Kyler Murray e gli atleti multisport

Negli ultimi giorni anche i più distratti saranno inciampati nella storia di Kyler Murray (ne hanno parlato anche gli insospettabili), prossimo QB degli Oklahoma Sooners e con buone chance di avere una carriera nella NFL, che in settimana è stato scelto con la nona chiamata assoluta dagli A’s al draft 2018 delle Major League di Baseball.

Negli USA praticare più di uno sport è quasi sempre la normalità a livello di High School: per restare ai miei soli idoli di infanzia potrei portare ad esempio Allen Iverson, che nel suo anno da Junior alla Betherl HS riuscì nell’impresa di guidare il team di basket e quello di football alla finale del torneo statale della Virginia o Randy Moss, che oltre ai gridiron tendeva a dominare sul parquet, sulle piste d’atletica senza disdegnare il diamante. Una volta arrivati al college normalmente questi super atleti fanno una scelta per massimizzare lo sforzo e le chance di avere un futuro nei pro. Nonostante questo non è del tutto inusuale trovare giocatori che anche a livello universitario pratichino due sport, normalmente football e baseball per la complementarietà delle schedule, ed a buon livello. Più difficile è che possano eccellere in entrambe le discipline tanto da venir poi selezionati in più di una lega professionistica.

Lo stesso Murray, che è il pretesto di questo articolo, è “solo” a metà dell’opera perché se è vero che è già stato scelto dagli A’s, con cui ha trovato l’accordo per restare un anno a Norman, deve ancora giocare un singolo snap a livello collegiale e, nonostante sia considerato uno dei migliori prospetti del ruolo nella nazione e uno dei candidati alla vittoria per l’Heisman Throphy, è tutto da dimostrare che possa arrivare in NFL ed entrare nel ristretto cerchio dei giocatori selezionati da entrambe le leghe.

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Premesso che non voglio prendere in considerazioni ere-geologiche troppo distanti dalla nostra e volendo restare più o meno “fedele” al binomio NFL-MLB da cui siamo partiti, la domanda che mi sono fatto dopo aver letto la notizia di Murray è stata: di che numeri stiamo parlando e chi sono, sono stati, questi super atleti?

MULTISPORT ATHELETES

Per rispondere alla domanda facciamo un passo indietro e prendiamo in considerazione i “multisport athletes” a livello collegiale che abbiano avuto una carriera nel football, per poi restringere il cerchio. Essendo cresciuto negli anni 90 uno dei nomi che mi viene sempre in mente, perché l’ho visto giocare più volte ai tempi del college, è quello di Tony Gonzalez (foto sotto), indimenticato e indimenticabile TE di Chiefs e Falcons che a Cal dominava sul gridiron e portava giusto quel tantino di fisicità sull’hardwood o, sempre restando in tema di TE con una “discreta” carriera nella National Football League, come dimenticare Antonio Gates, all-american prima ad Easter Carolina e poi a Kent State con una arancia tra le mani. Potremmo andare avanti all’infinito con Terrell Owens, Cris Carter, Julius Peppers  Donovan McNabb, RG3, Pat McAfee, che oltre a fare il punter giocava a “soccer”, Michael Bennett, Jimmy Ghraham fino a Andre Johnson dimenticandoci sicuramente qualche nome importante. In super sintesi: sono tanti i giocatori approdati in NFL con un passato collegiale bi-polare.

Tony Gonzales

PLAY-ACTION OR DOUBLE PLAY?

