[NFL] Super Bowl LII: La stagione dei Philadelphia Eagles

Quello che andrà in scena domenica 4 febbraio all’US Bank Stadium di Minneapolis, sarà il terzo assalto dei Philadelphia Eagles al Lombardi Trophy, con la speranza che stavolta l’ambìto trofeo possa finalmente approdare nella città dell’amore fraterno. Si perché i due precedenti tentativi: quello della stagione 1980 contro gli Oakland Raiders nel primo Super Bowl mai trasmesso in Italia, e quello del campionato 2004 contro i New England Patriots, si trasformarono in cocenti delusioni per i tifosi degli Eagles che videro il loro team battuto 27-10 dai Raiders e 24-21 dai bostoniani già guidati dalla coppia Belichick-Brady.

Nella storia complessiva della NFL in realtà le Aquile sono alla loro settima finale, anche se le prime quattro apparizioni hanno ormai parecchi  lustri. Dopo essersi addirittura fusi con i Pittsburgh Steelers ed aver dato origine ai cosiddetti “Steagles” nella stagione 1943 a causa della penuria di giocatori, molti dei quali erano naturalmente impegnati sui vari fronti della guerra, gli Eagles furono uno dei team dominanti subito dopo il secondo conflitto mondiale, con l’approdo a tre finali consecutive. La prima venne persa, nel 1947 per 28-21 contro gli allora Chicago Cardinals, ma poi giunsero due vittorie: nel 1948 per 7-0 contro i medesimi avversari dell’anno prima, mentre nel 1949 furono i Los Angeles Rams ad uscire sconfitti 14-0 contro il team guidato da coach Greasy Neale. L’ultimo titolo NFL per gli uomini in verde risale invece al 26 dicembre del 1960 allorquando gli Eagles sconfissero 17-13 i Green Bay Packers al Franklin Field di Philadelphia infliggendo al grandissimo Vince Lombardi, cui è dedicato il trofeo del Super Bowl, l’unica sconfitta della sua carriera nei playoff. 

La stagione del terzo Super Bowl degli Eagles è in effetti decollata dopo il primo mese di campionato: alla vittoria nell’esordio in casa dei Redskins 30-17, dopo essere stati sotto in avvio di ultimo quarto, è infatti seguita subito una sconfitta in quel di Kansas City 27-20. Quindi sono arrivati due successi di stretta misura ma decisivi per la stagione degli uomini di Pederson: il primo, 27-24 contro i Giants, dopo essere stati in svantaggio di tre punti con meno di un minuto da giocare, la seconda 26-24 su un campo sempre ostico come quello dei Chargers. Dopo il successo in California, Philadelphia ha infilato una serie di altre sette vittorie, tutte piuttosto nette o con dati statistici impressionanti, come i 51 punti rifilati ad una delle difese più forti del campionato, quella dei Broncos, o la poderosa  prova di forza sul terreno di Dallas (37-9) o ancora il successo, più largo di quanto non dica il 28-23 finale, sul campo dei Carolina Panthers, arrivato grazie a tre intercetti inflitti a Newton e ad una difesa che ha concesso ai runner dei Panthers il totale di 1 yard. Dicembre iniziava però in modo pessimo per le Aquile che perdevano a Seattle segnando appena 10 punti nonostante le 425 yard guadagnate, quindi vincevano 43-35 un bellissimo match contro i lanciatissimi Los Angeles Rams nella gara in cui però andava k.o. Carson Wentz.

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Philadelphia Eagles

Nel primo match “post Wentz” contro i Giants, Foles non faceva certamente rimpiangere il titolare nel match che assicurava ai verdi la bye al primo turno di playoff, poi però nel secondo, forse complice un attimo di appagamento, la prestazione di Foles era decisamente più deficitaria anche se arrivava il tredicesimo successo stagionale contro i Raiders ormai già in vacanza. L’ultimo impegno di regular season era una sconfitta 6-0 contro Dallas in un match che probabilmente nessuno avrebbe voluto giocare. I playoff erano però naturalmente tutta un’altra cosa, anche perché il primo avversario erano gli Atlanta Falcons, reduci dal bel successo sul campo dei Rams. Foles iniziava il match decisamente sotto tono e con 5 minuti da giocare nel primo tempo gli Eagles erano sotto 10-6. Da quel punto però la difesa di casa saliva in cattedra insieme al kicker Elliott, che firmava i nove punti che consentivano a Philadelphia di approdare alla finale di Conference nonostante un -2 nel rapporto fra palle perse e palle guadagnate. La finale della NFC si presentava assolutamente incerta contro un team, i Minnesota Vikings, molto simile a quella di Pederson, invece, dopo un iniziale vantaggio degli ospiti, gli Eagles si scatenavano dominando in lungo e in largo la partita che terminava con un eloquente 38-7.

La mannaia degli infortuni ha colpito pesantemente gli Eagles, soprattutto in attacco, dando ancora maggior valore al traguardo raggiunto dai ragazzi del proprietario Jeffrey Lurie. Il primo ad andare k.o è stato il versatile runner Darren Sproles dopo appena tre turni, poi è stata la volta del fenomenale tackle Jason Peters k.o. anche lui per un problema al ginocchio al settimo turno. Quindi è arrivata la vera mazzata, con l’infortunio, ancora per un legamento saltato, di Carson Wentz, nella tredicesima partita della stagione. In difesa la sfortuna ha colpito l’ottimo middle linebacker Jordan Hicks, anche lui come Peters, infortunatosi nella gara casalinga contro Washington.

