probabilmente l’intera stagione.

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Walker Titans Dolphins

Quello che ha pesato di più sulla partita è stato, ovviamente quello di Mariota. Non perché fin lì il qb dei Titans avesse fatto sfracelli (9/16, 103 yard e 2 intercetti, per un rating di 36.2), e neanche perché i Dolphins poi siano riusciti a non farsi mettere sporadicamente in crisi anche da Blaine Gabbert (11/22, 117 yard, 1 intercetto, rating 47.0); ma semplicemente perché nel finale in bilico, dopo un pomeriggio difficile come quello passato dai ragazzi di coach Mike Vrabel, il carisma e la classe del quarterback titolare avrebbe potuto far comodo. Invece, una volta che i Dolphins si sono trovati sopra di 14 punti sul 24-10, i Titans non hanno più avuto la forza di recuperare mentre i Miami Dolphins, per una volta, hanno avuto la capacità di mantenere il vantaggio, senza buttare via tutto come spesso gli riesce di fare.

Così, al termine di una partita abbastanza pazza (kickoff riportato da Jakeem Grant 102 yard in touchdown, altro kickoff riportato da Darius Jennings 94 yard in touchdown, 5 intercetti, 8 punt, perfino un touchdown da 75 yard di Ryan Tannehill per Kenny Stills) la prima vittoria stagionale finisce ai Miami Dolphins. Che intascano la W grazie un po’ ai guai dei Titans ma anche in parte a qualche loro merito.

In attacco, si è visto che il tandem Kenyon Drake (14 corse, 48 yard) e Frank Gore (9 corse, 61 yard) può diventare “qualcosa”, insistendoci e non abbandonandola del tutto come ha fatto Miami dopo l’ultima sospensione. Parentesi: vogliamo spendere due parole per il veteranissimo Gore: 14 anni di carriera, un aspetto fisico e una forma da fare invidia a un ragazzino, un posto nella lista all-time dei running back che lo vede dietro solo agli hall-of-famers Emmitt Smith, Walter Payton, Barry Sanders e (per poco, perché dista solo poche yard) Curtis Martin. Vederlo correre e trascinarsi dietro avversari più giovani di lui è ancora uno spettacolo.

Tannehill Dolphins Titans

In difesa, c’è molto da lavorare e si sapeva, perché le iniezioni di gioventù e la perdita di leadership (a parte il solito Reshad Jones) sono state pesanti. Però proprio i giovani innestati sono pezzi promettenti, su tutti Minkah Fitzpatrick, e potrebbero in un futuro rendere il reparto difensivo di Miami qualcosa di interessante. Per il momento, però, rimane un cantiere, con buoni sprazzi e tanti buchi, buone giocate e tante amnesie, anche da parte di uno stesso giocatore (a Kiko Alonso fischieranno un po’ le orecchie).

In queste condizioni, ecco che i guai dei Titans, e la sua impossibilità a competere in piena forza nel finale hanno assunto un peso decisivo sul risultato finale, oltre al fatto che i Dolphins hanno chiaramente beneficiato dall’aver ritrovato il loro quarterback titolare. Che è il solito Tannehill, con il buono (la bomba messa esattamente nelle mani di Kenny Stills 70 yard più in là) e il cattivo (due intercetti, con quello proprio bruttino lanciato in end zone), ma che è sempre comunque meglio di qualunque qb visto la scorsa stagione in maglia aqua-arancio. Non sarà un fulmine, ma almeno domenica, di quelli Miami ne ha probabilmente avuto abbastanza.

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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4 Commenti

  1. … che faticaccia seguire la prima dei Dolphins !!! Ha cominciato alla 19:00 e sono andato a nanna alle 2:34 !!!
    Almeno è arrivata una W !!!
    Go Phins. !!!

  2. Una vera maratona! Che non mi a fatto realmente capire il vero valore dei Dolphins. Ma sicuramente l’accoppiata Gore-Drake e interessante. Ora domenica ce un banco di prova importante con New Jersey. Comunque prendiamoci la prima W e forza dolphins!

    1. Alberto, il vero valore dei Dolphins lo capiremo più avanti; diciamo che l’inizio non è stato male ma di lavoro da fare ce n’è parecchio. D’accordo con te su Gore-Drake, anche mi intrigherebbe vedere all’opera Ballage (ma posso aspettare e godermi Gore in maglia aquarancio 😉 ). FinsUp!

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