Tornando alla nostra combo iniziale, NFL_MLB, e prendendo in considerazioni giocatori scelti da entrambe le leghe e che abbiano avuto una carriera nella National Football League scopriremo come nel periodo che ho deciso di prendere in considerazione (diciamo dagli anni 80 in avanti)  siano stati soprattutto i signal caller ad aver destato interesse nei GM dell’America’s Pastime: Tom Brady, Troy Aikman, Dan Marino, John Elway, Russell Wilson, che recentemente ha partecipato allo spring training degli Yankees (foto sotto), Colin Kaepenick, Michael Vick, Dunte Culpepper, un insospettabile Manziel, chiamato dai Padres nel 2014 e che oggi sta provando a ricostruirsi una carriera in CFL, Jamies Wiston, Danny Kanell,  Matt Cassel e Matt Moore sono solo alcuni dei QB che hanno avuto la possibilità di diventare pro nelle due leghe. Ci sarebbe anche Brendon Weeden, ma sono veramente in difficoltà quando penso a lui ed a quello che dovrebbe essere un signal caller in NFL, scusatemi… Non solo QB però, come dimostrano le due selezioni per Erick Dekker, WR dei Titans,o quelle di Golden Tate,  Brandon Jones, Kyle Long e Shaq Thompson, solo per restare agli anni 2000.

russell wilson

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LE 7 MERAVIGLIE

Il discorso cambia radicalmente quando restringiamo il campo e contiamo quelli che poi, effettivamente, hanno giocato almeno una partita nelle due leghe a livello professionistico.

Qui la prendo larga, anzi larghissima.

Dal 1920, anno in cui fu disputata la prima stagione della National Football League,ad oggi sono 67 i giocatori ad aver collezionato almeno una presenza in Major League ed in NFL, 11 proprio in quella prima stagione, ma solo 7 dal 1970 ad oggi.

Le 7 meraviglie rispondono ai nomi di Bo Jackson (87-90 NFL, 86-94 MLB), Matt Kinzer (87 NFL, 89-90 MLB), Deion Sanders (89-2005 NFL 89-2001 MLB), DJ Dozier (87-91 NFL, 92 MLB), Brian Jordan (89-91 NFL, 92-06 MLB), Chud Hutchison (02-04 NFL, 01 MLB), Drew Hanson (04-08 NFL, 02-03 MLB).

Period.

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“WE KNOW”

Di questi ì 7 i più popolari e capaci di avere un impatto rilevante su entrambe le leghe sono stati Bo Jackson e Deion Sanders.

Il primo, Heisman Thropy e prima scelta dei Bucs’, boicottò l’NFL dopo che la visita a Tampa Bay, che l’allora proprietario dei Buccaneers gli aveva assicurato fosse “nelle regole”, lo fece escludere dalla squadra di baseball di Auburn. Nonostante Jackson avesse dichiarato che non sarebbe mai andato a giocare per il team della Florida questi decisero di correre il rischio selezionandolo con la prima chiamata assoluta. Jackson fu però di parola, si dichiarò per il draft MLB e finì ai KC Royals. Solo nell’ 87, dopo che i Raiders acquisirono i diritti di Jackson, Bo fece il suo debutto nella National Football League diventando immediatamente uno dei giocatori più devastanti e popolari della lega e l’unico a essere un all star in entrambi gli sport.

La “breve” storia di Jackson potete trovarla facilmente sul tubo, raccontata in un magnifico docu della serie 30 for 30 di ESPN (trovate anche su Radio Deejay, in podcast, la sua storia raccontata dalla voce di Flavio Tranquillo) ma vale la pena dare un paio di highlight che, eventualmente, vi faranno venire voglia di approfondire il discorso: il primo è relativo al Monday Night dell’87 vs Seattle in cui Bo distrusse Seahawks e l’arroganza di Bosworth con una corsa da 90 yard che finì nel tunnel degli spogliatoi, il secondo è una presa al volo, Jackson giocava esterno centro, con corsetta spiderman edition sul muro per chiudere la giocata mentre il terzo ed ultimo ha poco a che fare con il suo essere atleta ma con la percezione che si aveva di lui, o che i giapponesi (??) avevano di lui: giocate a Tecmo BO(wl) e capirete di cosa sto parlando. Restando in tema di percezione se non aveste mai visto lo spot “Bo Kwons” potrebbe essere arrivato il momento di colmare la lacuna

