Intervista a Federico Montalenti

A “Huddle Magazine Draft Night” abbiamo avuto l’occasione di intervistare Federico Montalenti. Federico è un preparatore atletico italiano con la passione per il football e che nel tempo ha accumulato una serie di certificazioni nell’allenamento mirato a questo sport. Ultima tappa in senso cronologico è stata il periodo di lavoro presso il Michael Johnson Performance, in Texas.

Nel centro texano, tra gli altri, si allenano anche molti atleti collegiali che si preparano per il Combine, nel quale vengono valutati proprio per le loro abilità fisiche e atletiche. L’intervista fatta in diretta a Federico è disponibile sulla pagina Facebook di Huddle Magazine, ma la curiosità era troppo alta per non ricontattare il disponibilissimo trainer e farsi dire altri dettagli su quell’esperienza e su come si allena un giocatore di football di primissimo livello.

Federico, hai fatto parte di un programma che “traghetta” i giocatori dalla fine della stagione NCAA al combine. Si tratta più di un lavoro di mantenimento o siete riusciti a migliorare le performance degli atleti coinvolti?

Pubblicità
[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]Il programma in sé è quello di migliorare tutti gli atleti coinvolti. Il gruppo di quest’anno ha dato miglioramenti per tutti i ragazzi sulla maggior parte degli esercizi eseguiti al Combine rispetto al primo giorno di test, anche perché la differenza di un tempo sulle 40 yards o sul 3-Cone-Drill può far salire o scendere le “quotazioni” del giocatore nel draft che in termini economici e contrattuali sono tanti soldi di differenza. In più ogni giocatore, in base alla propria posizione, aveva un obiettivo dettato dai Combine precedenti, quindi essere in linea con certi giocatori che ora sono professionisti affermati era un modo di confronto per loro e per i rispettivi scout e analisti.[/quote]

A MJP grossa enfasi viene posta sull’aspetto mentale con, a esempio, l’aiuto di psicologi. Hai potuto notare l’efficacia di questo lavoro sulla testa di questi giocatori? Qual è l’impatto di un lavoro psicoanalitico sui risultati in campo di questi ragazzi?

[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]Il tempo a disposizione per fare tutto non era molto, un modo semplice che abbiamo utilizzato per tenere “sotto controllo” la salute fisica e mentale dei giocatori è stato quello di utilizzare un questionario della scala di percezione dello sforzo (RPE, Rate of Perceived Exertion), con domande mirate alla loro salute, alla qualità del sonno, alla fatica che avevano, al loro stato muscolare e via dicendo, così da monitorare ogni giorno ogni giocatore così da apportare i giusti cambiamenti all’allenamento del giorno ed eventualmente dei giorni successivi.
L’impatto è stato buono e i giocatori hanno apprezzato questo tipo di attenzioni, c’è stato un momento che ritengo il più significativo, quando alla fine della quinta settimana li abbiamo portati all’AT&T Stadium dei Cowboys e gli abbiamo fatto fare una prova di come sarebbe andata ad Indianapolis e, numeri alla mano, c’è chi era già pronto mentalmente e chi non lo era, anzi ha sentito la pressione facendo una prova solo discreta. Da quel momento in poi hanno iniziato tutti, o quasi, ad essere concentrati.[/quote]

A proposito dell’aspetto mentale del gioco, ci hai parlato alla Draft Night di Shaquem Griffin, defensive end da UCF con una malformazione al braccio ma che nonostante questo riesce a essere incredibilmente efficace sul campo. Hai lodato la sua positività e quanto aiutasse i suoi compagni di allenamento.
Puoi farci un confronto tra questo tipo di personalità e quella più egoistica che talvolta si riscontra in altri atleti professionisti?

[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]Un confronto è difficile da fare, Shaquem come gli altri erano lì per lo stesso obiettivo ed ognuno era consapevole delle proprie capacità fisiche e caratteriali, direi più che confrontare la personalità egoistica, userei “arroganza competitiva”, che fa anche parte del DNA a stelle e strisce. Perché questi ragazzi imparano più l’un l’altro, aiutandosi e sfidandosi, quindi un carattere più carismatico come quello di Griffin è positivo all’interno di un gruppo, allo stesso tempo ognuno voleva migliorarsi per sé stesso e non necessariamente perché gliel’avessero detto.[/quote]

Passiamo a note più tecniche. Il modo di allenare i giocatori di football per il combine quali aspetti prevede?

