Jon Gruden, 10 milioni di ragioni per tornare in campo

L’articolo inizia con la citazione di una canzone dei Pink Floyd molto adatta alla storia che racconteremo.  Chi non la conoscesse o chi la volesse riascoltare prema play qui sotto.
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“Money get away! Get a job with a more pay and you’re ok!” ovvero “soldi andate via!

Trovati un lavoro con una gran paga e sarai uno giusto”. Suggerivano questo i Pink Floyd nel 1973 quando incisero “Money”, brano che critica in modo ironico l’eccessivo attaccamento al denaro causa di disagio e sofferenza; consiglio che Jon Gruden pare non essersi lasciato sfuggire, senza dare troppa importanza alla vena sarcastica, perché i questi giorni è stato nominato nuovo head coach degli Oakland Raiders al posto di Del Rio firmando un contratto col quale percepirà 10 milioni di dollari all’anno fino al 2028 rendendolo il Paperon de’ Paperoni degli allenatori nella NFL.

La domanda sorge spontanea: cosa ha fatto Jon per essere stato pagato così tanto? Ma, soprattutto, li merita?

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Per rispondere bisogna fare un passo indietro e ripercorrere la carriera di questo quantomai carismatico ed eclettico allenatore: dopo la classica gavetta, svolta tra il 1986 e il 1989 ricoprendo più ruoli direttivi nel reparto offensivo, viene chiamato nel ‘90 dai 49ers a fare l’assistente per la squadra d’attacco, stesso compito che svolgerà nel 1992 per i Green Bay Packers. Il momento cruciale della sua vita arriva però nel 1998 quando Al Davis, proprietario dei Raiders alla cui scomparsa nel 2011 è succeduto il figlio Mark, decise di affidargli le chiavi della squadra, convinto dalle sue prestazioni agli Eagles come coordinatore dell’attacco.

Gruden Raiders 1998

A soli 34 anni fu chiamato per risollevare le sorti della squadra dopo 4 stagioni in cui non si raggiunsero mai i playoff; la “tenera” età non fu di certo una novità per i Raiders, Gruden fu infatti il terzo allenatore più giovane della storia della franchigia, dietro al sopracitato Al Davis, 33 anni, con in testa alla classifica John Madden, membro della Hall Of Fame, che divenne capo allenatore a 32 anni. Pur non riuscendo ad interrompere la striscia negativa nelle 2 seguenti stagioni, nel 1999, chiudendo la stagione col record di 8-8 ed affrontando la schedule più dura, l’attacco si posizionò 5° nella classifica delle yard totali guadagnate e 3° per quelle guadagnate con le corse. L’annata migliore in nero-argento arrivò nel 2000 dove i 3 reparti raggiunsero le posizioni d’élite dell’intera NFL sfiorando l’accesso al Super Bowl, verranno sconfitti nella finale di conference dai Baltimore Ravens che qualche settimana dopo si laureeranno campioni. La sua carriera ai Raiders si interrompe col record di 38-26 al termine della stagione successiva; i motivi di tale rottura non sono ancora oggi ben precisi, la maggior parte propende per degli screzi avuti con Davis; poco male perché trova subito sistemazione nella città di Tampa.

Qua inizia una delle storie più incredibili che il football ci regala.

Alle quali non smetteremo mai di abituarci; alla prima stagione sulla sideline dei Buccaneers infrange il record storico di 11 vittorie stagionali arrivando a 12 e conquistando il 1° posto nella division. Ai playoff sconfiggono nella prima partita i 49ers e poi gli Eagles nella finale della NFC ottenendo l’accesso per il 37esimo Super Bowl. Chiederete cosa ci sia di incredibile; beh per Tampa è la prima storica apparizione nella finale ma è l’avversario a dare un sapore diverso rispetto a qualsiasi altra partita: dall’altra parte del tabellone, infatti, sono proprio i Raiders ad aver preso i biglietti per il Qualcomm Stadium di San Diego. La partita fu senza storia, 48-21 per i Buccaneers, ma a fare più impressione del risultato fu la difesa di Tampa che riuscì ad intercettare il pallone per ben 5 volte: alcuni giocatori della difesa affermarono che Gruden gli aveva fornito talmente tante informazioni sull’attacco di Oakland che essi sapevano esattamente che giocate sarebbero state chiamate, complice anche il mancato rinnovamento negli schemi d’attacco dei Raiders. Jon diventò il più giovane head coach a vincere il Super Bowl.

Nelle stagioni successive, l’attacco dei Buccaneers, stabilì nuovi record personali per le yard guadagnate in totale e quelle con i lanci; la difesa non fu da meno, infatti nell’anno del titolo entrò nella storia come una delle più efficaci piazzandosi al 1° posto per punti subiti, yard concesse e intercetti totali (l’ultima squadra a riuscirci furono i Chicago Bears di Mike Ditka vincitori del titolo nel 1985). Purtroppo nei 6 anni seguenti alla vittoria contro i Raiders, la squadra arrivò i playoff solamente in 2 uscendo sconfitta entrambe le volte nel turno delle wild card; a causa degli insuccessi, determinati probabilmente dai numerosi infortuni e dagli scontri con alcuni dei giocatori chiave della squadra come Warren Sapp, Gruden venne licenziato al termine del 2008.

