[NFL] Week 13: Disastro capitale (Washington Redskins vs Dallas Cowboys 14-38)

Washington sfodera la peggior prestazione dell’anno. E lo fa contro gli acerrimi rivali di Dallas, in un match in cui la posta in gioco è non essere estromessi dalla caccia alla post season. I Cowboys vincono, riportano il record in linea di galleggiamento a 6-6, e rimangono avvinghiati al treno playoff. I Redskins, per l’ennesima volta in questa stagione, si rendono i principali artefici dei propri mali. Ciò, unito alla sfilza di infortuni che continua ad attanagliare il team, ha portato, inesorabilmente, alla conclusione prematura della campagna 2017.

Entrambi gli attacchi partono imballati. 4 three-and-out consecutivi per Prescott e compagni, prima del drive del Td di Witten che sblocca il risultato. Dall’altra parte inizio terrificante di Crowder. Il ricevitore da Duke prima si fa sfuggire dalle mani un lancio, all’interno della red zone, intercettato poi da Heath. Il possesso offensivo seguente dei Cowboys si conclude con un altro punt, sul ritorno del quale Crowder perde il pallone: fumble ricoperto dallo special team di Dallas. Da notare che lo slot receiver di Washington era reduce da un career game contro i Giants, in cui aveva ricevuto 7 palloni per 141 yard.

Ma ogni maledetta domenica è un nuovo capitolo, e ciò che si è compiuto la settimana prima, o quelle prima ancora, vale fino ad un certo punto. Dallas, infatti, che nelle ultime 3 gare aveva totalizzato la miseria di 22 punti e, in ognuna di esse, non era mai stata in grado di segnarne più di 9, grazie al field goal del rientrante Bailey, inverte la rotta si erge a quota 10. Calcio dalle 24 che giunge dopo la terza palla persa da Washington. Questa volta è il turno di Cousins che, venendo abbrancato da Lawrence, perde il possesso dello sferoide a beneficio di Collins sulle proprie 19 yard. Ottimo lavoro, dunque, della difesa ospite, che limita i danni. Non si può dire altrettanto dello special team, che concede a Switzer di ritornare un punt in touchdown per lo 0 a 17.

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Grant, una delle poche note liete della serata offensiva di Washington, in chiusura di primo tempo, segna il Td che fissa il punteggio sul 7 a 17. Non sembra, tuttavia, il prodromo di una rimonta. Nel secondo tempo Dallas gestisce, senza patemi, affidandosi alle corse di Morris. L’ex di turno, sfruttando anche una linea tornata ai migliori fasti, nella ripresa macina yard e, di conseguenza, secondi preziosi con semplicità disarmante. Lo score personale recita, alla fine, 27 portate per 127 yard e 1 Td.

Si è rivisto il Lt Smith in una forma, se non ideale, comunque sufficiente a gestire in tutta tranquillità i rusher avversari. Anche il Rt Collins compie egregiamente il proprio dovere, a differenza dell’ultimo incontro, in cui Kerrigan lo mise ripetutamente in difficoltà. Prescott ha subito, infatti, solamente 1 sack e 5 colpi. Lawrence e soci, d’altro canto, hanno esercitato una pressione costante su Cousins, sackandolo in 4 occasioni oltre a 9 Qb hit.

In una serata di grande spolvero generale non poteva mancare Dez Bryant che, nel duello contro Breeland, emana sprazzi dei tempi migliori. All’inizio dell’ultimo quarto è sua la firma sul 7-24 che, sostanzialmente, chiude i conti. Nel possesso successivo, Washington prova a ribattere con il Td di Doctson. Giocata tanto spettacolare quanto inutile ai fini del risultato. Il Wr al secondo anno da TCU si conferma un’arma affilatissima in end zone grazie alle sue doti fisiche ed acrobatiche. Nell’occasione, si innalza nei cieli di Arlington, sovrastando Byron Jones (non il meno atletico dei safety), per abbrancare il pallone del 14 a 24.

Si tratta del canto del cigno per l’attacco di Washington.  Le due marcature dei Rb Morris e Smith, inframmezzate dal secondo intercetto lanciato da Cousins, delineano il 14-38 conclusivo. Sulla falsa riga di quanto accaduto nella prima sfida stagionale tra le due squadre, Dallas si impone approfittando abilmente degli errori avversari, imbastendo un gioco di corse efficace e concedendo davvero poco in difesa. Le prossime due trasferte a New York e Oakland sono abbordabili e non si devono sbagliare, per poi giocarsi il tutto per tutto contro Seattle e a Philadelphia. Potrebbe non bastare. Occorrerà infatti monitorare anche i risultati di Detroit e Seattle, ma non si può prescindere dalle proprie vittorie.

Washington, ancora una volta, è la responsabile principale delle proprie disgrazie. Non ci saranno più appelli, perché, a meno di congiunzioni astrali imperscrutabili, anche vincendo le 4 partite restanti, pare praticamente impossibile centrare la wild card. Bisogna assolutamente comprendere i motivi che portano ai cali mentali alla base dei ripetuti errori che hanno caratterizzato l’intera annata dei Redskins. Questo, insieme ad un’accurata valutazione sulla futuribilità dei tanti giocatori in scadenza, dev’essere la priorità del front office per la residua porzione di stagione.

L’attenuante della miriade di infortuni regge fino ad un certo punto. Come asserivano i latini faber est suae quisque fortunae (ognuno forgia il proprio destino).

Gli highlight della partita

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Lorenzo Contini

Ho una passione sconfinata per il football. Tifo Redskins e Hurricanes grazie al leggendario Sean Taylor, il mio idolo sportivo: gone but never forgotten.

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