Uno sguardo al 2017: New Orleans Saints
A stagione conclusa, vi proponiamo la review della stagione 2017 delle trentadue squadre NFL. Oggi è il turno dei New Orleans Saints.
COME DOVEVA ANDARE…
I Saints erano pronosticati con una stagione da 8-8 o 9-7, l’attacco aveva perso un ottimo ricevitore nel profondo come Brandin Cooks, arma preferita di Drew Brees, la firma di Adrian Peterson aveva sollevato più di un dubbio, anche se il #9 in attacco era ed è sempre uno dei migliori nel suo ruolo.
Quello che lasciava molte perplessità era la difesa, una delle peggiori nella stagione 2016 e che sostanzialmente non era stata oggetto di significanti miglioramenti in offseason, oltretutto con la conferma del coaching staff di reparto. Inoltre la presenza di Atlanta, Carolina e dei previsti risorgenti Bucs nella division, creava ulteriori ostacoli sul cammino di New Orleans.
…E COME E’ ANDATA
E’ andata che solo la combo miracoloStefonDiggs/fesseriaMarcusWilliams ha impedito ai Saints di accedere alla finale di conference della NFC con una delle azioni più incredibili dell’intera stagione.
Beh un bel cambiamento rispetto alle previsioni! I Saints infatti, dopo aver perso, anche male, le prime due partite, hanno inanellato una serie di otto vittorie che hanno permesso poi di chiudere la stagione 11-5 e vincere la difficilissima division NFC SOUTH (3 squadre ai PO).
La stagione è stata davvero entusiasmante per New Orleans, che, incredibile a dirsi, ha potuto contare su una difesa che ha giocato oltre i propri limiti, grazie anche all’apporto di due rookie in secondaria come Marcus Lattimore e il sopra citato Williams che nonostante il mancato placcaggio chiave contro i Vikings, ha disputato un campionato notevole.
COSA HA FUNZIONATO…
L’elenco di quello che ha funzionato è davvero lungo: in attacco Michael Thomas è definitivamente esploso con 104 ricezioni, Ted Ginn Jr. ha portato esperienza e coraggio nel mezzo, Brees oltre le 4000 yard e pochi errori, ma la rivelazione vera è stata il rookie RB Alvin Kamara, che insieme a Mark Ingram ha creato un backfield temibilissimo. Da solo ha collezionato 728 yard su corsa e ben 81 ricezioni, insomma un giocatore multi-dimensionale che ha lasciato il segno. La OL ha protetto egregiamente Brees, solo 20 sack concessi.
In difesa i due sopra citati rookie DB e il DE Cameron Jordan sono stati i protagonisti di un reparto che come già detto, ha decisamente smentito tutti quanti, togliendo anche un po’ di pressione all’attacco, con i risultati che tutti abbiamo visto.
Ah, sono stati sei i giocatori convocati al Pro Bowl e il draft ha portato ben quattro solidi starter.
…E COSA NON HA FUNZIONATO
Viste le premesse ed i risultati, è difficile trovare qualcosa di realmente negativo da sottolineare. Certo i TE non hanno inciso come forse ci si aspettava e conoscendo il gioco di Payton; Peterson ovviamente è il “fallimento” più grosso considerando il peso del giocatore, ma i Saints sono stati bravi a capire che per lui non c’era futuro in Louisiana e l’hanno lasciato libero dopo quattro giornate.
E ADESSO?
Adesso viene il difficile, come spesso capita dopo una stagione molto positiva e al di sopra delle aspettative.
Il difficile sarà confermarsi al vertice, sarà sfruttare ancora di più Kamara considerando che le altre squadre ora lo conoscono e lo studieranno, sarà trovare quelle pedine mancanti in difesa che potrebbero rendere il reparto ancora più solido (mentre scriviamo la safety Kurt Coleman ex Panthers è stata firmata), soprattutto nei LB, sarà trovare un TE con mani sicure, sarà mantenere alta la concentrazione ed evitare cali di tensione.
Sean Payton è comunque un allenatore esperto e navigato, quindi siamo portati a pensare che i Saints saranno ancora protagonisti, seppur in una division davvero tosta e se il draft 2018 sarà buono anche solo la metà di quello passato.
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