[NFL] Week 11: Vittoria in rimonta (Detroit Lions vs Chicago Bears 27-24)

What goes around, comes around, cantava Justin Timberlake nel 2006. Karma is a bitch direbbe meno elegantemente qualcun’altro.

Il concetto non cambia.

Prater, nel più classico de “la vendetta è un piatto che va servito freddo”, sognava questo momento dal 2014 quando, dopo essere rientrato da una squalifica di 4 settimane, fu tagliato da Denver… Un bel siluro “for the win” da 52 yard, a poco più di un minuto dalla fine…

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Inutile ricordarvi chi fosse l’head coach di quella versione dei Broncos che decisero di fare a meno dei servigi del nostro kicker veterano

Detroit è riuscita nell’ impresa, seppur contro i problematici Bears, di vincere per la terza volta in quattro “occasioni” dovendo rimontare un deficit in double digit dopo il primo quarto. Per darvi un termine di paragone sono solo quattro le W, combined, delle restanti 31 squadre nella stessa situazione.

Prater Lions Bears

Chicago, all’opposto, non ha saputo sfruttare una buona partenza di Trubisky, e dopo essere stata avanti 10-0 ed aver impattato a 24, con 5 minuti da giocare sul cronometro del 4/4, ha fallito il FG da 46 yard che avrebbe mandato la partita all’ OT, mettendo a referto la terza sconfitta stagionale con uno scarto inferiore ai 6 punti, la quindicesima dal 2015.In una lega in cui il principio fondante è l’equilibrio, non è difficile capire come ai Bears abbiano un problema, e nemmeno tanto piccolo.

Il nucleo c’è, come c’è consapevolezza delle proprie forze: “I don’t think there’s any doubt in this locker room or around the city — from the fans that talk to me or post on social media and stuff like that — there’s no doubt that we’re a good team,” – ha dichiarato Akiem Hicks, DE Chicago Bears, dopo la sconfitta con i Lions.

La mossa disperata, dopo sole 4 partite, di rischiare il rookie da North Carolina sta pagando i dividendi anche per una gestione, in questo caso “accurata”, del ragazzo, a cui è stato chiesto il giusto con il passare delle settimane. La coppia Howard-Cohen funziona e se per il folletto da NC A&M scelto al 6 giro, i paragoni con Sproels si sono già sprecati, l’ex UAB ed Indiana sta dimostrando una solidità che nessuno gli riconosceva quando fu scelto al 5 giro del draft 2015 e, dopo una sorprendente stagione d’esordio, si sta ripetendo ad ottimi livelli. La difesa, con pregi e difetti, oltre a rappresentare il motivo per cui i Bears hanno vinto tre partite, ha giocato un ruolo tutt’altro che marginale nell’inserimento di Trubisky, consentendo al coaching staff dei Bears di gestire al meglio il proprio franchise qb.

Quello che sembra mancare è la capacità di chiudere le partite, requisito indispensabile per il precedente principio fondante, ed in molti, adesso, puntano il dito contro Fox, titolare di un 12-30 overall alla guida dei Bears, che non aiuta certamente la sua causa.

L’HC ha indicato nell’incapacità di mantenere la giusta concentrazione per gli interi 60 minuti la l’origine dei problemi del suo team, errori molto spesso “individuali”, e che hanno fatto la differenza ma che non possono spiegare completamente il mal di “close game” che da tre anni colpisce la Windy City. Potrebbe invece essere utile andare a rivedere la gestione delle partite e gli aggiustamenti che spesso hanno tardato ad arrivare, vaporizzando buone partenze o tenendo aperte sfide che, con un po’ di coraggio, avrebbero potuto consentire a Chicago di essere ancora in lotta per una wild card.

Chicago Bears Detroit Lions

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Detroit per la prima volta nella storia chiude 3-0, in trasferta, con le rivali divisionali ed ora attende Minnesota nel giorno del Ringraziamento, con la concreta possibilità di dimezzare il ritardo in classifica e riaprire la lotta per la prima posizione. Bene Stafford, bene Marvin Jones e bene una difesa, almeno sul piano realizzativo, che con il fumble riportato da DJ Hayden in TD ad inizio secondo periodo ha pareggiato a quota 7 il record di franchigia per “TD return” difensivi. Della capacità di rimettere in piedi partite nate male abbiamo già detto, quello che preoccupa a Detroit è, da un lato del prolato, la totale incapacità di correre la palla contro chiunque e, dall’ altro, le recenti difficoltà nel fermare il running game avversario che ha consentito a Brown e Bears di scavallare quota 200 nelle yard guadagnate su corsa nelle ultime due settimane.

Partiamo dalla difesa e diciamo subito che le assenze di Ngata e del mancato ostacolista da BYU, al secolo Zeke Ansah, non possono non avere un ruolo in queste difficoltà anche se l’impressione è che il problema sia un po’ più “generale” e che il coaching staff debba trovare delle risposte che non arriveranno con il solo recupero degli infortunati. Offensivamente persistono le difficoltà nel running game che ormai affliggono i Lions da diverse stagioni e a cui Cadwell non ha ancora saputo trovare risposte. Si pensava che Abdullah potesse portare alla causa qualcosa di più ma il prodotto da Nebraska è riuscito a postare una sola partita da più di 100 yard, ironicamente contro una difesa dminante come quella di Minnesota. Dopo un inizio di stagione opaco Ameer sembra comunque aver raggiunto un buono stato di forma se è vero che dopo aver realizzato un TD nelle prime sette partite è riuscito ad andare a referto in tutte le ultime 3 uscite che, casualmente, sono coincise con altrettante W.

In questo finale di stagione il calendario potrebbe aiutare Detroit che però deve tornare a vincere in casa dove, attualmente, ha un record di 2-3 (4-1 in trasferta). Dopo aver ospitato i Vikings nel Thanksgiving, i Lions avranno GB e gli stessi Bears in casa, e tre trasferte non impossibili vs Ravens, TB e Bengals. Le chance ci sono ma serve ritrovare attenzione difensiva e qualche jolly offensivo che possa togliere un po’ di responsabilità a Stafford. Diversamente sarà già molto aver conquistato una eventuale wild-card.

Gli highlight dell’incontro

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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