NCAA Preview 2018: PAC-12 – North Division

Settima puntata dei nostri preview NCAA 2018 dedicato alla PAC-12 più precisamente alle sei Università che fanno parte della North Division della Conference. Nei prossimi giorni il preview della South Division e le Media Guide delle diverse Università.

Cal Golden Bears

california golden bears

Preseason ranking: 49

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Head Coach: Justin Wilcox (2° stagione: 5-7)

Record 2017: 5-7

Match da non perdere: UCLA (13 ottobre), at USC (10 novembre), Stanford (17 novembre).

Punti di forza: Nonostante i Golden Bears siano reduci da due anni con lo stesso medesimo record, nella passata stagione sono apparsi nettamente migliorati sotto la guida di Justin Wilcox. Quest’anno, con un po’ di continuità, l’allenatore che sembra essere promettente ha i mezzi per continuare a far bene, e soprattutto può contare su uno dei migliori attacchi di corsa dell’intera Pac-12. Inoltre, lo scorso anno grandi miglioramenti si sono visti anche in difesa e nel 2018 pare che questo trend possa perdurare: la secondaria, con tutti e quattro i titolari dello scorso anno, è nettamente il reparto migliore.

Punti deboli: Sebbene rimanga di buona fattura, l’unità dei receivers si è molto impoverita in primavera e necessiterà di alcuni ricambi. Il vero punto debole dei Golden Bears poi, nel 2017, è stato l’ingente numero di turnover causati dall’attacco, ben 20; se a Berkeley riusciranno a limare questo elemento ci saranno diverse possibilità in più di ottenere un record positivo, che già non è del tutto scontato alla luce anche di una schedule non proprio all’acqua di rose.

L’attacco: Il QB titolare dovrebbe essere Ross Bowers, stabile e continuo durante tutta la stagione con più di 3000 yards e i 18TD; potrebbe però essere incalzato da Brandon Mcllwain che arriva da South Carolina. Il RB che parteciperà alla maggior parte degli snap sarà sicuramente l’ottimo Patrick Laird, con all’attivo 1127 yards lo scorso anno. Nel ruolo non ci sono problemi di depth e in questo senso Cal ha una panchina e altri nomi validi che possono garantire varietà. Tra i receivers c’è della qualità in Jordan Duncan e Kanawai Noa mentre il front five della linea d’attacco ritorna al completo di tutti e cinque i titolari, garantendo buona protezione.

La difesa: La difesa di coach Tim DeRuyter è nettamente migliorata nel 2017 e durante la passata stagione ha prodotto ben 24 turnover, che hanno compensato agli errori dell’attacco. Ci sono delle perdite tra il front seven ma del buon materiale su cui lavorare esiste, specie nella secondaria con i CB Elijah Hicks and Camryn Bynum. Tra i LB si conta su Cameron Goode e Gerran Brown, mentre più vuoti da colmare rimangono nella linea difensiva.

I prospetti: Da tenere d’occhio il RB Patrick Laird: dei suoi numeri abbiamo già parlato, quest’anno sarà affiancato anche da un corpo di corridori più giovane e che lo potrà far rifiatare nei momenti di bisogno. Attenzione anche alla possibile crescita di Camryn Bynum che, da CB, ha ricoperto qualche volta pure il ruolo di free safety, dimostrando di saper leggere bene le azioni di gioco più delicate.

Oregon Ducks

oregon ducks

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Preseason ranking: 23

Head coach: Mario Cristobal (1° stagione)

Record 2017: 7-6

Match da non perdere: Washington (13 ottobre), at Washington State (20 ottobre), at OSU (23 novembre).

Punti di forza: Quest’anno i Ducks tornano ad essere seri pretendenti sia di division che di conference; se c’è una squadra che può sorprendere la Pac-12 quella è proprio Oregon. Mario Cristobal inizia la sua prima stagione ad Eugene con a disposizione un roster pieno di talento, che ha nel QB Justin Herbert una stella indiscussa piena di talento che sembra essere sulle orme di Mariota, anche per quanto concerne l’Heisman trophy. Inoltre i ducks contano su di un calendario favorevole, che li vedrà ospitare sia Washington che Stanford ed evitare la sfida con USC.

Punti deboli: Il reparto che ad oggi presenta meno garanzie resta quello dei receivers: non che ci siano mani carenti, ma rispetto agli altri corpi non c’è una vera e propria star. In questo senso, Oregon dovrà giocarsi tutto sulla crescita dei suoi freshmen e piazzare le altre aspettative sugli arrivi dello scouting 2018.