[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]Nel programma che ho seguito la maggior parte dell’attenzione degli allenamenti era sul test delle 40 yard in partenza a tre punti d’appoggio, perché non è un allenamento che hanno nel quotidiano nel College ed è un movimento tecnicamente molto difficile che richiede molte ripetizioni, un certo numero di passi nelle prime 5 yards e nelle successive 5. Stesso discorso per il 3-Cone-Drill e per le 20-yard shuttle, tecnica, studio dei passi e poi rapportare la velocità all’esercizio. Il resto delle giornate si variava da allenamenti di pesistica in relazione a forza e potenza, a sedute in piscina o di yoga.[/quote]

Esiste una forte differenza di allenamento giornaliero tra giocatori di differenti ruoli?

[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]L’unica differenza di allenamento era nei giorni in cui si faceva il cosiddetto positional workout, dove venivano coach specifici ad allenare i giocatori nelle rispettive posizioni. Il gruppo era completo di tutte le posizioni ad eccezione del quarteback quindi ognuno andava dal proprio allenatore di riferimento.[/quote]

montalenti combine

Abbiamo visto sul sito di MJP che si utilizzano tecnologie avveniristiche (dati analitici, sensori). Quali sono quelle che ti hanno colpito di più?

[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]MJP ha una partnership di sponsorizzazione con Nike e un laboratorio all’interno della struttura, con il quale fanno test e valutazioni nei momenti “calmi” dell’anno. Personalmente sono molto favorevole all’utilizzo della tecnologia nello sport e negli allenamenti, perché dà un prospettiva e una velocità differente che l’occhio umano non sempre vede, poi ci sono allenatori che direbbero “se fossi un bravo preparatore non avresti bisogno della tecnologia” ma questo è un altro discorso. Ad ogni modo, a MJP venivano utilizzate diverse applicazioni per iPad dove veniva rallentato un movimento per vederne i minimi dettagli, oppure veniva misurata la velocità di un esercizio, l’esecuzione e via discorrendo, tutto ciò poi riprodotto negli schermi all’interno della struttura cosicché tutti fossero aiutati nel capire gli errori.[/quote]

Dai un consiglio a tre allenatori di conditioning italiani: uno allena under 16, uno una prima squadra con molte fasce d’età e il terzo ha a che fare con una squadra interamente over-30.

[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]Il consiglio per l’allenatore di under 16 è di non stancarsi mai di insegnare la tecnica dell’esercizio, se i ragazzi riescono a eccellere tecnicamente, tutto il resto viene facilitato. Per una squadra completa è difficile accontentare tutti durante gli allenamenti, il consiglio è fare poco ma bene, lo so è un’ovvietà ma il tempo a disposizione non è mai abbastanza e la fatica non è sempre controllabile quindi bisogna cercare di pesare ogni decisione in base al personale a disposizione.
Con una squadra interamente over-30 credo che l’unico consiglio sia tenere le motivazioni alte, perché un preparatore non ha tanto da insegnare a quel tipo di atleti, deve correggere, perfezionare e fare tanto lavoro di testa perché ci sia la stessa concentrazione e fame dei primi anni.[/quote]

Infine, facci un po’ divertire: parlaci di un esercizio particolare che avete fatto fare agli atleti ma che non conoscevi, che hai appreso a MJP e che utilizzerai da qui in poi nel tuo lavoro.

[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]Un esercizio in particolare non c’è, c’è un modo di vedere gli esercizi in relazione a uno o più movimenti specifici, nel caso di MJP sono l’accelerazione lineare, il cambio di direzione, la velocità massima e loro mi hanno insegnato a vederli sotto quella prospettiva e mi hanno insegnato ad insegnarli a qualsiasi fascia di età, dai ragazzini di 9 anni ai professionisti.[/quote]

Stasera c’è il draft, te che sei un grande appassionato e un addetto ai lavori, facci qualche previsione.

Pubblicità

[quote bgcolor=”#efb777″ arrow=”yes”]Penso che i Browns, avendo preso Taylor, si possano permettere di non prendere nessun QB nelle loro prime due scelte e potrebbero prendere Saquon alla prima, i Giants dovranno scegliere tra Darnold/Allen/Chubb. Se prendono un QB allora i Browns potrebbero prendere Chubb Mentre i Jets secondo me prenderanno un QB tra allen e Rosen e chi non va ai Jets va ai Broncos.

Quindi:
1) Browns – Saquon Barkley
2) Giants – Sam Darnold
3) Jets – Josh Allen
4) Browns – Bradley Chubb
5) Broncos – Josh Rosen

Inoltre spero, da romantico dello sport quale sono, che Shaquem Griffin raggiunga suo fratello ai Seattle Seahawks!
E occhio a Kyle Lauletta…[/quote]

Qui potete contattare o seguire Federico qualora abbiate altre domande o essere informati sul suo lavoro.

[ad id=”29259″]
Merchandising Merchandising

Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.