La Strada verso il Draft: Top & Worst Draft Edition

Sono passate due settimane dal Draft di Dallas, l’ultimo grande appuntamento prima di qualche mese di speculazioni totali in attesa del football giocato. Come possiamo valutare una draft class? Solo tra quattro anni probabilmente, ma questo non toglie la possibilità di poter valutare, grazie anche ai primi minicamp dei rookie, le scelte delle 32 squadre NFL nella tre giorni in Texas. Vediamo in questo Top & Worst Draft Edition chi ha operato meglio per il futuro e chi, invece, si è messo da solo i bastono tra le ruote per le prossime stagioni.

Valuteremo migliori e peggiori sulla base dei need e di come questi sono stati sistemati; di eventuali trade che hanno scambiato future scelte o mosso veterani; ed infine del reach, ovvero della posizione nel quale un tal giocatore è stato selezionato in base al suo valore.

TOP

New England Patriots: voto 7/8

I Patriots, rispetto agli ultimi anni, hanno deciso per un draft molto conservativo, puntando sul buon numero di pick a disposizione per scegliere giocatori in grado di portarli, il più velocemente possibile, ad un nuovo Super Bowl. Il loro punto di forza assoluta è e rimane Tom Brady, motivo per cui sono stati selezionati dei giocatori che possano aiutarlo a giocare in condizioni di sicurezza per più anni possibili.

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I due giocatori da Georgia, Isaiah Wynn (OT, n.23) e Sony Michael (RB, n.31), scelti al primo round sono due pezzi che si inseriranno subito nell’attacco guidato dal leggendario numero 12. Michael è un running back versatile, capace di fare qualunque cosa dentro e fuori dal backfield. Sarà super utilizzato dai Patriots. Wynn è un giocatore esemplare, starter costante al college, studioso del gioco e ottimo nella pass protection. Da guardia sarà un valore aggiunto per la linea di New England che, il secondo giorno, ha aggiunto con una trade anche il tackle ex 49ers Trent Brown.

Duke Dawson (CB, n.56) è lo slot corner che mancava alla difesa, può immediatamente rompere le uova nel paniere a tanti ricevitori. I due linebacker, Ja’Wuan Bentley (LB, n.143) e Christian Sam (LB, n.178), servivano come il pane per rafforzare un reparto a corto di velocità, istinto e, soprattutto, profondità. Braxton Berrios da Miami (WR, n.210) è uno slot receiver che si incastra benissimo nel gioco offensivo di New England e potrebbe avere molti snap, visto l’addio in primavera di Danny Amendola.

BALTIMORE RAVENS: voto 8

L’ultimo draft di Ozzie Newsome potrebbe passare alla storia come il draft che ha dato nuova vita alla franchigia. La scelta di Lamar Jackson (QB, n.32) è un piccolo capolavoro e il Wizard of Oz ha dimostrato di saper muovere la board a suo piacere nella tre giorni di Dallas, cedendo, acquistando e muovendo pick come un vero stregone. La sorpresa è sicuramente il quarterback da Louisville, potenziale campione scambiato per due secondi round (uno attuale e uno futuro), ma anche il resto del draft è stato molto solido.

Hayden Hurst (TE, n.25) è un tight end in grado di giocare titolare dal giorno 1 ed essere efficace sia nel blocking che nel passing game. Ad aiutarlo è arrivato anche Mark Andrews (TE, n.86) da Oklahoma, tight end molto più specializzato sul gioco aereo. È stato ampliato il reparto wide receiver durante il terzo giorno, con Jaleel Scott (WR, n.132) e Jordan Lasley (WR, n.162). Joe Flacco ha un arsenale di ricevitori completamente nuovo e una stagione intera per dimostrare di essere ancora il titolare, altrimenti inizierà a Baltimore l’era Jackson.

Il grande merito di Newsome, oltre a rinvigorire l’attacco, è stato soprattutto quello di dare nuova fiamma alla franchigia, da troppi anni ormai abituata a draft e stagioni nella media. Oltre a Jackson, ai tifosi di Baltimore ha fatto immensamente piacere anche la pick di Orlando Brown Jr. (OT, n.83) , figlio di Zeus, icona della franchigia del Maryland. Newsome non si è dimenticato della difesa, aggiungendo giocatori molto interessanti che potrebbero inserirsi nella grande tradizione di ottimi difensori scelti dai Ravens, come Anthony Averett (CB, n.118) e Kenny Young (LB, n.122).

lamar jackson

CHICAGO BEARS: voto 9

Lo abbiamo detto spesso in Podcast verso il Draft. Trovare un linebacker centrale pronto dal day 1 è difficilissimo. Roquan Smith da Georgia è il prospetto tecnicamente più completo nella posizione e, alla 8, è una scelta eccellente. Smith si inserisce nella grande tradizione di linebacker dei Bears e potrà avere un impatto immediato sulle fortune difensive della squadra di Chicago.