L’attacco: Justin Herbert ha chiuso il 2017 con 2100 yards totali, nonostante abbia saltato ben cinque partite: nelle sette in cui ha giocato la media punti è stata di 52 per gara, nelle altre cinque solo 15. Già da questi numeri si capisce la sua importanza e, se Oregon vorrà avere chance per il titolo di conference, tutto dipenderà da lui. Nel backfield ci sono buoni giocatori come il senior Tony Brooks James e CJ Verdell, che garantiscono continuità di portate e yards guadagnate. La linea offensiva è di ottima fattura ed è stata pure rimpolpata dall’arrivo di Dallas Warmack da Alabama.

La difesa: Il LB Troy Dye è stato l’MVP difensivo della squadra per due stagioni consecutive e la difesa principalmente ruota attorno a lui. Difesa che è molto migliorata lo scorso anno, tagliando ben 12 punti di media concessi rispetto al 2016; il reparto LB si chiude con altri due giocatori di talento come Justin Hollins e La’Mar Winston, mentre il DE Jalen Jelks è anche lui tra i top della conference e già nei radar NFL. Nella secondaria c’è meno esperienza ma la leadership di Ugochukwu Amadi da safety, lui ex CB, si farà sentire.

I prospetti: Quasi scontato parlare di Justin Herbert; ad Eugine tutti vedono in lui il nuovo Mariota e l’uomo che può riportare Oregon al top della nazione. I numeri eccezionali delle sue ultime due stagioni, con un minimo di 2000 yards e 15 TD, rendono giustizia al suo talento. In attacco occhio anche alle potenzialità del centro Jake Hanson, candidato All-america e che ha già ottime prestazioni alle spalle.

Oregon State Beavers

oregon state beavers

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Preseason ranking: 102

Head coach: Jonathan Smith (1° stagione)

Record 2017: 1-11

Match da non perdere: Oregon Ducks (23 novembre).

Punti di forza: Se ad Eugine si respira un certo tipo di aria, con un certo tipo di aspettative, lo stesso non si può dire che avvenga in quel di Corvallis. I cugini Beavs lo scorso anno non hanno vinto nemmeno una partita di conference ma nel 2018 hanno l’occasione di ripartire da capo. L’ex QB proprio di Oregon State, Jonathan Smith, avrà tutto il tempo per lavorare e cercare di innestare un nuovo ciclo; l’assenza di aspettative e pressioni può far bene, del resto l’idea di fondo con cui si parte è quella del “si può solo migliorare”.

Punti deboli: I punti deboli, purtroppo per i Beavers, sono parecchi e il coaching staff avrà molto su cui lavorare per cercare di invertire il trend. Bisogna identificare il QB titolare, la linea d’attacco va migliorata e nel backfield c’è necessità che emergano alcuni talenti. Preoccupante ancor di più la difesa, incapace di fermare le corse e che nel 2017 ha concesso 43 punti di media a partita: un disastro.

L’attacco: Il QB titolare dovrebbe essere Jake Luton, di ritorno da un infortunio; Artavis Pierce è il junior RB e ha dell’esperienza da poter affiancare, oltre a delle buone mani che può sfruttare per ricevere fuori dal backfield. Che ha perso due pedine importanti in Ryan Nall and Thomas Tyner, quindi resta lo stesso indebolito. Tra i ricevitori il wide receiver Isaiah Hodgins e il TE Noah Togiai sono due buoni target che dovranno cercare di dare di più questa stagione. La linea d’attacco, in continua sofferenza nel 2017, è guidata dal tackle Blake Brandel.

La difesa: Una delle peggiori difese a livello nazionale lo scorso anno inizia la nuova stagione senza un giocatore chiave, il LB Manase Hungalu, capitano della squadra e leader nei tackle messi a segno. Il suo posto lo prenderà il senior Jonathan Willis, che comunque di qualità ne ha ma dovrà fare i conti con un reparto fatto per la maggior parte di nuovi arrivi di talento e con ancora tutto da dimostrare. La linea difensiva è il reparto più carente mentre nella secondaria rimangono giocatori importanti come le ottime safety Jalen Moore e David Morris, assieme ai tornanti CB Xavier Crawford e Dwayne Williams.

I prospetti: Il ritorno di Dwayne Williams nella secondaria è sicuramente un ottimo vantaggio per Oregon, che può tornare a far affidamento su un CB di livello che ha alternato, specie nel 2016, giocate più tecniche ad altre più impattanti sotto il punto di vista fisico. Il compagno di unità Jalen Moore è una safety molto fisica e strutturata, che colpisce duro e sa difendere la sua area di competenza. In attacco occhio anche al receiver Timmy Hernandez, che rimane di mani affidabili e può garantire un boost all’attacco via aria.

Stanford Cardinal

stanford cardinals

Preseason ranking: 18

Head coach: David Shaw (8° stagione: 73-22)

Record 2017: 9-5

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Match da non perdere: USC (8 settembre), at Notre Dame (29 settembre), at Cal (17 novembre).

