[NFL] Week 1: Chucky 2 – Il remake non convince alla prima (Los Angeles Rams vs Oakland Raiders 33-13)

Sapevate che Gruden è tornato ad allenare dopo nove anni da commentatore TV? No? Strano, pare che i media americani ne abbiano parlato parecchio in questi mesi… Dal genio al dinosauro, a Gruden è stato detto di tutto. Inizialmente tanta curiosità di rivedere all’opera un personaggio carismatico, ora tante critiche per le scelte fatte in Free Agency, al Draft e nella gestione del roster durante i tagli di fine preseason.

La partita inaugurale della stagione 2018, giocata al Coliseum di Oakland contro i Rams, è stata la prima occasione per vedere i nuovi Raiders del vecchio Chucky. Come giocheranno i Silver & Black? Il playbook di Gruden sarà davvero fermo al 1998 o il coach si sarà tenuto aggiornato? Ovviamente la risposta a quest’ultima domanda è scontata, ma ai media pare piaccia tanto strumentalizzare quella che era in fin dei conti solo una battuta.

Ma veniamo a noi… Jon Gruden contro il suo discepolo Sean McVay, Amari Cooper e Jordy Nelson contro Marcus Peters e Aqib Talib, la OL nero-argento (con Donald Penn spostato a destra per far posto al rookie Kolton Miller sul lato cieco di Derek Carr) contro Ndamukong Suh e Aaron Donald, la DL di Oakland contro il fortissimo RB Todd Gurley… gli spunti di interesse erano tanti alla vigilia.

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Pronti-via e i Raiders sono subito in vantaggio grazie all’utilizzo del gioco di corsa e soprattutto del TE Jared Cook, che acchiappa un lancio corto di Carr e lo trasforma in un guadagno di 45 yard. Marshawn Lynch, spinto da tutta la squadra, si trascina l’intera difesa Rams sulle spalle fin dentro alla end zone.

lynch raiders rams

Gruden sembra aver studiato un buon piano per tagliare fuori dalla partita i forti CB avversari e limitare quanto più possibile il rischio di sack per Carr.
La difesa nero-argento, guidata finalmente da un coordinatore di livello, ha tanta strada da fare per crescere come reparto, ma fa quel che può per limitare l’attacco avversario. Todd Gurley non fatica troppo, però, a pareggiare la partita ricevendo un passaggino di Goff e trasformandolo in una cavalcata trionfale di 19 yard.

Con una difesa che si piega ma non si spezza ed un attacco basato su corse e passaggi corti per TE e RB, i Raiders si riportano in vantaggio grazie ad un field goal da 24 yard di Mike Nugent. A complicare le cose ci si mette l’infortunio del LS Andrew DePaola (legamento crociato anteriore del ginocchio destro rotto a quanto pare). I Raiders lo sostituiscono con il TE Lee Smith, che non si comporta affatto male.
I padroni di casa potrebbero prendere il largo. Bruce Irvin con uno strip-sack forza i Rams a calciare un field goal da 46 yard dalla zona in terra dell’arcaico Coliseum. Greg Zuerlein sbaglia da 46 yard e i Raiders tornano in attacco con l’intenzione di punire l’errore. La squadra arriva rapidamente nella red zone avversaria ma un passaggio troppo corto di Carr per Cook in end zone viene intercettato dal S John Johnson III.

I Rams sono una squadra coraggiosa e ben gestita. Una defensive pass interference chiamata contro Dominique Rodgers-Cromartie fa avanzare la squadra di Los Angeles di 50 yard portandola dentro alla red zone. La difesa nero-argento tiene e Zuerlein è costretto al field goal e da 20 yard di distanza dai pali firma il momentaneo pareggio.
I Raiders, non belli ma concreti, avanzano a piccoli passi fino alle 30 di Los Angeles ma vengono contenuti dalla difesa guidata dal genio Wade Phillips. Nugent sbaglia un field goal da 53 yard ma l’azione viene annullata da una penalità. Il secondo tentativo va a segno e i Silver & Black vanno al riposo in vantaggio di 3.

Derek Carr, con i suoi passaggi corti e la tendenza a liberarsi molto velocemente della palla, chiude la prima parte della partita con un rassicurante 20 su 24 per 199 yard. L’intercetto sporca un po’ le statistiche del QB. I migliori bersagli del numero 4? Il TE Jared Cook con 6 ricezioni per 113 yard e il RB Jalen Richard con 4 ricezioni per 26 yard.