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Una delle chiavi della partita di domenica sarà quale versione di Foles i Patriots si troveranno di fronte.  Quello impreciso e titubante della regular season o quello devastante dei playoff? In regular season il regista da Arizona ha completato appena il 56,4 dei passaggi tentati con cinque td e due intercetti ma nella post season la musica è cambiata, visto che Foles ha compilato un clamoroso 49 su 63 (77,8%) per 598 yard, con 3 touchdown e nessun intercetto. L’arma migliore a disposizione di Foles è sicuramente il tight end Zach Ertz: in quattordici partite l’ex Stanford ha messo insieme 74 ricezioni per 824 yard e otto mete. Da non sottovalutare anche il suo compagno di reparto Burton, quinto in fatto di yard con 248, ma autore di ben cinque mete. Un’altra incertezza in casa Eagles deriva da quello che riuscirà a combinare un reparto ricevitori che desta più di un sospetto: il migliore nel 2017 è stato Alshon Jefferies (57 ricezioni ma ben 9 touchdown), uno cha a Chicago ha giocato due stagioni super, salvo poi perdersi causa infortuni vari.  Gli altri due ricevitori principali in casa Eagles sono Nelson Agholor e Torrey Smith. Agholor, prima scelta degli Eagles nel 2015, sembrava pronto per essere annoverato fra le clamorose delusioni dei draft degli Eagles ed  invece il suo spostamento a slot receiver è servito a rilanciare la sua carriera mentre Smith è stato preso da Philadelphia dopo essere stato lasciato libero da San Francisco, non certo un biglietto da visita di cui andare fieri.

L’ex di lusso LeGarrette Blount è invece il leader nel rushing game con le sue 766 yard in 173 tentativi.  Come già in regular season e ancor di più nei playoff, il numero 29 sarà utilizzato con parsimonia in un team che si basa soprattutto sui lanci, ma sicuramente i Patriots sono consci della sua pericolosità nella vicinanze della end zone, visto che Blount ha all’attivo 10 mete in 10 gare di playoff. Il reparto dei running back è poi completato dal rookie Clement e da quel Jay Ajayi arrivato all’inizio di novembre da Miami ed autore, in maglia Eagles, di 103 portate per 535 yard. L’infortunio che ha messo k.o. il fortissimo tackle Jason Peters, sostituito dall’inesperto Vaitai, ha naturalmente indebolito una linea offensiva che rimane però fra le più forti dell’intera NFL e che dopo aver retto brillantemente l’urto della temibilissima linea difensiva dei Vikings dovrà fare altrettanto contro un gruppo di defensive linemen dei Patriots che appare però meno pericoloso. Il centro Jason Kelce, la guardia Brandon Brooks e il tackle Lane Johnson sono stati fra i migliori nel loro ruolo nel 2017 (anzi nel caso di Kelce forse il migliore in assoluto) mentre il quintetto di “guardie del corpo” di Foles è completato da un buon giocatore come la guardia sinistra Wisniewski e dal tackle Vaitai, che tutto sommato finora non se l’è cavata  male ma che rimane il punto debole del gruppo.

Le cinque migliori azioni dei Philadelphia Eagles

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Cambiando lato del pallone, era dal 2009 che una difesa non concedeva al massimo 10 punti in quattro gare consecutive, cosa riuscita al reparto guidato da coach Jim Schwartz negli ultimi quattro impegni, ed è innegabile che la difesa di Philadelphia dovrà confermare tale rendimento se Jenkins e compagni vorranno avere chance di spodestare Brady ed i suoi dal regno della NFL. La particolarità della difesa Eagles edizione 2017 è la frequenza di cambi in linea difensiva, caratteristica che ha permesso a Philadelphia di essere il team che genera più pressione sul regista avversario dell’intero campionato. Vero, ci sono due fenomeni come l’end Brandon Graham (9,5 sack in stagione) e Fletcher Cox (5,5), ma un po’ tutti i linemen a roster, dall’altro end titolare Vinny Curry, al tackle Jernigan, all’ex Chris Long a Barnett ad Allen hanno offerto un contributo importante.

Contro la corsa il front seven degli Eagles ha fatto persino meglio visto che Philadelphia può vantare la miglior run defense della NFL con 79,2 yard concesse a partita. Fra i linebacker spiccano gli ottimi outside Kendricks e Bradham mentre il middle linebacker, sia esso  Ellerbe o Goode potrebbe rivelarsi un punto debole che sarà con ogni probabilità sfruttato dai Patriots. Il secondario è invece composto dai cornerback Mills e Darby e dalle safety Jenkins e McLeod. Jenkins è non solo il leader del reparto, ma anche uno dei leader indiscussi dell’intera difesa, e durante le partite viene spesso impiegato in vari ruoli: cornerback, safety e linebacker. Mills e Darby, cui vanno aggiunti Patrick Robinson e l’interessante rookie Rasul Douglas, sono giocatori che amano prendersi qualche rischio, e spesso questa politica ha pagato, visto che in stagione regolare sono arrivati ben 17 intercetti, ma contro Brady questa attitudine potrebbe essere un pericoloso boomerang.

Insomma come ha detto l’head coach Pederson, per avere chance di piegare i Patriots, Philadelphia dovrà giocare col piede a tavoletta per 60 minuti e, aggiungo, potrebbe pure non bastare. Per ultimo una piccola nota statistica che sicuramente non piacerà ai tifosi in verde: per accedere ai due Super Bowl precedenti, entrambi persi, Philadelphia aveva eliminato i Minnesota Vikings, esattamente come ha fatto in questo 2018… Ma non ditelo a Pederson e ai suoi…                            

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