NFL Preview 2022: Atlanta Falcons

Sono passati quasi due anni da quando gli Atlanta Falcons posero fine al regime di Dan Quinn e Thomas Dimitroff, rispettivamente head coach e general manager di un ciclo tecnico che era iniziato come uno dei più floridi nella storia della franchigia e si era chiuso su toni sempre più lugubri. All’epoca avevo definito l’eredità di quella gestione scellerata una nube radioattiva che avrebbe impiegato diverse stagioni per dissiparsi. Effettivamente la storia recente dei Falcons è figlia dei debiti contratti negli anni per mantenere competitivo un roster che a conti fatti non lo è mai stato. Piano piano, però, la nube inizia a dissiparsi e si intravede all’orizzonte la possibiltà di bonificare il terreno e renderlo abbastanza fertile per costruire i Falcons del futuro. I Falcons 2022 si trovano esattamente a metà di questo percorso disintossicante. Sono ancora troppo fragili per volare alto come recita il loro slogan, ma possono almeno iniziare a pianificare il decollo.

OFFENSE

Di tutte le vittime del fuoco amico scatenato dalla sciagurata gestione degli ultimi anni, la più innocente è stata sicuramente Matt Ryan, che dopo anni passati a vedere il suo talento e la sua leadership scialacquati senza ritegno ha deciso, non senza la spinta decisiva della quasi trade per Deshaun Watson, di giocarsi le ultime cartucce vestendo la maglia degli Indianapolis Colts. Per quanto dolorosa, la partenza di Ryan era anche necessaria per recidere il cordone ombelicale verso il recente passato. Senza Ryan e Julio Jones, già partito lo scorso anno, i Falcons possono sfruttare questa annata di transizione cercando tra i giocatori a roster i più meritevoli di raccogliere un’eredità così pesante. Uno in realtà c’è già, Kyle Pitts, l’unicorno-tight end che già da quest’anno saprà imporsi come una delle armi offensive più terrificanti della lega. Il modo in cui il GM Terry Fontenot ha costruito il resto del suo gruppo di pass catcher desta un misto di curiosità e perplessità. Bisogna scendere parecchio nel depth chart prima di scorgere un ricevitore al di sotto dei 185 centimetri e novanta chili. Con i rookie primo round Drake London, l’ex Raiders Bryan Edwards e l’idolo delle folle Cordarrelle Patterson e lo stesso Pitts i Falcons più che le Twin Towers ricordano l’intera Skyline di Manhattan. Al gruppo manca un (bel) po’ di velocità, certo, ma è difficile fare gli schizzinosi visto il livello complessivo del roster. Di sicuro Marcus Mariota non avrà difficoltà a vedere i suoi ricevitori a fondocampo. L’ex Oregon ha dato ottimi segnali in preseason, sembra perfettamente guarito dai malanni che lo hanno fatto cadere in disgrazia in Tennessee e ha tutto per ristabilirsi come un quarterback di buon livello.

Tutto tranne un’offensive line affidabile, perché i cinque di linea restano una gigantesca incognita sia nella pass protection, sia nei blocchi per le corse. A proposito di corse, il rookie da BYU Tyler Allgeier ha la strada spianata per affermarsi come leading back della squadra. Allgeier non è di sicuro un fulmine ma ha la disciplina e la maturità nelle letture per affermarsi come runningback affidabile. Le occasioni per mettersi in mostra, vista la propensione alle corse della squadra di Arthur Smith, non gli mancheranno di certo. Chiudiamo la disamina offensiva proprio con Smith, head coach al secondo anno sul cui operato è quasi impossibile non avere pareri contrastanti. Da un lato il game management e alcune scelte comunicative fanno storcere il naso, dall’altro alcuni lampi in preseason lasciano presagire un acume tattico e una creatività che l’anno scorso si erano visti solo ad intermittenza. Nelle due uscite prestagionali i Falcons hanno mostrato formazioni e giochi molto creativi, un uso coerente di motion e shift e in generale un nonsoché di innovativo che da quelle parti mancava da molto. Incoraggiante è stato soprattutto l’uso della pistol formation, una formazione che (come spiegato nel terzo volume di The Playbook), permette la stessa varietà di giochi offerta dalle formazioni under center ma allo stesso tempo non pregiudica l’efficacia del passing game dalla shotgun, il tutto permettendo anche di includere i quarterback nel gioco di corsa. Scriviamo “i” e non “il” quarterback perché è quasi certo che ad un certo punto della stagione vedremo scendere in campo Desmond Ridder, rookie da Cincinnati che avrà le sue occasioni per mettersi in mostra. Tutto considerato, il talento non manca così come non mancano i punti di domanda in un reparto che sicuramente non sarà una schiacciasassi, ma che si candida prepotentemente al titolo di “Attacco Hipster del 2022”.