Punti di forza: I Cardinal hanno uno degli attacchi più devastanti non solo della Pac-12, ma anche dell’intera nazione. Era dai tempi di Andrew Luck, stagioni 2010-11, che non si vedeva un reparto così completo e tonico pressoché ovunque: se Stanford vuole rimanere nel giro delle favorite quest’anno dovrà fare totale affidamento sulla mentalità offensiva, e soprattutto sul cavallo da corsa che a a disposizione, il RB Bryce Love che è la stella più luminosa della squadra.

Punti deboli: Se l’attacco da garanzie la difesa resta un bel passo indietro; nel 2017 ha registrato complessivamente i numeri peggiori da dieci anni a questa parte e nel 2018 mancheranno alcuni giocatori chiave soprattutto tra la linea, cosa preoccupante viste le difficoltà nella pass rush della scorsa stagione. Inoltre la schedule prevede alcune trasferte alquanto delicate, quella di Notre Dame su tutte, che potrebbe complicare e non poco il cammino di Stanford.

L’attacco: K.J. Costello, lo scorso anno 1500 yards passate e 14 TD, è un QB che può ancora migliorare e avrà un ruolo determinante nella riuscita della ventura stagione. Al suo fianco c’è un giocatore devastante, candidato all’Heisman e tra i migliori RB della nazione: Bryce Love. Lo scorso anno ha scorrazzato per più di 2000 yards segnando ben 19 TD: dategli la palla in mano e non ve ne pentirete. La linea d’attacco è supportata alla grande dalla guardia Nate Herbig e dal tackle Walker Little, vero astro nascente. Tra i receivers JJ Arcega-Whiteside è il preferito da Costello mentre il TE Kaden Smith è nel giro dei nominati All-American: un pacchetto niente male.

La difesa: I quasi 23 punti di media concessi a partita nel 2017 sono davvero troppi per una squadra che vuole e deve puntare al titolo di conference. I cardinal si ritrovano con parecchie assente nel front, una su tutte quelle del tackle Harrison Phillips. E’ probabile che si inizi a giocare con uno schema 2-4-5, così da poter mettere in campo i giocatori migliori a disposizione: i LB Bobby Okereke e Sean Barton sono giocatori di esperienza mentre nella secondaria ci sono un paio di vuoti da colmare. Le partenze della safety Justin Reid e del CB Quenton Meeks verso l’NFL lasciano il reparto impoverito ma che comunque ha del talento col quale poter lavorare: si auspica tra le altre cose nel ritorno del CB Alijah Holder, di buon livello ma spesso infortunato.

I prospetti: Di giocatori validi ce ne sono molti, specie in attacco: Bryce Love è già una pick da sogno nel futuro del draft e dei suoi numeri abbiamo detto: corre in maniera esplosiva e sa come non perdere il pallone, garantisce continuità e a ridosso della end-zone è pressoché inarrestabile. Il tackle Walker Little è quello da grandi aspettative; tutti a Stanford hanno scommesso su di lui e nella linea le sue giocate, combinate a quelle di Herbig, possono fare la differenza, aprire spazi per Love e garantire tempo prezioso nella tasca a Costello.

Washington Huskies

washington huskies

Preseason ranking: 8

Head Coach: Chris Petersen (5° stagione, 37-17)

Record 2017: 10-3

Match da non perdere: at Oregon (13 ottobre), Stanford (3 novembre), at WSU (23 novembre).

Punti di forza: Inutile girarci troppo in torno: gli Huskies sono i favoriti per la vittoria della Pac-12 e, al contempo, la sola speranza per la conference di avere una squadra ai playoff nazionali. Washington è molto forte in tutti i reparti ma, come da tre stagioni a questa parte ormai, fa della difesa il suo vero punto di forza: è stata la migliore della Pac-12 per punti segnati nelle ultime tre stagioni. La DL è tra le migliori di conference e la secondaria non può considerarsi da meno, visti anche i ritorni di tutti i titolari della scorsa annata. L’attacco conta anch’esso punti di forza, specie nella OL che è una delle più attrezzate a livello nazionale e nel backfield.

Punti deboli: Agli Huskies non verrà concesso molto tempo: la gara inaugurale contro Auburn sarà già un crocevia pressoché determinate della stagione e, se non si arriva troppo preparati fin dall’inizio, si potrebbe rimpiangere a lungo un’eventuale sconfitta. Il calendario resta probante, perché Washington andrà sia in Oregon che nello Utah ma tuttavia potrà ospitare Stanford a Seattle. Mancherà qualche giocatore chiave, come il DT Vita Vea e il WR John Ross: restano assenze comunque ben relative, la squadra è troppo profonda e strutturata per rimpiangerle così tanto.

