[NFL] Week 10: Finalmente Hundley (Green Bay Packers vs Chicago Bears 23-16)

Le premesse per vedere un finale diverso dal solito c’erano tutte: dall’ottimismo dei tifosi della windy city fino ai bookmakers che dopo oltre 10 anni davano favoriti i Bears nella sfida con gli odiati rivali divisionali, orfani del più grande cacciatori di orsi della storia moderna, al secolo Aaron Rodgers.

Hanno vinto i numeri e la tradizione recente, che vedeva i Packers in striscia aperta al Soldier Field (8 W con quella di domenica) e sconfitti una sola volta negli ultimi 9 scontri con i Bears, nonostante alla guida dell’offense ci fosse un Brett Hundley ancora winless e l’ultima gioia giallo-verde fosse datata 8 ottobre, quando Rodgers e compagni demolirono dei frastornati Dallas Cowboys.

I Bears, che arrivando dal bye avevano avuto due settimane per preparare la gara, sono sembrati confusi e indisciplinati fin dalle prime battute (6 flag nel solo primo quarto) ed hanno faticato a chiudere i propri drive, nonostante gli evidenti progressi di Trubisky; i Packers, dopo aver aperto le ostilità con un FG, hanno fatto l’unica cosa che dovevano e potevano fare: correre la palla. Jones e Montgomery hanno lavorato bene nei primi due quarti, assistiti da una OL che è riuscita a giocarsela contro l’ottava difesa della lega contro le corse. Il TD da 37 yard di Montgomery è arrivato proprio grazie agli ottimi blocchi di FB e OL ed un crack –block di Nelson, autore pochi giochi prima di una bellissima ricezione, che ha aperto una prateria per l’all-around da Stanford

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Alle difficoltà e alla confusione sul gridiron, per i Bears, nel secondo quarto, si è aggiunta anche quelli in sideline, manifestatisi nella forma di un “crazy challenge” chiamato da Fox che ha trasformato un 1&goal, arrivato convertendo un 3&praterie, in un touchback, vaporizzando così drive e 7 punti quasi certi.

10-6 all’half-time

Benny Cunningham Bears Packers

Green Bay nel secondo tempo ha dovuto rinunciare ai propri RB titolari, infortunatisi durante i primi due quarti, ma non al proprio game-plan, grazie alla sorprendente prestazione di Jamaal Williams che ha consentito a McCarthy di non esporre Hundley a rischi eccessivi. Il “junior” da UCLA è stato comunque capace di completare alcuni passaggi decisivi, come i due recapitati per le sapienti mani di Devonte Adams, il primo buono per il TD che con 5 minuti e spicci è valso l’allungo decisivo, il secondo arrivato con una supa dupa catch del #17 che ha regalato il primo down che ha sostanzialmente chiuso le ostilità, ed in generale è parso molto più in controllo del proprio attacco.

Chicago ha avuto un ultimo possesso con 52 secondi ancora da giocare ma dopo un primo buon guadagno non è riuscita a spaventare la difesa dei packers, disciplinata nel contenere un attacco spuntato come quello dei padroni di casa.

Accennavo in apertura ai progressi evidenti di Trubisky che, questa settimana, gli hanno permesso di postare il proprio carrier-high in quanto a yard lanciate (297) ma che non sono comunque bastate per portare alla vittoria dei Bears incapaci di andare oltre quota 16 punti realizzati, pochi se vuoi vincere anche contro una versione poco stagionata dei tuoi odiati rivali.

La difesa dei Packers è stata brava nel portare pressione al giovane signal caller il cui difetto più evidente, al momento, è quello di non liberarsi abbastanza velocemente del prolato, che è risultata in un numero considerevole di sack, yard perse e buoni drive finiti nel nulla. Tanto per dare una idea: Nick Perry ha messo ha segno più sack nella partita del Soldier Field (3) che nelle quattro precedenti. Qualche buon flash si è visto, come il passaggio per Bellamy che ha riaperto la gara, e la sensazione è che il ragazzo abbia importanti doti di leadership e che sappia inventarsi la giocata nel momento importante ma, come ampiamente preventivato, ha bisogno ancora di tempo e di maggior talento attorno a lui.

Hundley Packers Bears

Restando in tema QB impossibile, anche perché è la sua prima vittoria da “titolare”, non spendere due parole sulla partita di Brett Hundley. Come il collega tende ad essere un po’ troppo innamorato del prolato, un veneziano direbbero i tifosi delusi del calcio repubblicano, ma rispetto al giocatore di qualche settimana fa, incapace di completare un pass per più di 10 yard, stiamo parlando di tutt’altro universo. Non che il buon Brett si sia trasformato improvvisamente nella versione giovane di un altro Brett, molto più famoso in Winsconsin, e a cui Hundley era stato inevitabilmente accostato per il nome di battesimo (ma perché?), semplicemente vale il discorso fatto per Trubisky: maggior consapevolezza della propria offense, nel caso di Hundley un supporting cast sicuramente migliore, e la capacità di andare con un po’ più di criterio sul profondo. Tutto questo è stato possibile anche per l’ottima prestazione dei tre RB che hanno chiuso, complessivamente, con 37 portate e 160 yard (entrambi season-high), costringendo la pur ottima difesa di Fangio a restare onesta ed a concedere qualcosa sul gioco di passaggio.

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Per Chicago, come detto in apertura, un’incredibile occasione persa per mettere fine alla striscia infinita di sconfitte, non mi spingerei oltre perché onestamente, anche fosse arrivata un W, non sarebbe cambiato molto a livello di “classifica”. La division sembra essere saldamente in mano ai Vikings che, tra le altre cose, hanno ormai definitivamente recuperato Bridgewater, ed anche per una corsa alla wild card viene difficile pensare che questi Bears possano finire davanti a team come Seattle\LA, Carolina, Dallas, Detroit e la stessa GB.

Green Bay che torna alla vittoria dopo 3 sconfitte consecutive, evita di finire sotto quota .500 per la prima volta in stagione e ritrova una difesa che, insieme al running game, sono la condizione necessaria per provare a stare in scia per la corsa alla postseason. Senza Rodgers è difficile credere che ai Packers possa riuscire l’impresa e gli infortuni di Montgomery e Jones possono solo, eventualmente, complicare l’assunto ma questa W, la sfida non impossibile vs Ravens e una schedule abbordabile potrebbero ridare ossigeno alla squadra di McCarthy e dare ancora un chance in attesa del miracolo: rivedere Rodgers in campo il 17 dicembre vs Carolina.

Gli highlight della partita

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Andrea Ghezzi

Padre di Mattia e Lorenzo, Marito di Silvia, Fratello di Zoe (Franci ti voglio bene). Scrivo (poco) e parlo (tantissimo) di Football, anche italiano. Direttore di The Cutting Edge credo solo a tre cose: #mattanza #badaun e #bomboloni.

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Un Commento

  1. Scusa l’ignoranza, che cos’è una “supa dupa catch”?
    Dopo la partita orribile con i Lions ci voleva una vittoria, dopo la partita dell’andata eravamo passati avanti nel confronto all time coi Bears, sarebbe stato brutto tornare in parità.
    Più che Hundley, a me il problema sembra sempre la difesa, a tratti gioca bene, poi però qualcosa concede sempre (mi sembra che Trubisky non abbia mai lanciato così tanto finora e non credo sia un caso).

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