Uno sguardo al 2017: Pittsburgh Steelers

A stagione conclusa, vi proponiamo la review della stagione 2017 delle trentadue squadre NFL. Oggi è il turno dei Pittsburgh Steelers.

COME DOVEVA ANDARE…

L’obiettivo di Pittsburgh è sempre il bersaglio grosso. Gli Steelers vogliono confermarsi franchigia vincente e mirano al settimo trionfo nel Super Bowl (migliorando quello che è stato a lungo un record in solitario) ad ogni stagione. Figurarsi se al timone c’è un quarterback destinato all’Hall of Fame come nell’ultimo decennio. All’inizio del 2017 però c’erano tre grosse incognite sul piatto in attacco. Lo sciopero di Le’Veon Bell prima della stagione, il ritorno di Martavis Bryant dopo un anno di sospensione e, ultimo ma non da meno, il morale di Ben Roethlisberger, che dopo l’eliminazione bruciante nel Championship 2016 contro i Patriots aveva ventilato l’ipotesi di ritiro.

…E COME È ANDATA

La stagione degli Steelers è stata molto positiva. In regular season Pittsburgh ha fatto segnare un unico pesantissimo passo falso (all’interno delle sole tre sconfitte) contro i Jacksonville Jaguars. Una partita in cui i ragazzi di coach Mike Tomlin sono stati surclassati. Destino ha voluto che gli stessi Jaguars fossero gli avversari nei playoff. Ne è nata una partita avvincente in cui Pittsburgh non è stata inguardabile come durante la regular season ma ha ugualmente sentito l’avviso di “ultima fermata”. Un’altra debacle in stagione regolare è stata ugualmente segnante. Quella in casa contro i New England Patriots. Ha fatto molto discutere il touchdown negato a Jesse James, distogliendo eccessivamente dagli errori nelle chiamate conclusive, quando si poteva gestire meglio il finale pensando di giocarsi la partita in over time. Resta che gli Steelers sono sembrati a lungo gli unici rivali possibili per i Patriots nella Afc e il loro pass nel gotha della conference è saldamente al collo. Sono anche passati indenni dalle polemiche relative all’inno nazionale, che hanno rischiato di spaccare a metà lo spogliatoio quando Alejandro Villanueva è uscito da solo ad ascoltarlo.

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COSA HA FUNZIONATO…

Sicuramente l’attacco ha assorbito al meglio lo sciopero di Bell. Roethlisberger ha ancora cartucce e l’ha dimostrato spesso e volentieri. Ingenerose, a nostro avviso, le molte critiche dopo il ko nei playoff. Il reintegro di Bryant ha avuto un impatto meno brillante del previsto senza comunque stravolgere gli equilibri. Anche perché l’emergere di JuJu Smith-Schuster ha fornito un’altra freccia di grande valore alla ricca faretra di Big Ben. Neppure l’infortunio in coda alla regular season di Antonio Brown, tornato in grande smalto nella post season, ha danneggiato troppo i gialloneri. Il kicker Chris Boswell poi si è confermato ad altissimo livello.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Dalla difesa ci si aspetta di più. È vero che ci sono state buone prove (Chicago, Minnesota, Kansas City e Minnesota, su tutte), che contro le corse gran parte della stagione è stata positiva e che era un reparto in miglioramento (la safety Sean Davis ha margini importanti) ma a Pittsburgh sono abituati a vedere difese dominanti. Che non si accontentano del compitino. L’infortunio di Ryan Shazier è stato un durissimo colpo. Ha chiaramente indebolito un reparto che stava ricercando e trovando una propria identità.

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E ADESSO?

Partiamo dai dati di fatto: Roethlisberger giocherà anche il prossimo anno. Bene. Bell è stato taggato. Non sarà contento ma non si ritirerà come minacciato settimane addietro. Ha detto che vuole restare a Pittsburgh fino a fine carriera. Quasi bene, su. Il contratto arriverà prima o poi. Di Bryant si parla sempre in chiave trade. Non sarebbe un grosso problema, se c’è una cosa che gli Steelers sanno fare meglio di chiunque altro è scegliere i ricevitori al draft. Smith-Schuster se non si farà distrarre dal successo è in rampa di lancio. Bisogna però rinforzare la difesa, investendo al draft e magari anche guardando ai free agent disponibili, che non sono mai stati una priorità in Pennsylvania. E bisogna capire come sarà l’attacco senza Todd Haley, passato a dirigere il reparto degli acerrimi rivali Cleveland Browns. Le cuffie adesso sono di Randy Fichtner, promosso dopo gli ultimi 7 anni come quarterback coach. Il feeling con Big Ben dovrebbe essere una certezza.

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