La Strada verso il Draft: Lamar Jackson
Classe: Junior – Altezza: 6’3’’ (1.90 m) – Peso: 200 lbs (91 kg)
E’ difficile immaginare di poter trovare una situazione all’interno di questo draft più enigmatica di quella relativa a Lamar Jackson ed il suo futuro tra i professionisti.
Nessuno mette in dubbio il talento, le qualità atletiche e la capacità di creare dal nulla un big play, né tantomeno si può pensare possa sopravvivere ai primi due round del draft, ma rimane difficile decifrare le reali intenzioni dei GM che vorrebbero evitare un nuovo “caso Watson, ma faticano a credere che un giocatore con queste caratteristiche possa essere il franchise qb della loro squadra.
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Arrivato a Louisville con la promessa di essere considerato esclusivamente un QB, e con chance di vedere il campo fin dal primo anno, Jackson è partito titolare in 9 delle 12 partite da freshman, una delle quali disputata da RB (vs Auburn), eccezione che la signora Jones non mancherà di sottolineare al coach il giorno seguente alla partita.
L’esplosione nell’anno da sophmore ha portato un Heisman Throphy che in pochi avrebbero pronosticato ed una popolarità che è stata gestita alla maniera di mamma Felicia: profilo basso e “media expousure” ridotta ai minimi termini. La stagione da Junior è stata anche migliore di quella precedente, nonostante Jackson sia poi giunto terzo nella corsa all’Heisman Throphy, ma le difficoltà di una Louisville con meno talento del previsto e le sconfitte che sono arrivate come logica conseguenza hanno troppo spesso oscurato i progressi nel passing game, nelle letture ed in generale nella gestione dell’attacco da parte del signal caller #8
Nei tre anni sotto la guida di Bob Petrino Lamar Jackson ha fatto tutti i passi necessari per trasformarsi in un qb con i “tool” necessari per competere a livello professionistico, lavorando costantemente sul proprio passing game fino a postare, nelle ultime due stagioni, oltre 7000 yard su passaggio con 57 TD e 19 INT, quattro dei quali arrivati nel Bowl perso vs Mississipi State. I progressi nel gioco di passaggio non hanno “interferito” con l’abilità e l’istinto di Jackson nel portare il prolato come certificano le oltre 3000 yard su corsa e i 39 TD, 10 dei quali arrivati con galoppate da più di 40 yard, conquistate nel biennio sophomore-junior.
Il paragone che viene più naturale è quello con Michael Vick, che ha confermato di rivedersi nel prodotto dei Cardinals, e di cui ricorda le movenze e la capacità di trasformare il nulla in un highlight per la top10 di ESPN. Il ragazzo della Florida non è però solo un super atleta dalla velocità irreale e sotto Petrino ha sviluppato ottime abilità di lettura pre e post snap, dimostrando una buona presenza nella tasca e di poter giocare anche sotto il centro, caratteristica da non sottovalutare in chiave NFL. Per sopravvivere nei pro dovrà crescere dal punto di vista fisico mentre come passatore dovrà migliorare accuracy e velocità di palla sia sul profondo che quando si trova a lanciare in movimento.
Il problema principale, come anticipato, sembra poter essere però proprio l’atletismo esagerato che in NFL difficilmente tendono ad associare con l’idea di franchise QB. Non è un mistero che al combine, dove Lamar Jackson ha scelto di evitare le prove atletiche proprio per accentuare l’idea di voler essere valutato solo come qb puro, qualcuno gli abbia comunque chiesto di eseguire dei drill da WR, La scelta “filosofica” del figlio di Felicia ad Indianapolis non ha però pagato i dividendi sperati lasciando parecchie perplessità tra gli addetti ai lavori che sono rimasti poco impressionati anche durante le interviste di Jackson, parso lontano dall’idea di leader e leadership che cerchi nel signal caller a cui vorresti affidare i destini della tua franchigia.
A tutti i dubbi, in un certo senso legittimi vista la storia di insuccessi per questo tipo di giocatore tra i pro, si è aggiunta la scelta di Jackson di non essere rappresentato da un agente, decisione che potrebbe costargli qualche posizione nella board, con i team che hanno dichiarato di faticare a relazionarsi con mamma Felicia ed il giovane rampollo, restii nel rispondere alle chiamate dei vari GM. Considerata poi la profondità della classe nel ruolo e la follia che potrebbe contraddistinguere le scelte dei team che cercano disperatamente un franchise qb non è banale capire dove potrà finire Jackson.
In molti sono pronti a scommettere che se i Bills non dovessero riuscire a risalire ulteriormente la board potrebbero utilizzare una delle due chiamate al primo giro per selezionare Lamar Jackson mettendo fine alla ricerca del QB. Se i Bills dovessero passare il nome di Jackson anche alla 22, e nessuna delle potenziali altre interessate (Cardinale, Ravens?) ne approfittasse, ecco che tra la 28 e la 29 potrebbe arrivare il momento della chiamata per il figlio di Felicia. Jacksonville ha rifirmato Bortles ma sembrerebbero voler avere una alternativa in casa fin da subito mentre gli Steelers potrebbero approfittare dell’eventuale occasione selezionando Jackson e gettando le basi per il dopo Big Ben. Visti i tanti dubbi relativi all’adattamento del ragazzo tra i pro non dovrà stupire una eventuale chiamata nel 2° giro.
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pare la fotocopia di Watson ma più forte (in prospettiva) ….mancano libbre per attutire i colpi (duri) tra PRO. L’ottima scorsa mezza stagione di Watson ai Texans potrebbe aiutarlo ad essere scelto al primo giro.
Potrebbe anche finire tra i primi 10