Se Jackson è stato devastante, tanto quanto l’infortunio che ne ha chiuso anticipatamente la carriera NFL, ma poco longevo, Deion Sanders è stato dominante per 16 lunghi anni sia nei ballpark che sui gridiron di tutta America. Primetime è stato l’unico atleta della storia ad aver realizzato un HR e un TD nella stessa settimana oltre che l’unico ad aver giocato (almeno) un Super Bowl e le World Series. La sua miglior stagione in NFL è stata probabilmente quella con i San Francisco 49ers dove oltre a vincere il Lombardi Throphy fu eletto giocatore difensivo dell’anno grazie ai 6 intercetti totalizzati (per 303 yard e 3 TD). Il suo talento gli ha permesso di giocare anche in attacco, come WR, e diventare così il solo ad avere messo a statistica un intercetto e una ricezione in un Super Bowl. Ha realizzato TD in 6 modi diversi ed ha chiuso la carriera con il record di 19 TD difensivi/su ritorno battuto recentemente dai 20 di Devin Hester. Nel 1990, dopo che il fato non li aveva mai visti “opposti”, Bo e Dion si incontrarono 5 volte sul diamante con il punto più alto raggiunto nella sera del 17 Luglio in cui, dopo una prestazione da 3HR del nativo dell’Alabama,  Sanders affermò: He’s one of the best athletes who ever put on a uniform.”

deion sanders

Esauriti i giocatori capaci di eccellere nelle due discipline oggetto del pezzo e che mi hanno costretto a scartabellare il web per fornirvi informazioni utili per una transizione più dolce in questa lunga offseason ho pensato di “regalarvi” alcune storie, più o meno conosciute di giocatori della NFL capaci di fare qualcosa di straordinario anche al di fuori dei gridiron. Li ho divisi in 3 categorie e sicuramente ho escluso qualcuno che avrebbe meritato di essere citato, vi chiedo scusa ed eventualmente chiedo scusa ai diretti interessati…

“OLYMPIANS”

Se i mondiali hanno scandito i tempi della nostra vita e di quelli che verranno (cit Federico Buffa, doverosa visto che nel momento in cui scrivo mancano 48 ore all’inizio dei Mondiali di soccer)  le olimpiadi hanno reso più piacevoli i miei interminabili soggiorni nella ridente cittadina di Clusone, Val Seriana, quando al bar Mantegazza diventavamo tutti degli esperti di Atletica (a mani basse la regina delle discipline olimpiche) scommettendo gettoni dei videogiochi su chi avrebbe vinto nelle varie specialità . Alle olimpiadi di Barcellona del 92, che io tendo a ricordarmi più per il Dream Team che altro, vinse la medaglia d’oro nella 4×100 americana James Jett, prodotto di West Virginia che ebbe, successivamente all’esperienza olimpica una discreta carriera nella National Football League con la maglia dei Raiders chiusa con 256 ricezioni, 4417 yard (8° Raiders di sempre), 30 TD ed un Lombardy Thropy (2002).

Marquise Goodwin, attualmente WR dei 49ers, ha invece partecipato alle Olimpiadi di Londra del 2012 dopo che nei trials dello stesso anno aveva saltato 8,33, una misura che gli avrebbe permesso di vincere l’oro nel Regno Unito ma che non riuscì a replicare nella finale di specialità che chiuse al 10° posto. Scelto alla 78 dai Bills nel draft del 2013 Marquise è approdato ai 49ers dopo la scadenza del suo rookie contract ed è fresco di rinnovo con la franchigia della baia dove avevano disperatamente bisogno di dare a Jimmy-G dei target a cui lanciare il prolato (altrimenti non si spiegherebbe il triennale appena firmato… WE WANT DEZ, WE WANT DEZ)