I Rams nel secondo tempo entrano in campo pronti a reagire. La difesa ha ormai capito le tendenze dell’attacco avversario e il front seven di Phillips inizia a spingere sempre più la OL nero-argento, rendendo Carr sempre più frettoloso e insicuro. La difesa dei Raiders, invece, non riesce minimamente a mettere pressione su Goff, ed è già un successo riuscire a limitare i Rams costringendoli al field goal del 13-13.

Johnson Rams Raiders

Dopo un momento di stanca, durante il quale le due squadre vanno al punt senza produrre nulla di concreto, i Rams tornano alla carica. Il terzo quarto si conclude con passaggi da 17 e 30 yard per Brandin Cooks e da 8 yard per Cooper Kupp, quest’ultimo per il TD che porta in vantaggio gli ospiti 20-13.
Benché sia Cooper che Nelson riescano a creare separazione, la pressione della linea spaventa Carr e il QB continua la sua partita di passaggini corti. Ormai però i Rams hanno preso le misure.
Il mago Zuerlein converte da 55 yard e Carr si fa intercettare altre due volte. Il primo intercetto del secondo tempo è talmente brutto da non essere spiegabile. Carr si giustificherà dicendo che la palla gli è sfuggita di mano mentre cercava di riportarsela al corpo dopo aver cambiato idea sul passaggio che voleva tentare. Il secondo intercetto è un mix tra un lancio telefonato ed un’ottima lettura di Marcus Peters, che riporta indisturbato la palla in end zone.
In mezzo ai due intercetti un altro field goal di Zuerlein, questa volta da 20 yard.

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Il risultato finale di 33-13 è certamente molto pesante ed anche un po’ ingiusto. Certamente i Rams hanno meritato di vincere, ma non hanno dominato la partita.

La squadra di Oakland deve crescere tanto, deve diventare più compatta e sicuramente deve essere meno prevedibile, ma era l’esordio stagionale di una squadra composta da tanti giocatori nuovi e da un nuovo coaching staff. Anche per trovare coesione serve tempo, e di fronte c’era una squadra solida, una candidata al Super Bowl, guidata dall’AP NFL Coach of the Year in carica Sean McVay. Nel roster di Los Angeles ci sono l’Offensive Player of the Year (Gurley) e il Defensive Player of the Year (Donald) del 2017, e si sono aggiunti Pro Bowler come Talib e Peters.

Desta ovviamente preoccupazione l’atteggiamento di Carr, che sembra timoroso. Il QB aveva tutte le ragioni per non sentirsi tranquillo con Donald e Suh a guidare la carica della difesa dei Rams, ma sembra che mentalmente non si sia ancora del tutto ripreso dagli infortuni del 2016 e 2017. Un QB che ha paura di prendere colpi stando nella tasca è un QB non affidabile, quindi la speranza dei Silver & Black è che si tratti soltanto di togliere un po’ di ruggine dopo una preseason passata quasi completamente a guardare da bordo campo i compagni lottare per un posto nel roster.

Cooper e Nelson sono stati tagliati fuori dai giochi non per una loro mancanza (gli spazi per servirli senza forzare ci sarebbero stati), quanto per la scelta di scaricare quanto prima il pallone presa dal coaching staff e dal QB numero 4. Ci sarà tempo di crescere e gli avversari non avranno sempre i Donald, i Suh, i Talib e i Peters a soffiare sul collo del signal caller nero-argento.

Entrambe le squadre hanno subito una grossa perdita durante la partita: i Raiders hanno perso per tutta la stagione il LS Andrew DePaola (ACL) e i Rams dovranno probabilmente fare a meno a lungo del returner e Pro Bowler Pharoh Cooper (caviglia).

I Rams, primi da soli nella NFC West, affronteranno i rivali di Division Arizona Cardinals al Memorial Coliseum di Los Angeles. I Raiders, anch’essi attesi da una sfida contro un avversario Division, andranno a Denver con la voglia di riscattarsi subito e regalare a Gruden la sua prima vittoria in questo nuovo percorso.

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Mako Mameli

Appassionato di football americano fin dall'infanzia, gioisce e soprattutto soffre con i suoi Raiders e aspetta pazientemente che la squadra torni a regalargli qualche soddisfazione, convinto che sarà ancora in vita quando Mark Davis solleverà il quarto Lombardi Trophy. Nel tempo libero gioca a flag football e mette in pratica gli insegnamenti di Al Davis lanciando lungo ad ogni down... peccato che abbia una percentuale di completi peggiore di quella di JaMarcus Russell.

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