James Daniels (OG, n.39) al secondo giro è uno steal pauroso, perchè il versatile lineman ha il talento di un first rounder e, soprattutto, la possibilità di diventare un affermato starter per moltissimi anni a venire. Anthony Miller (WR, n.51) vale le due pick cedute, perchè è un ricevitore dal grandissimo upside e soprattutto è uno dei prospetti più completi della sua classe, un regalo che Mitch Trubisky gradirà parecchio.

Ryan Pace ha scelto bene anche nei round finali, dove ha aggiunto tasselli utili in difesa, allungando le rotazioni. Particolarmente intrigante la scelta dell’edge rusher da Utah Kylie Fitts (LB, n.181), che ha giocato poco nelle due passate stagioni collegiali a causa di infortuni, ma che potenzialmente è un rusher produttivo e pericoloso.

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DENVER BRONCOS: voto 9

In tanti si sarebbero aspettati un quarterback alla 5. I Denver Broncos hanno aspettato e, tranquilli, si sono scelti il miglior giocatore difensivo dell’intero draft. Bradley Chubb alla 5 è una pick fantastica, un giocatore in grado di entrare subito nelle rotazioni difensive ed essere un fattore opposto a Von Miller.

Courtland Sutton ha un fisico imponente, che può renderlo una macchina da touchdown. Giocherà probabilmente tanti snap già dal primo anno e la sua abilità nel muovere la catena si farà sentire. Averlo scelto alla pick 40 è un’ottimo reach. Il running back Royce Freeman (RB, n.71) ha le caratteristiche per avere successo in NFL, grazie ad un’ottima visione di gioco e alla sua elusività.

Buonissime anche le scelte successive, in particolar modo il cornerback Isaac Yiadom (CB, n.99), un piccolo clone di Aquib Talib, dotato della medesima fisicità; e il ricevitore DaeSean Hamilton (WR, n.113), uno dei migliori esecutori di tracce dell’intero lotto. Un’aggiunta che andrà a nozze col gioco intermedio di Case Keenum.

WORST

PITTSBURGH STEELERS: voto 5/6

Una qualità indubbio di Pittsburgh è quella di trovare, ogni anno, un ricevitore forte al secondo round. Missione compiuta anche in questo draft con la scelta di James Washington (WR, n.60), ma le due scelte che faranno discutere saranno, nei prossimi anni, Terrell Edmunds e Mason Rudolph.

Edmunds (S, n.28) va a coprire un bisogno importante, la safety, ma è stato scelto almeno con un round d’anticipo e davanti ad altri giocatori probabilmente più completi. Il suo atletismo è straripante, ma è lacunoso su molti aspetti tecnici e, al college, non ha dimostrato di essere un playmaker che può cambiare le partite.

Tremaine Edmunds

L’altro punto di domanda è Rudolph, quarterback da Oklahoma State dotato di un gran braccio, scelto alla 76. Ben Roethilsberger non ha speso parole dolci per il suo nuovo compagno di reparto, criticando apertamente la scelta della società di non aver pensato ad aggiungere un giocatore in grado di aiutare gli Steelers a vincere nell’immediato. Rudolph è un prospetto molto interessante, probabilmente l’erede di Big Ben, ma gli Steelers, al momento sono una top contender che avrebbe avuto bisogno di un tassello in più per arrivare al Super Bowl, non per costruire il futuro.

Anche la pick di Chukuma Okorafor (OT, n.92) rischia di essere un bust. Il ragazzo dovrà diventare molto più forte, rapido e sicuro nella pass protection o sarà ben presto relegato alla panchina. Molto interessante, invece, la scelta del coltellino svizzero Jaylen Samuel (RB, n.165), tuttofare offensivo che si cala perfettamente nella fantastica macchina offensiva di Pittsburgh.

OAKLAND RAIDERS: voto 5

Jon Gruden, ad inizio primavera, ha detto di voler ritornare al football di 10 anni fa. Detto, fatto, con le scelte più tradizionali che si potessero fare. Kolton Miller alla 15 non ha assolutamente senso, i tape mostrano un giocatore da fine primo round, non assolutamente pronto per essere un top-15. Dovrà lavorare tantissimo sulla tecnica di bloccaggio per diventare uno starter.

Il defensive tackle PJ Hall (n.57) è molto grezzo e lontano dal poter essere lanciato in campo per tanti snap. Altro giocatore precoce è il tackle offensivo da North Carolina A&T Brandon Parker (n.65), che ha faticato tantissimo durante il processo pre-draft, soprattutto a causa di una pessima prova al Senior Bowl.

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Il draft di Oakland potrebbe prendere una piega completamente diversa se Arden Key (DE, n.87) e Maurice Hurst (DT, n.216) dovessero esplodere. Sono due talenti da primo giro che, per motivi diversi sono scesi tantissimo. Key, se resterà fuori dai guai e aggiungerà muscoli, può diventare un pass rusher da 10 sack a stagione. Hurst, dovesse passare tutti i test medici dovuti al suo problema cardiaco, è un defensive tackle impressionante contro le corse, un talento da top 15 che potrebbe facilmente diventare uno dei migliori nel suo ruolo.

