NFL Preview 2018: Chicago Bears

Bourbonnais, Illinois. I Chicago Bears che si ritrovano al training camp nell’assolata località della contea di Kankakee hanno poco a che fare con quelli di 12 mesi or sono. Questo lo si sapeva: l’ultima stagione di John Fox alla guida serviva a evitare umiliazioni e traghettare con un record discreto gli orsi nel 2018, anno della vera rinascita. Ciò che era ed è meno chiaro è a cosa questa squadra possa ora ambire, compito che accettiamo con ottimismo e a cui cerchiamo di assolvere da qui in poi.
Nota: per sapere tutto sui Bears vi consigliamo il podcast “The BIC”.

OFFENSE

Mitchell Trubisky

Tanti nuovi nomi, quindi, per il GM Ryan Pace. La maggior parte dei quali in attacco, reparto boccheggiante nel 2017. Solidificato il ruolo di Mitch Trubisky come quarterback: la speranza del draft 2017 ha in effetti giocato più del previsto nel suo “anno zero”, mostrando buon atletismo e buon ritmo. “Buono” è un aggettivo da utilizzare con parsimonia solitamente, ma con lui lo facciamo volentieri in quanto le probabilità che sia solo un onesto giocatore sono simili a quelle che sia il prossimo a portare il Vince Lombardi a Windy City.

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“Truuu” beneficerà sicuramente di due cose: il nuovo head coach Matt Nagy, su cui torneremo in seguito, e tre nuovi ricevitori: Allen Robinson, Taylor Gabriel e Trey Burton. Il primo è il nuovo WR1, il secondo uno slot receiver capace di regalare YAC a grappoli e il terzo quello che Nagy tenterà di rendere il nuovo Travis Kelce.
La linea offensiva riporterà prevedibilmente l’etichetta “OK sulle corse”. Etichetta che corrisponde alla verità sulla base dei dati 2017, ma che potrà enormemente migliorare per la firma del nuovo allenatore di reparto (dettagli sotto). Corse stesse che teoricamente hanno due grandi interpreti in Jordan Howard e Tarik Cohen, i due runningback in lotta per qualche tocco in più del rispettivo collega. Per Cohen, continuando il paragone con i Chiefs di Nagy degli anni scorsi, potrebbe esserci un futuro da Tyreek Hill.

DEFENSE

Nelson Agholor

Se in panchina e in attacco questi Bears sono da rivalutare sotto luci completamente diverse dal passato, discorso diverso riguarda la difesa. Saldamente nelle mani di Vic Fangio, che ha deciso di ritornare anche quest’anno in Illinois, la retroguardia ha avuto risultato da top-10 della nazione nel 2017. Il personale è sostanzialmente rimasto lo stesso: Leonard Floyd ed Eddie Goldman rappresentano un front seven stabile e giovane, Danny Trevathan, Akiem Hicks e Prince Amukamara sono veterani che contribuiscono e nelle secondarie Adrian Amos e Eddie Jackson sono chiamati alla conferma dopo un 2017 da sorprese in positivo.

Sorpresa invece in negativo quella legata al mini holdout di Roquan Smith, che al momento in cui scriviamo (la preview è in corso di aggiornamento continuo quindi non temete) non ha ancora firmato il suo contratto da rookie. Peccato, perché la matricola poliedrica può essere il pezzo mancante a questa difesa per finire nella top-5 e adattarsi al meglio a diversi tipi di attacco che affronterà.
Aggiornamento 13 agosto: Roquan Smith ha appena firmato il contratto da rookie con la paga base rinforzato da 11 milioni ottenibili tramite bonus. Può ora andare al lavoro con i compagnia di una difesa che ha tutte le carte in regola per migliorare

COACHING STAFF

nagy bears

Harry Hiestand torna a Chicago come allenatore della linea offensiva. Sotto la sua guida i Bears ebbero uno dei migliori reparti nel lustro 2005-2009. Il sistema di Hiestand si basa sulla inside zone sulle corse: riduttivo parlarne in questi termini, visti i risultati della linea di Notre Dame, ultimo impiego di questo coach. Nel primo lavoro chiacagoano, invece, aveva dimostrato di poter allenare alla grande sui passaggi: in una di quelle stagioni i Bears ebbero la linea con meno sack concessi.

Matt Nagy è però la novità più importante: il nuovo head coach è indicato come l’autore della rinascita di Alex Smith a Kansas City, l’uomo in grado di fare leva sulle caratteristiche positive dei suoi giocatori e renderli delle armi che non mostrano i loro problemi. In questo scenario offensivo si staglia il nuovo offensive coordinator: Mark Helfrich, ex di Oregon senza alcuna esperienza NFL.
Anche solo leggendo vi state accorgendo di quanto questo set-up offensivo sia completo. Tra inside zone e tinte oregoniane di aggressività e spread offense, è estremamente difficile stabilire quale sarà la rendita e se i giocatori si adatteranno.

In difesa Vic Fangio, come già detto, garantisce una gestione indipendente del reparto arretrato, conferendo una continuità che in attacco va invece trovata.

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Offense
Defense
Coaching staff

La NFC North sarà una division di ferro, ma se i Bears, data l’iniezione di talento avuta in off season, non si battessero ad armi pari con Packers e Vikings ci stupiremmo. Un record positivo è probabile e, se i meccanismi tattici di un attacco ricostruito dentro e fuori dal campo si incastreranno, Chicago potrebbe essere davvero la sorpresa del 2018.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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