NCAA e Maryland: vietato far finta di niente

Maryland vs Texas, prima azione della partita.

I Terps si schierano con 10 soli giocatori per onorare Jordan McNair, venuto a mancare il 13 di giugno dopo essere stato ricoverato in ospedale il 29 maggio a causa di un colpo di calore a seguito di un allenamento. Aveva 19 anni.

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Non è facile trovare le parole per spiegare come un programma di football, quello di Maryland, si potesse fondare su principi quali terrore, umiliazione, violenza psicologica e che nessuno, fino alla morte di McNair, si fosse accorto di una situazione che era evidentemente fuori controllo o si fosse sentito in dovere di intervenire per fermare il regime di terrore che DJ Durkin e Rich Court, rispettivamente Head Coach e preparatore atletico del team, avevano creato.

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Lo sport universitario, il college football, non è questo: è tradizione, sono le storie incredibili che ci regala ogni settimana, la possibilità per tanti ragazzi di un’istruzione e del riscatto sociale, i santoni col maglione (cit), gli stadi stracolmi di generazioni di tifosi, la student section, i tailgate e la banda della scuola.

Con sconvolgete regolarità succede però che vengano alla luce situazioni più o meno assimilabili a quanto accaduto a College Park. Rappresentano una minoranza, ma sono comunque il risultato collaterale di un sistema che si regge su un paradosso, quello degli student-athletes, e che troppo spesso si piega al bene del programma, alla reputazione dell’ateneo o dei loro Coach, dei soldi che questo indotto genera e che deve continuare a generare.

Alcune volte sono allenatori che coprono i loro assistenti, o viceversa, in altre sono gli atleti stessi ad essere protetti da chi antepone il football alla vita dimenticandosi di avere una responsabilità enorme nei confronti dei propri atleti, che va oltre il merito sportivo.

A Maryland è morto un giocatore.

A quel punto, solo a quel punto, ci si è sentiti “autorizzati” ad iniziare un’indagine che ha portato alla luce come il programma si fondasse su metodi inconcepibili.

La domanda è: come è possibile credere che nessuno, nei due anni dall’arrivo di Durkin, si fosse accorto che ci fosse qualcosa di “patologico” nei sistemi di questo allenatore?

DJ Durkin Maryland

Uno dei problemi, a mio modo di vedere, è l’idealizzazione eccessiva, da parte dei tifosi, dei media e dei giocatori stessi di queste figure, a cui vengono riconosciute qualità educative, sociali che non corrispondono necessariamente alla realtà.

“Joe Pat, Joe Pat, Joe Pat” cantavano i tifosi fuori dalla casa di Paterno dopo il suo licenziamento in seguito allo scandalo Sandusky.

Non si tratta di fare del bene per la comunità, gesto sempre apprezzabile ma che (molto) spesso è conseguente alle disponibilità ed alle conoscenze che queste persone hanno. Non si tratta di restituire dignità ad una comunità attraverso il football, il basket o qualsiasi altro sport. Si tratta di mettere al primo posto il futuro di ragazzi e la loro educazione, di prendersi cura di loro.

[quote]”When I think of DJ Durkin, all I remember is him sitting at our kitchen table and assuring me that he would take care of my son, and he did anything other than that.
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Marty McNair[/quote]

(Quando penso a DJ Durkin lo ricordo seduto al nostro tavolo in cucina che mi assicura che si prenderà cura di mio figlio ed invece ha fatto tutto tranne quello.)

L’AD Evans e il presidente dell’università Loh hanno dichiarato in una conferenza stampa che l’Università si assumerà tutte le responsabilità per la morte del giocatore, che le indagini interne hanno confermato l’inadeguatezza dello staff medico della squadra, colpevole di non aver capito la gravità della situazione e di non essere quindi intervenuto tempestivamente abbassando la temperatura corporea del ragazzo (41,6 gradi quella rilevata all’arrivo in ospedale).

Maryland ha esordito con una vittoria sabato, sconfiggendo Texas, numero 23 della nazione, onorando nel miglior modo possibile la memoria di McNair. La squadra è stata affidata temporaneamente a Matt Canada nell’attesa di una decisione definitiva su Durkin che sarà probabilmente abbandonato a sé stesso nel giro di poche settimana.

La speranza è che quanto successo a Maryland resti nella memoria collettiva e serva ad evitare il ripetersi di certe situazioni.

Da amante del college football è l’unica cosa che posso augurarmi.

Jordan McNair

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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