L’attacco: Jake Browning venne votato miglior giocatore d’attacco della Pac-12 nel 2016 ed è sicuramente un ottimo QB con molta esperienza: questa sarà la sua quarta stagione da titolare. Nel passing game dovrà fare affidamento su Chico McClatcher e Marquis Spiker ma soprattutto sul rientrante TE Hunter Bryant, il quale rimane una star della squadra e può avvalersi del fatto di avere già un ottima intesa con Browning. Il senior Myles Gaskin ha più di 4000 yards in carriera, quasi all-time leader della squadra, e sicuramente non farà mancare il suo peso all’attacco; la linea d’attacco annovera poi talenti eccezionali, con gli OT Trey Adams e Kaleb McGary entrambi già visionati da molte squadre NFL.

La difesa: Il senior Greg Gaines avrà l’incarico di sostituire Vita Vea nella linea, e può farlo con buoni risultati. La difesa è esperta e vede il ritorno di sei titolari; tra i LB ci sono ottimi atleti come Ben Burr-Kirven, Tevis Bartlett e il freshman Ale Kaho, anche se è la secondaria a non avere paragoni con il resto della conference. La FS Taylor Rapp e la SS Jojo McIntosh sono stati più volte ingiocabili nel 2017, e se ci aggiungiamo anche il CB Byron Murphy allora la difesa può stare tranquilla nel gioco aereo.

I prospetti: Washington ha davvero tanti ottimi giocatori, e quindi dovrà prepararsi ad un bel ricambio in vista dei prossimi draft. L’OT Trey Adams è molto agile nell’aprire gli spazi sebbene abbia un peso notevole, e probabilmente sarà una pick del primo round al draft 2019. Taylor Rapp è una safety con il gusto per le big plays e ritorna dopo la sua prima nomina nella selezione All-Pac-12.

Washington State Cougars

Washington State

Preseason ranking: 64

Head Coach: Mike Leach (8° stagione: 38-38)

Record 2017: 9-4

Match da non perdere: at USC (21 settembre), Washington Huskies (23 novembre).

Punti di forza: Sebbene i Cougars abbiano vinto almeno otto partite in ognuna delle passate stagioni, quest’anno dalle parti di Pullman sarà un anno di transizione. Le aspettative saranno decisamente minori e questo può far bene ad un ambiente che è atteso da un’ampia rifondazione. La difesa resta il punto forte della squadra, soprattutto nel pacchetto arretrato: linebackers e secondaria hanno entrambe giocatori validi, mentre l’attacco è anch’esso ben vario, con giochi di corsa e via aerea che si possono alternare facilmente.

Punti deboli: A WSU i punti di domanda sono parecchi: il primo concerne sicuramente il sostituto del QB Luke Falk, la qui dipartita sarà un durissimo colpo per i Cougars. Inoltre, altre debolezze in attacco riguardano la linea di protezione, che la passata stagione ha concesso la bellezza di 44 sacks e quest’anno si trova con l’ulteriore grattacapo di sostituire tre titolari. Qualche defezione importante la riporta pure la linea difensiva, che però sembra avere più soluzioni e rimpiazzi validi.

L’attacco: A prendere il posto di Falk, uno che ha diversi record nella Pac-12 tra cui yards passate, TD passes e completi, sarà o il true freshman Cammonn Cooper oppure il graduate da East Carolina Gardner Minshew: non esattamente al livello del loro predecessore. Nel backfield il RB James Williams possiede molta tecnica ed è un supporto valido, mentre il WR Tay Martin ha anch’esso delle buone qualità di base e dovrà dimostrare ancor di più il suo valore. Abbiamo già ricordato come l’OL soffra terribilmente la pass rush: occorrono migliorie.

La difesa: La partenza del DL Hercules Mata’afa è una mazzata non da poco per l’intero reparto, che perde probabilmente il miglior atleta dell’intera rosa. Il DE Nnamdi Oguayo dovrà mettere una pezza a questo vuoto, e comunque ha messo in luce grandi qualità nei blocchi e nelle situazioni di blitz. Nella secondaria c’è la safety Jalen Thompson, sulla carta il miglior giocatore della ventura stagione. Davanti a lui c’è il LB Peyton Pelluer, il regista difensivo del quale i Cougars non possono fare a meno se vorranno tornare ad un bowl di fine stagione, che nel caso sarebbe il quarto in altrettante stagioni.

I prospetti: Parlando dell’attacco il primo prospetto è Davontavean Martin. Il sophomore WR quest’anno è chiamato a replicare, se non a migliorare, quanto fatto nella scorsa annata: quasi 400 yards di ricezione, media di 11 e più a giocata, e 6 TD. I Cougars puntano molto su di lui, tuttavia dovrà costruire una nuova intesa con qualunque sarà il sostituto di Falk. In difesa non si può tralasciare la safety Jalen Thompson, che nel 2017 ha avuto una continuità di rendimento incredibile in termini di tackles messi a segno. Inoltre ha dimostrato di saper intercettare, anche più volte in una singola partita.

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