L’anno successivo decise di togliersi l’headset col quale comunicava da bordo campo con i vari coordinatori e prese in mano il microfono da commentatore ed analista delle partite trasmesse dalla ESPN, ruolo che ha ricoperto fino a pochi giorni fa. È ritenuto uno dei migliori mentori della lega per quanto riguarda la gestione e lo sviluppo del quarterback, sotto la sua guida Rich Gannon, che firmò da free agent, raggiunse 2 volte il Pro Bowl, traguardo raggiunto anche da Brad Johnson (2002) e Jeff Garcia (2007) ai tempi dei Buccaneers; nel 2010 è protagonista del programma, sempre per la ESPN, “Gruden’s QB Camp” nel quale attraverso interviste faccia a faccia e visioni di filmati fa conoscere i migliori quarterback emergenti delle università: fra questi anche Derek Carr, l’attuale qb dei Raiders.

Gruden ESPN

Tornando al quesito iniziale, lo si può suddividere in due semplici blocchi nei quali ci si chiede se il ritorno di Gruden sia una buona o una cattiva scelta.

Perchè no:

1) l’anno successivo al suo trasferimento a Tampa, Gannon vinse il titolo di MVP ad Oakland quindi era forse un ottimo quarterback anche senza l’aiuto e gli stimoli di Gruden

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2) quando vinse il Super Bowl molti meriti andarono inevitabilmente alla difesa coordinata da Tony Dungy e i brutti risultati iniziarono quando questo reparto cominciò a invecchiare, a deteriorarsi e a subire numerosi tagli per far fronte al bilancio 3) suona davvero male la scelta di mettere Gruden a capo della squadra e decidere di offrire quel tipo di stipendio (i Raiders occupano la 19esima posizione per valore complessivo della franchigia) ad un allenatore fuori dai giochi da 10 anni, perché non offrire il posto ad allenatori come Nick Saban (fresco vincitore del titolo NCAA) o Pete Carroll e Bill Belichick che sembrano essere alla fine del percorso con le rispettive squadre?

Perchè si:

1) è il coach giusto per creare e infondere nella squadra la cultura della vittoria, già nel secondo anno ad Oakland si vedeva che qualcosa era psicologicamente cambiato nei giocatori e nei 10 anni che ha a disposizione può trovare terreno fertile

2) i Raiders hanno una delle migliori linee d’attacco della lega con il compito di proteggere un quarterback come Carr che sotto la guida di Gruden può diventare un all-star, visti i precedenti 3) tra pochi anni i Raiders si trasferiranno da Oakland a Las Vegas e siccome c’è bisogno di mantenere alto il livello di interesse verso la franchigia, soprattutto nella città simbolo del Nevada, Gruden ha la personalità e il carisma per essere l’uomo giusto al momento giusto.

Ai posteri l’ardua sentenza.

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Massimiliano Poli

Nato a Montecchio (RE) il 5 gennaio 1993, studente di Giurisprudenza presso la facoltà di Modena, appassionato di football americano, NFL, NCAA, ex giocatore e cittadino sotto ogni cielo.

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4 Commenti

  1. Non ero d’accordo prima (leggendo l’articolo sui PERCHE’ NO) a ritenere finito il ciclo di Carroll a Seattle… poi lui stesso mi conferma che la pensiamo alla stessa maniera con il comunicato ufficiale che saluta Beavell e Cable 😉

  2. Il prezzo lo fa il mercato.. per anni GM e proprietari di varie squadre NFL hanno provato a convincerlo a tornare inutilmente, anche perché, faccio notare che per fare il commentatore Gruden prendeva qualcosa come 6,5 milioni annui. da ESPN!
    Non so se mi spiego, uno stipendio del genere, per fare i Capi allenatori NFL, non i commentatori da televisione, lo prendono/superano solo un paio di HC!

    Quindi, se vuoi schiodare una delle menti offensive migliori in circolazione, dal confortevole contratto televisivo per farlo tornare in trincea, devi avere ottimi argomenti tecnici ed economici.. E i Raiders fortunatamente avevano entrambi!

    Merita questi soldi?
    Non lo so, non spetta a me dirlo, di certo è un netto miglioramento per i Raiders e il miglior HC disponibile sul mercato ( nel articolo si citano nomi di HC blasonati e vincenti quanto e più di Gruden, ma non mi sembra che Saban, Carroll e BB siano senza contratto e men che meno a fine ciclo.. ), dal carisma necessario per dare ordine ad uno spogliatoio che nell’ultimo anno ha perso la direzione!
    Inoltre è senza dubbio l’uomo giusto per far fare il definitivo salto a Derek Carr!

    Da parte di Gruden invece, i Raiders sono una squadra giovane, piena di talento e con un QB che lui non ha mai avuto in tutta la sua carriera di HC in termini di talento, men che meno a Tampa, quindi una sfida troppo allettante per non raccoglierla da colui che aspettava solo l’occasione giusta per poter tornare a fare quello che più ama al mondo!

    Penso che alla fine tutti abbiano da guadagnarci.. Gruden, Raiders, NFL e ESPN, che si libera di un contratto onerosissimo per un commentatore tecnico 🙂

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