[NFL] Wild Card: Il Superman sospeso e la rimonta mai nata (Carolina Panthers Vs New Orleans Saints 26-31)

Nell’intentional grounding che casca poco oltre la linea laterale del Mercedes Benz Super Dome c’è tutta la mistica della rimonta dei Panthers. Del loro condottiero, maltrattato e maltrattante, della loro resistenza che li aveva portati a togliere i guanti di velluto a un immenso Drew Brees, della loro stagione proficua, ma non troppo. Vincente, ma non troppo. Ammirevole, ma non troppo. E di Superman Cam Newton che, volente o nolente, impersonifica una squadra imperfetta che si trascina con onore e poche possibilità verso la sconfitta.

Carolina inizia meglio. Nel florilegio delle difese nell’alba della partita, si lascia preferire e giunge a un facile field goal di Graham Gano, purtroppo per loro sbagliato e presagio di una serata contraddittoria.
Infatti dopo pochi secondi Drew Brees, giunto al campo per sconvolgere la storia del football e quantomeno quella della partita, becca Ted Ginn sulla classica traccia profonda che vuol dire 0-7.
La rimonta comincia con Newton che risponde subito e in modo identico, trovando però solo la flag per interferenza difensiva e non la ricezione. Gano non sbaglia, 3-7.

Ginn Saints Panthers

Pubblicità

Quando Andrus Peat, fortissima guardia soprattutto sulle corse, si accascia sulla sua gamba rotta – niente di stomachevole, ma il danno c’è – viene naturale pensare che Carolina possa farcela. Ma prima Alvin Kamara e poi Michael Thomas, con due guadagni sostanziosi, ristabiliscono il dominio dei padroni di casa e tolgono la paura. Josh Hill riceve solingo il pallone del 3-14, cortesia di un Brees infallibile.

A 9 minuti dal termine del secondo quarto i Panthers annaspano in attacco e sembrano in balia della figuraccia. Newton su un quarto down si assume la responsabilità di portare i suoi in raggio da field goal, ma sul possesso successivo dei Saints Brees innova ulteriormente una partita magistrale: Brandon Coleman, poi ancora Thomas e Hill confezionano un 2-minute attack da manuale. Segna il fullback Zach Line: 6-21 arrotondato prima dell’intervallo sul 9-21 dalla riscossa di Gano da 58 yard.

Il quadro del primo tempo è allarmante: Marcus Lattimore è incollato a Devin Funchess, la pressione di Cameron Jordan e compagni inizia a funzionare e Brees sembra in serata da Hall of Fame. New Orleans è la prima squadra dell’era moderna ad aver realizzato tre TD nel primo tempo di una partita di Playoff senza dover giocare nemmeno un terzo down.
Unica consolazione per Ron Rivera è una difesa sulle corse impossibile da piegare.

Il coach dei nero-azzurri si ricorda che Johnathan Stewart potrebbe risolvere i suoi problemi in Red Zone: palla al runningback e guadagno importante a inizio terzo quarto. Greg Olsen gioca una grande partita – al contrario di soli sette giorni fa – ma quando Carolina bussa ancora al touchdown la risposta è la stessa: “Accontentatevi di tre punti!”
Gano esegue, 12-21.
Arriva anche la pressione del front seven di Carolina, uno dei loro punti di forza. Su terzo down Brees è costretto all’intentional grounding, ma Will Lutz imita il dirimpettaio, calciando tra i pali da 57 yard di distanza. Due dei tre più lunghi calci nella storia dei Playoff NFL sono quindi stati calciati in questa gara.

Sul 12-24 si apre un’altra gara (siamo a poco dal termine della terza frazione) perché i Panthers sanno di aver fermato Brees, che sembrava inarrestabile, e sanno ancora meglio di non aver sfigurato in attacco, riuscendo puntualmente ad arrivare nelle ultime 20 yard di campo.