NEW ORLEANS SAINTS: voto 4

Perchè? Perchè? Perché? Perchè cedere un PRIMO ROUND del 2019 per un prospetto sicuramente molto interessante, ma ancora molto grezzo e carente su aspetti importantissimi della pass rushing? Marcus Davenport (DE, n.14) potrebbe anche diventare un ottimo pass rusher nei prossimi anni, ma ad oggi è solo un talento potenziale da sgrezzare che non vale, assolutamente, la cessione di una pick così importante del futuro.

Il pessimo voto dei Saints dipende soprattutto da questa scelta azzardata. Probabilmente a New Orleans si credono in grado di vincere immediatamente, ma scegliere Davenport non li aiuterà ad ottenere subito 10 sack in più a stagione. Il tackle Rick Leonard (OT, n.127) è un giocatore che è passato dall’essere un difensore ad un uomo di linea offensivo e, anche lui, è stato scelto con qualche round di anticipo.

Il ricevitore di UCF Tre’Quan Smith (WR, n.91) è una buona pick, un mix di velocità e potenza che potrebbe ritagliarsi il suo spazio in un attacco ad alto voltaggio come quello guidato da Drew Brees. Completano il draft giocatori acerbi che vanno ad aggiungere profondità ai vari reparti, ma senza la possibilità di dare un contributo immediato.

SEATTLE SEAHAWKS: voto 4/5

Ogni draft dei Seahawks finisce nei worst. Non sarebbe stato facile, va detto, per la squadra di Pete Carroll, fare un buon draft con poche pick e tanti giocatori arrivati al capolinea della loro avventura nel piovoso nord-ovest degli USA. Vero anche che a Seattle sanno come costruire degli ottimi roster pescando gemme nei late round, ma sembra assurdo come una squadra che ha disperato bisogno di proteggere il suo futuro, leggasi Russell Wilson, non scelga un lineman offensivo in una delle classi più interessanti, soprattutto per quel che riguardava guardie e centri. Che senso ha scegliere alla 168 il tackle Jamarco Jones, un giocatore tutto da costruire? 

Rashaad Penny è un buonissimo running back, dal grande talento e potenziale ottimo futuro, ma alla 27 è stato scelto troppo presto. Poco comprensibile anche la scelta di un punter al quarto giro, Michael Dickson, per quanto palesamene miglior punter del draft.

Peccato, perchè il resto del draft di Seattle non è stato male. Shaquem Griffin (LB, n.141) non è solo una bella storia, è un bravissimo giocatore di football. Rashem Green (DE, n.79) è una solidissima pick del secondo giorno, che può avere un grande impatto sulla produzione di pressione e sack del fronte difensivo. Tre Flowers (SS, n.146) può seguire le orme di Kam Chancellor, ma rimane il dubbio sul perchè non siano arrivati giocatori dove c’era più immediato bisogno.

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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3 Commenti

  1. A me il draft dei Pats è sembrato normale, nel senso che è il loro solito draft che non emoziona pieno di trade down, ma che poi alla fine gli darà come sempre ragione. A me comunque sembra strano non abbiano preso uno dei QB di seconda fascia e abbiano spettato fino all’ultimo per prenderselo (non gli può andar sempre bene di trovare un Brady a fine draft).

    Per Baltimore: secondo me è una di quelle squadre che drafta sempre bene, però a me non convince tanto che prendi Lamar Jackson con la seconda pick e gli preferisci un TE di 25 anni (e da quel che si diceva avrebbero potuto perderlo), insomma, se ci credevano davvero così tanto lo dovevano prendere con la prima pick.

    Sul resto sono d’accordo, soprattutto sul draft dei Bears che stanno mettendo su davvero una buona squadra (Trubisky permettendo).

    1. Ciao Sandro, ti rispondo su Baltimore. Il TE era il need primario della squadra, tutto il modus operandi del primo giro è stato volto a scegliere Hurst alla 25. I due trade down sono serviti proprio a scegliere Hurst dove volevano. Con Jackson si è creata un’opportunità. Lo ha dichiarato Eric DeCosta (assistente GM e futuro GM dei Ravens): quando Jaguars e Patriots hanno bypassato Lamar, i Ravens hanno preso il telefono e chiamato Phila per valutare la possibilità di uno scambio, gli Eagles hanno accettato e voilà il futuro quarterback nero-viola.

  2. Ciao Grabriele e grazie 10^3 per le precisazioni 🙂
    Mi auguro possa diventare un grande QB, sarebbe davvero più divertente un football con lui in cabina di regia, devo dire però che io qualche dubbio ancora ce l’ho.
    Grazie ancora e tantissimi complimenti per gli articoli e il podcast.

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