Uno sguardo al 2017: Detroit Lions

A stagione conclusa, vi proponiamo la review della stagione 2017 delle trentadue squadre NFL. Oggi è il turno dei Detroit Lions.

COME DOVEVA ANDARE…

I Lions che si presentavano ai nastri di partenza nel 2017 avevano un obiettivo più o meno dichiarato: i Playoff. Arrivati in due delle ultime tre stagioni, la qualificazione alla post season sembrava alla portata: un coaching staff quantomeno solido, un QB ormai veterano, una discreta difesa. Quando poi i Packers hanno subito l’infortunio di Aaron Rodgers e altre squadre in NFC hanno deluso, sembrava davvero che Motown potesse raggiungere non solo la Post Season ma anche vincere almeno una partita di Playoff, cosa che non succedeva da 27 anni.

…E COME E’ ANDATA

Per tutta la partita di week 3 contro i vicecampioni del Mondo degli Atlanta Falcons, i Lions sono sembrati il nuovo crack della NFC. Sempre appaiati nel punteggio, avevano dato molto più del filo da torcere che ci aspettassimo. Nell’ultimo drive, con i Falcons avanti di 4, Matthew Stafford aveva trovato con facilità i suoi ricevitori, fino a cogliere Golden Tate nei pressi della End Zone a pochi secondi dal termine. Dopo aver segnalato touchdown gli arbitri ci ripensano e, data la review, devono applicare il regolamento: ten-second runoff, fine della partita e record sul 2-1 per Detroit.
Da lì in poi i Lions vincono le partite facili e perdono quelle difficili. Atlanta va ai Playoff proprio al loro posto. Ten-second runoff: le parole maledette per i tifosi di Motown in questo 2017.

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Stafford Detroit Lions

COSA HA FUNZIONATO…

Marvin Jones ha ricevuto 18 yard a passaggio, primo in NFL, mentre Matthew Stafford è terzo per yard lanciate. Golden Tate è un buon numero 2 e Kenny Golladay, pur essendosi perso a stagione in corso, potrà avere un clamoroso secondo anno. Jim Bob Cooter ha dato stabilità all’attacco aereo.
In difesa, correre contro i Lions è stato terribilmente difficile. Nonostante le statistiche siano di media fascia, il numero di fumble creati e la vocazione da run stuffer del front seven non è mai stata in dubbio (come vedremo, infortuni a parte).
I Lions, nonostante il record di 9-7, sono stati in partita per la grande maggioranza dei confronti (tranne a Baltimore in una clamorosa debacle). Questo il dato più confortante, che molto ha a che fare con le performance dell’attacco.

…E COSA NON HA FUNZIONATO

Attacco che, per l’ennesimo anno, ha deluso sulle corse. Le 500 yard di Ameer Abdullah sono pochissime, e a Detroit si parla solo di un RB in sede di draft. Ma il problema è più ampio: innestare un gioco di corsa proficuo sui primi down è compito che coinvolge molti altri ruoli.
Stessa cosa per la difesa sui passaggi. I linebacker (Jarrad Davis, Tahir Whitehead) non sono riusciti ad aumentare il range di questa difesa, costringendo i DB a un lavoraccio. Ciò ha reso Darius Slay il recordman per intercetti, ma mai come in questo caso i Lions avrebbero preferito altri record. L’arrivo di Matt Patricia come head coach potrebbe far voltare pagina al reparto, instaurando una difesa ibrida su cui in questa sede non ci sbilanciamo.

Dicevamo degli infortuni: Ezekiel Ansah, Tavon Wilson, Haloti Ngata fanno parte di coloro che o non hanno partecipato alla stagione oppure hanno avuto problemi a restare sani quanto basta. Anche in OL non è andata meglio.
Ultimo difetto: Jim Caldwell. Il coach ex Colts ha dimostrato per la seconda volta di non essere un HC, ma “solamente” un offensive coordinator, non dando mai il cambio di marcia giusto a una squadra che è sempre sembrata girare al 60% del potenziale. Chissà chi oserà dargli un’altra possibilità. A Patricia il compito di correggere la rotta dei Lions verso dei Playoff, nel 2018, ancora più che possibili.

Adams Packers Lions

E ADESSO?

La offseason a Detroit, Patricia a parte, è per ora sonnolenta. Confermati il general manager e l’offensive coordinator e messo il tag a Ziggy Ansah come da previsione, potremmo davvero assistere a una stagione morta con pochi fronzoli in Michigan. D’altra parte, come dar torto ai Lions? L’attacco aereo non ha bisogno di molti stravolgimenti, un runningback arriverà sicuramente dal draft (forse più di uno) e il nuovo head coach probabilmente attrarrà qualche difensore polifunzionale dalla free agency. Muovendosi di soppiatto, i Lions possono presentarsi nel 2018 con nuove speranze, confidando che il cambio in panchina possa evitare i (pochi) passaggi a vuoto della stagione precedente.

Ovviamente, si aspetta sempre il salto di qualità definitivo da loro. Una volta in campo, arriverà?

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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