[NFL] Week 9: Cardinals, settimo sigillo (Arizona Cardinals vs Dallas Cowboys 28-17)

Debutta negli Stati Uniti la serie Happy Days, Nixon si dimette da presidente in seguito allo scandalo Watergate, la Germania vince i mondiali di calcio battendo in finale l’Olanda di un certo Johann Cruyff e all’Eurovision Song Contest trionfano i quasi esordienti Abba con Waterloo… Correva l’anno 1974, e nella NFL, gli allora St.Louis Cardinals arrivavano, dopo otto gare, ad avere un record di sette vittorie ed una sconfitta. Ebbene mentre per molti team arrivare a sette successi in otto gare è un’impresa difficile ma non titanica, agli Arizona Cardinals ci sono voluti esattamente quaranta anni per raggiungere nuovamente questo traguardo ma ora, nel 2014, gli uomini di Arians sono nuovamente lì, a quota 7-1, ed hanno messo una serissima ipoteca sull’accesso ai playoff e sulla NFC West.

dez bryant cowboysIl settimo sigillo di una stagione fin qui grandissima, è arrivato grazie al 28-17 inflitto domenica all’AT&T Stadium di Arlington, ai Dallas Cowboys ex capolista nella NFC East. Vero, i Cowboys erano privi dell’infortunato regista Tony Romo per i postumi di un sack subito contro i Redskins e del linebacker Durant, già fuori per la stagione per un problema muscolare, ma se parliamo di giocatori assenti, soprattutto in difesa, i Cardinals non sono secondi a nessuno, visto che fra squalifiche ed infortuni assortiti sono mancati Washington, Abraham, Dockett e Shaughnessy. In realtà almeno fino al successo contro gli Eagles, nessuno o quasi dava credito ai Red Birds poi, dopo l’accoppiata di vittime Philadelphia-Dallas fra gli addetti ai lavori è esplosa la Cardinals-mania, ed allora si scopre che sotto Arians, cioè nell’ultimo anno e mezzo, Palmer e compagni hanno addirittura vinto una partita in più dei (giustamente) celebratissimi 49ers.

La parola che viene in mente fuori quando si pensa all’Arizona edizione 2014 è “consistente” e anche contro i Cowboys, gli uomini in rosso non hanno smentito questa loro fama: la terza difesa contro la corsa dell’intera NFL ha brillantemente contenuto DeMarco Murray, leading rusher della Lega, che nelle prime otto gare era sempre andato in tripla cifra. E la quinta difesa per media di punti subiti, ha tenuto il forte attacco di Dallas ad appena 17 punti, sette dei quali in realtà li ha subiti l’attacco ed altri sette che sono arrivati a partita ormai decisa.
Poi, in realtà, analizzando a mente fredda la compagine di Arians le pecche, soprattutto in attacco, vengono fuori: la linea è sicuramente nettamente inferiore a quella degli squadroni della NFL, Palmer non è certo né Manning, né Brady e il difesa manca uno specialista della pass rush. Pero… però finche la difesa gioca con terrificante compattezza e l’attacco, pur procedendo a fiammate, assicura quei 21-24 punti senza commettere troppi errori, Arizona è sicuramente una brutta gatta da pelare.

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Arizona Cardinals v Dallas CowboysTornando al match dell’AT&T, il regista ospite Palmer è partito come peggio non si poteva, con un passaggio intercettato e riportato in meta da Patmon. Poi però ha guidato i suoi con grandissima sicurezza, completando 22 passaggi sui 34 tentati per 249 yards e tre mete. L’ex Bengal ha distribuito con grande equità i palloni visto che, a parte Fitzgerald, nessun attaccante dei Cards è andato oltre le quattro palle catturate ma ben sette hanno a referto almeno due ricezioni. Fitzgerald invece ha ricevuto cinque palloni per 70 yards, confermando di aver finalmente trovato un buon stato di forma dopo un avvio di stagione stentato. Il titolo di mvp dell’attacco di coach Arians va però al runner Ellington che ha portato l’ovale 21 volte per 95 yards, cui vanno aggiunte altre 39 yards grazie a quattro ricezioni, più una meta.

Dall’altra parte della palla nota di merito al nose tackle Dan Williams: spesso dimenticato, offuscato da grandi nomi come Calais Campbell o Darnell Dockett, Williams è stato decisivo nel controllare Murray ed ha anche aggiunto un sack. A contenere il buon Murray ha comunque dato una grossa mano pure Campbell, anche lui in gran spolvero contro il temibilissimo gioco di corsa dei Cowboys. Nelle coperture sul passaggio, ottima prestazione del cornerback Cromartie e della safety Jefferson , ma la nota più lieta per i rossi dell’Arizona è stata la prove maiuscola dell’altra safety Mathieu. Dopo aver, comprensibilmente, faticato per recuperare la forma dopo il grave incidente al ginocchio dello scorso dicembre, l’ex LSU ha offerto con Dallas una prestazione degna della sua grande stagione di esordio nel 2013, impreziosita da un intercetto.

