[NFL] Week 13: Antipasto del futuro (San Francisco 49ers vs Chicago Bears 15-14)

E’ stato un antipasto di quello potrebbe essere

Nei sogni e nelle speranze dei tifosi di Bears e 49ers l’anticipazione di una rivalità, all’interno della NFC, che potrebbe caratterizzare le prossime stagioni.

Peri i più cauti la conferma di due progetti che hanno punti di forza evidenti ma che dovranno passare ancora attraverso qualche rivoluzione per poter fare il decisivo salito di qualità.

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Partiamo dagli ospiti e diciamo subito che la prima di Garoppolo è andata piuttosto bene nonostante l’intercetto, un capolavoro di Kyle Fuller, period (!), e il numero zero nella casella dei TD pass. Il nativo di Arlington, Illinois, un sobborgo della Windy City, ha chiuso con un buonissimo 26/37 per 297 yard, un QB rating di 82,5 e il 1° drive vincente in maglia red&gold chiuso dall’ ex di giornata, Robbie Gould con un calcio a 4 secondi dalla fine che ha condannato i Bears alla nona sconfitta stagionale, la seconda per gamba di un kicker “allontanato” (inspiegabilmente) da John Fox.

Jimmy si è confermato un ottimo qb da tasca, ha trovato con continuità i propri WR dimostrando velocità nelle letture ed una precisione nei passaggi ultimamente sconosciuti ai tifosi di San Francisco, agevolato anche dall’ immenso lavoro della OL, capace di disinnescare la passa rush avversaria. Bene anche contro i blitz, dove l’ex New England ha totalizzato 115 yard completando 9 dei 12 passaggi tentati. A vaporizzare la bontà del lavoro fatto è arrivato il solito numero abnorme di flag, sei, all’ interno della red-zone, che hanno costretto i 49ers a troppi 3rd&goal fuori dalle 10 yard concretizzatisi nei 5 FG validi per una vittoria contro i Bears attuali e poco più.

Garoppolo Bears 49ers

Nonostante le difficoltà “a chiudere”, l’attacco dei 49ers ha mostrato di poter gestire gioco e cronometro mantenendo il possesso del prolato per quasi il 70 % dell’incontro. Manifesto ne è stato il drive decisivo che gli ospiti hanno iniziato con 5:45 sul cronometro e che ha trovato la sua conclusione già citato calcio di Robbie Gould a pochi secondi dalla fine.

Quello che più ha impressionato e stupisce di Garoppolo è la tranquillità e la sicurezza con cui gioca, nonostante le sole tre partite disputate fin qui in carriera, che lo portano ad evitare forzature e quindi tournover. Essere arrivato nella baia con qualche mese d’anticipo e avere la possibilità di chiudere la stagione è sicuramente un boost al processo d’inserimento di quello che, nelle intenzioni di Lynch e Shannann, è il franchise qb che si aspettavano di trovare nella free agency (citofonare casa cuosin) e che invece si materializzato come un’occasione di fine saldi a Novembre, ma il processo è solo all’inizio e non ridurrei il complesso processo di ricostruzione dei 49ers al solo Jimmy Garoppolo

Dei Bears ho già avuto modo di scrivere tante volte e questa partita non è che la conferma di quanto sostenuto nelle puntate precedenti:

Incapacità di vincere le partite “chiuse nel punteggio”, siamo alla 16° sconfitta in 3 anni; attacco con buone individualità ma troppo prevedibile e senza alternative e difesa che, nonostante i tanti infortuni, ed un tempo insostenibile passato sul gridiron è stata la ragione per cui i bears sono rimasti in partita.

Difesa a parte le note positive sono arrivate dai lampi di un Tarik Cohen che con l’insensato punt return da 61 yard è diventato il primo rookie da Gale Sayers nel 1965 con almeno un td su corsa, su passaggio e appunto su ritorno di punt, mentre Jordan Howard ha vissuto un pomeriggio più complicato, non esattamente una novità nelle ultime settimane, chiudendo la quarta delle ultime 6 uscite “a distanza” dalle 100 yard o anche solo da una prestazione consistente. I problemi di una OL che anche in questa partita si presentava senza qualche pezzo e in generale la mancanza di variazioni sul tema possono essere motivo sufficiente per credere che l’ex Blazer possa tornare ad incidere se messo in condizione di farlo.

Mitchell Trubisky

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Trubisky ha perso lo scontro diretto con il rivale ma ha comunque chiuso con 12/15 per 106 yard ed un td pass, il quinto stagionale, che aveva permesso a Chicago di prendere il controllo delle operazioni all’inizio del match. Non deve ingannare il numero esiguo di passaggi, dopo quattro partite consecutive oltre i 30 tentati, dipeso dalla capacità di SF di nascondere il pallone agli avversari, mentre va sottolineata la buona propensione a non regalare in assoluto il prolato che, unito ad una difesa sempre sul pezzo, ha permesso tante volte ai bears di restare in partita durante questa stagione.

Manca un po’ di talento nel pacchetto dei WR, che avrebbe piacere di poter contare, prima o poi, su Kevin White, autentico fenomeno quando usci da West Virginia ormai tre stagioni fa e che praticamente non si è mai visto causa infortuni. Soprattutto mancano idee che permettano a quest’ attacco di sfruttare le qualità dei propri skill player e diano a Trubisky la possibilità di esprimere tutto il proprio talento. Ad inizio stagione dubitavo, e lo facevano anche in molti al di là dell’oceano, sulla possibiità di vedere la scelta #2 del draft in campo già in questa stagione, vuoi per il contratto di Glennon, vuoi per l’inesperienza del ragazzo.

Ancor più fantascientifico era credere potesse avere un impatto di questo tipo. Questa affermazione non stona (e non deve stonare) con i numeri non sempre abbaglianti del rookie da UNC. Per le modalità con cui è stato buttato in campo e per la situazione che si è trovato a “gestire” Trubisky ha dimostrato di poter essere la scelta giusta su cui rifondare questo team e, getto la maschera, di poter diventare uno dei primi 5 QB della lega nel giro di qualche stagione. Quello che mi aspetterei adesso è di vedere un GM che costruisca la squadra attorno a lui, circondandolo del talento necessario ovviamente non prima di aver scelto il nuovo HC. Questa dovrebbe essere la strada ma, visto il recente passato di Pace, permettetemi di avere qualche dubbio.

Gli highlight della partita

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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