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DEFENSE

Dean Pees non è uno abituato a perdere. L’attuale defensive coordinator dei Falcons è arrivato ad Atlanta sul crepuscolo di una gloriosa carriera che lo ha visto dirigere difese di altissimo livello tra New England, Baltimore e Tennessee. Per uno con un pedigree del genere non dev’essere stato facile guidare un reparto scalcinato come quello dei Falcons 2021, disastrosi in tutte le situazioni di gioco e protagonisti di una stagione deludente persino per i bassissimi standard locali. Non sorprende quindi che Pees si sia dichiarato “stufo” e abbia promesso che “la cultura cambierà” nella sua difesa.

Partendo dal presupposto che fare peggio dell’anno scorso sarà difficile, i Falcons hanno effettivamente aggiunto qualche pezzo interessante al loro roster difensivo. Le aspettative maggiori sono riposte su Arnold Ebiketie, edge rusher da Penn State scelto al secondo giro per rivitalizzare la moribonda pass rush della squadra. Il reparto linebacker potrebbe risultare completamente rivoluzionato. Certa è la partenza di Foye Oluokun (una delle pochissime note liete degli ultimi anni) in direzione Jacksonville. Non ancora certa ma quasi scontata quella di Deion Jones, da tempo parodia del gioiello ammirato a metà anni ‘10. Jones è fuori per “problemi alla spalla”, ma tutto lascia pensare che sia ormai fuori dai piani della squadra.

Al centro della difesa spazio a Rashaan Evans (pretoriano di Pees dai tempi dei Titans) e al giovane Mykal Walker, con un occhio alla scommessa Troy Andersen, prodigio atletico ancora tutto da modellare. La secondaria offre più garanzie rispetto allo scorso anno. Per affiancare AJ Terrell, ormai più che una certezza, è arrivato l’esperto Casey Hayward. Nel ruolo di slot cornerback occhio sia al ritorno di Isiah Oliver dopo un brutto infortunio sia alla possibile sorpresa Dee Alford, un giovane che ha impressionato durante il training camp. Il reparto safety è molto giovane ma ha buoni margini di crescita, soprattutto se il secondo giro 2021 Richie Grant si dimostrerà affidabile dopo un’incerta campagna da rookie. Inutile nascondersi, la difesa dei Falcons rischia seriamente di finire in fondo alla classifica, ma in un anno di rifondazione come quello che aspetta la squadra l’importante dev’essere porre le basi per cambiare la cultura perdente che ha affossato questo reparto negli ultimi anni.

SPECIAL TEAM

Younghoe Koo si è meritato a forza di calci e onside kick un rinnovo contrattuale che lo rende uno dei kicker più pagati della lega e, per quanto sia deprimente dirlo, uno dei migliori giocatori a roster. L’esperto Bradley Pinion sarà addetto ai punt, un nervo scoperto negli ultimi anni, mentre il giovane Avery Williams dovrebbe gestire la maggior parte dei ritorni, dato che Cordarrelle Patterson è troppo prezioso in attacco per essere spremuto negli special teams.

COACHING STAFF

 Il nuovo regime dei Falcons ha il grosso alibi di un roster nettamente sotto alla media, ma in questo secondo anno i coach dovranno dimostrare miglioramenti su entrambi i lati del pallone se vogliono garantirsi la possibilità di guidare il nuovo corso ancora a lungo. Sia Smith che Pees dovranno evitare disastri e mostrare quei passi avanti che è legititmo aspettarsi dopo due anni di continuità tecnica su entrambi i lati del pallone.

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Record previsto: 6-11

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

I Falcons hanno cercato troppo a lungo di recuperare l’irraggiungibile grandeur del 2016. Il repulisti in atto era necessario ed inevitabile, e per quanto doloroso nel breve termini può aprire prospettive interessanti per il futuro. Nel frattempo, possiamo aspettarci una squadra incostante ma divertente, ricca di giovani pronti ad esplodere.

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Alberto Cantù

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