Olsen, un incubo per la difesa dei Saints, realizza il 19-24 proprio in Red Zone, proprio su un terzo down, vidimando l’esistenza di una rimonta e spaventando la casa dei rivali. L’alba di un quarto quarto che in quel momento tutti pensano sarà da ricordare.
Thomas Davis ferma Kamara nel backfield, e sul terzo down arriva la pressione: pericolo shoot-out scongiurato per Carolina, che in uno scontro di attacchi perirebbe sicuramente; ma se questa Wild Card deve essere un’altalena di emozioni pazzesche, allora non può mancare il colpo di scena.
Cam Newton evita un rusher di casa ma finisce a capo chino tra le braccia di Tyeler Davison che incolpevolmente gli procura quella che sembra una commozione cerebrale. Entra Derek Anderson, ma Superman è superiore anche alle regole e, nonostante su internet impazzino le clip del suo evidente smarrimento, spolverandosi il mantello dice di essere pronto a riportare i suoi uomini al Divisional.

Cam Newton Panthers Saints

Salta nuovamente una copertura nella secondaria dei Panthers: ancora Thomas – Michael – riceve per 56 yard, e Kamara chiude il conto con il touchdown su corsa del 19-31.
Lo stoico Funchess, alle prese da tutta la partita con un infortunio, riceve un primo passaggio da Newton, che tenta disperatamente di serrare i tempi. Lo aiuta Christian McCaffrey, afferrando un passaggio in RB option partendo dal backfield e giungendo dopo 56 yard (come fatto da Thomas poco prima) in touchdown. Ci si allinea quindi sul punteggio finale che leggete nel titolo, ma la parabola degli scintillanti Saints e dei disperati Panthers deve arrivare a una calzante conclusione.

Brees gioca un quarto tentativo a metà campo, e già la decisione stupisce. Il QB campione del Super Bowl lancia sotto pressione più lontano che può, trovando Mike Adams, espertissimo defensive back di Carolina che sbaglia tutto intercettando il numero 9. I nero-azzurri partono dalle 30 piuttosto che dalle 50 con meno di due minuti di tempo sul cronometro. Kaelyn Clay riceve per portare nella metà campo avversaria i suoi, poi arrivano quattro incompleti con i difensori di New Orleans che sembrano finalmente aver preso il passo a tutti, Olsen compreso.

Pubblicità

Su un secondo e dieci alle soglie della maledetta Red Zone dei Saints, Newton è abbracciato da Cameron Jordan e lascia andare l’intentional grounding che chiude il match e che ha invece aperto questa cronaca.

Che, e chi ve l’ha scritta se ne rende conto, forse non rende abbastanza merito ai singoli episodi. Troppi per essere sintetizzati. Pochi, per portare i Carolina Panthers a una rimonta che sarebbe stata leggendaria.
Poveri Panthers. Spesso indugiamo nelle lodi per quelle realtà come loro, cioè per quelle società che stabiliscono un’identità, hanno un gioco solido, riescono a far rendere alla grande il talento che hanno a libro paga. E figuriamoci se manca il personaggio catalizzante. Cam Newton è un protagonista NFL, niente di meno. Sarà anche limitato, stenta a evolversi, ma come tutte i catalizzatori sa quando i riflettori sono tutti per lui. Non c’è “concussion” che tenga, torna in campo e quantomeno ci prova. E quasi ci riesce.

“Quasi”, appunto. Perché puoi essere solido quanto vuoi, avere Superman e tutta la difesa possibile. Ma quando i tuoi rivali pescano Lattimore e Kamara e il signor Brees indossa i guanti di velluto ricordandoci di essere sul podio dei migliori degli ultimi vent’anni con il 12 e il 18, non basta.
Attenti Saints, però, che contro Minnessota anche così potrebbe non bastare.

Gli highlight della partita

[clear] [ad id=”29269″]
Merchandising Merchandising

Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

Articoli collegati

Un Commento

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.