maquise goodwin

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La storia più curiosa ce la regala Hershel Walker, unico giocatore della storia a finire tra i primi 3 nella classifica dell’Heisman Thropy (vinto nel 1983) nelle tre stagioni trascorse all’Università della Georgia, e capace di chiudere nella top ten della yard corse nonostante l’uscita anticipata dal college. Dopo tre anni spesi nella defunta USFL Walker venne selezionato da Dallas per andare a formare con Tony Dorsett la seconda combo di RB vincitori di un Heisman Throphy nella storia, anche se la sua carriera sarà ricordata più per la Hershel Walker Trade, quella che di fatto permise ai Cowboys di dominare i primi anni 90, che per i seppur ottimi numeri ottenuti sui campi da gioco. La curiosità che ci permette di collocarlo tra gli olimpionici ci riporta nuovamente al 1992 quando, ancora in piena attività, partecipò alle olimpiadi invernali (!!!) di Albertville classificandosi 7° nel bob a due (il suo compagno d’equipaggio era Brian Shimer).

“PITCH/THROW”

Ricky Williams è stato un giocatore, diciamo particolare, e sicuramente ha fatto discutere per molte delle sue posizioni rispetto non tanto al gioco quanto alla vita. Ho ascoltato, letto e visto decine di storie riguardanti il RB di Texas ma non avevo mai saputo che avesse giocato per i Phillis nelle minors durante il suo periodo ai Longhorns come non mi sarei mai immaginato che Terry Bradshow, uno dei QB più cazzuti degli anni 70 e capace di vincere con gli Steelers 4 titoli in 4 apparizioni al Super Bowl, facendo impazzire gli Oakland Raiders per quasi un decennio, avesse detenuto il record di lancio del giavellotto per lo stato della Louisiana

 “CLUB 4” 

Charlie Ward non solo non ha mai giocato nella NFL ma è stato uno dei 4 vincitori dell’Heisman Thropy a non essere stato scelto al Draft. Questo perché dopo la stagione trionfale del 1993, in cui i suoi Seminoles conquistarono il loro primo titolo nazionale della storia sconfiggendo Nebraska, disse che non sarebbe andato a giocare nella National Football League se non fosse stato selezionato al primo giro, considerando una possibile carriera in NBA come alternativa (cosa che poi effettivamente successe quando i Knicks investirono la 26° pick per assicurarselo). Ward oltre che essere un leader sul gridiron, lo era anche sul parquet e grazie alla presenza, in quegli anni a Thallasse, di talenti come Bob Sura, Sam Iam Cassell e Doug Edwads (che vale la pena citare e ricordare solo per essere stato uno dei giocatori della prima versione dei Vancouver Grizzlies) portò i Seminoles, nel 93, ad un passo dalle Final Four, garantendosi, di fatto, la possibilità di scegliere quale sport praticare a livello professionistico. Per cercare di darvi una idea di che atleta fosse, Ward fu scelto anche dalla MLB nonostante non avesse praticato il MGBD nei suoi anni al college e partecipò all’Arthur Ashe Amateur Tennis Tournament nel 1994.

Nell’NBA ha avuto una discreta carriera con la maglia dei Knicks giocando, da titolare, la finale con gli Spurs del ‘99, l’ultima a cui il team della grande mela abbia preso parte (Dolan suck) chiudendo poi la carriera nel 2005 con gli Houston Rockets.

Se vi state chiedendo perché abbia deciso di chiudere il pezzo parlandovi di Charlie Ward, modesto mestierante, è giusto che sappiate una cosa: nonostante molti di voi si ricordano (eventualmente) del nostro eroe esclusivamente per la rissa che quel manovale di PJ Brown scatenò facendolo roteare tra il pubblico delle prime file e che ci costò (sono nell’azionariato dei NY Knicks) una finale di Conference che ci eravamo meritati, l’ex Knick viene considerato ancora oggi uno dei giocatori più entusiasmati che siano mai scesi su un campo da football a livello collegiale… La sua carriera NBA è stata discreta e rimarrà sempre il dubbio di cosa sarebbe potuto essere se avesse scelto di giocare a Football ma se sei stato l’ultimo play di NY ad aver giocato una finale meriti un posto speciale nel mio cuore.

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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