NFL: Preseason-Dallas Cowboys at Arizona CardinalsPassando alla sponda Dallas c’è da sottolineare che una difesa che in avvio di stagione aveva fatto i miracoli, ora sta mostrando tutti i suoi limiti e la squadra nel suo complesso sta iniziando a patire le conseguenze dei tanti infortuni. Contro i Cardinals, Weeden aveva il durissimo compito di sostituire Romo contro una difesa estremamente solida e l’ex Browns ha pagato la mancanza di abitudine al ritmo partita e le poche ripetizioni in allenamento con i compagni, e non è mai riuscito a far decollare il passing game di casa. Un dato credo sia significativo: dei diciassette passaggi tentati ai due receiver titolari, Weeden ne ha completati appena 4 per un totale di 34 yards e una meta, e tutto il bottino è arrivato all’interno degli ultimi cinque minuti con i Cardinals seduti sul profondo a difendere il buon vantaggio. L’unico terminale di Weeden con statistiche decenti è stato così il sempreverde Witten che ha chiuso con sei ricezioni per 62 yards.
L’unico altro gioco degno di nota del passing game, a parte la meta di Bryant, è stata una ricezione del runner Dunbar che ha fruttato 40 yards. La nota più sorprendente è stata però la giornata assolutamente normale di DeMarco Murray: il runner da Oklahoma non ha mai trovato grandi varchi e se si eccettua una corsa da 17 yards, per il resto il suo tabellino recita 18 corse per 62 yards, cioè nemmeno 3 yard e mezzo a portata. E anche la linea di attacco non è esente da colpe: il centro Frederick ha patito tutta la gara la pass rush del tackle Dan Williams, mentre Bernadeau è stato decisamente in difficoltà nell’aprire varchi per Murray. Lo steso Bernadeau e l’ottimo rookie Martin sono stati invece i migliori nella protezione di Weeden.

La difesa di Dallas ha invece recitato un copione visto più volte in questa stagione, con molti alti e bassi e con alcune grandi prove dei cosiddetti panchinari. Anche contro i Cardinals infatti la coppia Spencer (end) e Melton (tackle) pur giocando circa metà degli snap, ha offerto un’altra prestazione notevole, facendo registrare tre sack e tre hurries. Ancora in difesa, il tackle titolare Crawford, la rivelazione del team di coach Marinelli in questo 2014, ha fatto decisamente sentire la sua presenza soprattutto nella caccia al regista avversario. Contro la corsa invece un po’ tutta la linea difensiva ha disputato un match sotto tono e buon per Dallas che spesso il linebacker Hitchens ci abbia messo una pezza, altrimenti le statistiche di Ellington, già decisamente buone, sarebbero state ancora migliori.
Nelle coperture sui passaggi invece lo stesso Hitchens ha faticato a contenere gli uomini in rosso, così come il compagno di reparto McClain e sopratutto il cornerback Scandrick che ha concesso tre completi per 55 yards. Decisamente meglio anno fatto il linebacker Wilber e soprattutto l’undrafted rookie Patmon che ha sì concesso un completo da 20 yards a Fitzgerald ma ha anche riportato in meta un intercetto.

Jaron Brown CardinalsE sì che dopo poco più di dieci minuti di gioco, i Cowboys erano avanti 10-0 e sembravano in pieno controllo della gara: sul primo drive infatti Palmer veniva intercettato da Patmon che riportava in metà l’ovale, sul secondo i Cardinals chiudevano appena un down prima di dover “puntare” e nella serie di esordio Dallas copriva quasi cinquanta yards in dieci giochi anche se doveva poi accontentarsi del field goal. Arizona però non si scomponeva più di tanto e mescolando le corse di Ellington e gli ottimi passaggi di Palmer accorciava le distanze grazie al td pass dell’ex regista dei Bengals al tight end Carlson.
Le due squadre si scambiavano poi un punt a testa, quindi, gradualmente, Arizona iniziava a prendere possesso del match. Stavolta era soprattutto Palmer il protagonista: due completi a Floyd ed Ellington per 32 yards facevano da preludio all’ottimo passaggio in meta a Jaron Brown da 11 yards. Poi sul finire del primo tempo ci pensava lo special team a preservare il vantaggio, con Bethel che bloccava un field goal sulla carta decisamente agevole, di Bailey.

Il terzo quarto confermava le difficoltà offensive dei padroni di casa: un tre e fuori per iniziare poi, quando sembrava che finalmente i Cowboys potessero mettere altri punti sul tabellone, arrivava l’intercetto di Mathieu su una palla indirizzata a Witten sulle 10 dei Cards. Una penalità del lineman Sendlein bloccava poi un promettente drive di Arizona e si arrivava così in avvio di ultimo quarto con i Cowboys che sembravano lottare contro i mulini a vento : tanto movimento, tante azioni ma sempre inconcludenti. E così, visto che Dallas non si decideva a rientrare in partita, i Cardinals facevano che chiuderla: Palmer era di nuovo praticamente perfetto e, grazie anche ad una corsa di Ellington da 17 yards, trascinava Arizona sulla 1 dei texani. Qui il primo passaggio a Carlson cadeva incompleto, mentre il secondo era trasformato in sei punti dallo stesso Ellington.

Se ancora potevano esserci dei dubbi sul come sarebbe finita la partita, questi venivano fugati esattamente tre azioni dopo: l’ottimo Cromartie intercettava Weeden e lasciava palla al suo attacco sulle 28 di Dallas. Palmer ci metteva lo zampino con un passaggio a Hughes da 18 yards ma il palcoscenico era tutto del runner di riserva Grice che portava l’ovale quattro volte per 10 yards e l’ultima corsa era anche quella della meta del 28-10. Il pubblico rimasto sugli spalti faceva in tempo a vedere ancora la meta sull’asse Weeden-Bryant, ma quando il seguente onside di Dallas veniva facilmente recuperato da Fitzgerald, scendevano i titoli di coda e soprattutto i Cardinals interrompevano finalmente la tradizione che li vedeva sempre k.o. in casa di Dallas dal 1989.

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