[CFL] Week 18: Calgary non è imbattibile

I Roughriders annientano il miglior attacco della Lega e si aggiudicano un’imprevedibile vittoria in trasferta.

SASKATCHEWAN ROUGHRIDERS vs CALGARY STAMPEDERS 30-7

Al McMahon Stadium di Calgary, ogni volta che Stampeders segnano un touchdown, un cavallo bianco parte al galoppo e percorre tutto il perimetro del campo, mentre il cowboy in arcione sventola la bandiera della squadra.

Negli anni recenti il cavallo ha fatto parecchia strada, a forza di correre lungo tutta la sideline del McMahon; ma venerdì scorso non ha potuto nemmeno a sgranchirsi le gambe, colpa della difesa dei Roughriders, che ha letteralmente annientato il formidabile attacco di Calgary.

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L’importante vittoria è stata preceduta dalla chiassosa telenovela, che ha visto protagonista il ricevitore (o meglio ex ricevitore) Duron Carter. Americano della Florida, Carter ha sempre giocato come wide receiver sin dai tempi della high school. Dopo la militanza nella NCAA, approda agli Alouettes di Montreal nel 2013 e si segnala come un discreto, ma soprattutto indisciplinato, ricevitore. Nel 2016 contesta pubblicamente e platealmente un’importante decisione della direzione degli Alouettes e per queste esternazioni viene licenziato in tronco.

Accetta di entrare a far parte dei Saskatchewan Roughriders nel 2017 e qui, inserito in un attacco più forte di quello di Montreal, mette a segno risultati migliori di quelli conseguiti in precedenza.

In campo commette ancora qualche intemperanza veniale; ma il fatto grave accade circa una decina di giorni fa, quando durante un allenamento accende una rissa con un compagno di squadra, sferrando per primo il pugno della discordia. I media parlano di licenziamento, di sospensione fino a termine campionato, parlano di multe e decurtazioni dello stipendio. Non accade nulla di tutto ciò. Finché l’head coach Chris Jones annuncia: “Prossimamente Duron Carter giocherà in difesa, perché secondo me è migliore come cornerback”. Niente altro.

Anche se le ragioni di questo spostamento restano poco chiare, mai scelta fu più felice.

L’ex ricevitore, trasferito nel secondario, si dimostra un difensore insidioso e onnipresente. Carter placca, ostacola, deflette, intercetta; l’unica soddisfazione, che non è riuscito a togliersi, è stata quella di sackare il miglior quarterback della lega; ma visto che ha solo 26 anni e un futuro radioso come difensore, non gli mancheranno altre occasioni.

Nei primi due quarti di partita, riesce perfino a mettere in ombra il collega Ed Gainey, valutato il miglior DB della CFL e primatista per numero di intercetti. Per quasi tutto il primo tempo il numero 11 del Saskatchewan sembra svanito nel nulla; finché a 30 secondi dell’intervallo, decide di far notare la sua presenza in campo. Sul punteggio di 10-4 in favore degli ospiti, con Calgary in attacco, il QB Bo Levi Mitchell tenta quel lancio lungo che, se fosse andato a buon fine, avrebbe probabilmente rovesciato il vantaggio in favore dei padroni di casa.

Il lancio di Mitchell parte forte e preciso; ma Gainey intuisce il gioco, supera in velocità l’avversario e intercetta l’ovale, restituendo il possesso ai suoi e sigillando il vantaggio fino all’intervallo.

In precedenza, dopo un primo quarto privo di risultati (solo un single point di Calgary), la partita si anima all’inizio del secondo, quando il ritornatore del Saskatchewan, Christion Jones, ritorna fino in touchdown. Riesce la trasformazione e i bianco verdi si portano in vantaggio 7-1.

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Ancora un field goal a testa, manda le due squadre all’intervallo con il punteggio di 10-4.

Inizia il terzo quarto. Dopo un altro field goal, l’attacco dei Roughriders, faticosamente guidato dal quarterback canadese Brandon Bridge, che ha strappato il posto di starter al veterano Kevin Glenn, riesce a mettere a segno l’unico touchdown “offensivo” della partita; ma anche questa volta sarà merito soprattutto della difesa.

Un minuto prima il linebacker centrale dei Saskatchewan, Henoc Muamba, forza il fumble, raccolto dal DB Jovon Johnson, a cui non riesce il touchdown per un soffio, fermato dagli avversari a 3 yard dalla goal line.

Qui l’attacco di Brandon Bridge fallisce i primi due tentativi di andare a segno, si assume il rischio di giocare il terzo down, rinunciando ad un facile field goal, e finalmente riesce ad andare in meta, portando i Roughriders in vantaggio 21-4.

Tre minuti più tardi Ed Gainey per la seconda volta intercetta Bo Levi Mitchell, corre per 89 yard ed entra trionfalmente in endzone. Ma sia l’intercetto, che sarebbe stato il decimo della stagione per Gainey, che il TD vengono annullati a causa di un deprecabile fallo di roughing the passer, commesso dal DL Henry. Il quarterback Bo Levi Mitchell subisce un lieve infortunio e per precauzione resterà in panchina fino alla fine della partita.

Al suo posto entra in campo un altro quarterback canadese, Andrew Buckley. È la prima volta, dal 1984, che una partita della CFL vede in campo due quarterback canadesi contemporaneamente. Mentre l’ultimo starting quarterback nazionale, prima di Bridge, risale addirittura a 50 anni fa.

Le regole della CFL prevedono che, almeno la metà dei giocatori di ogni squadra, siano di nazionalità canadese, con l’eccezione della rosa dei quarterback, per la quale non ci sono restrizioni. Gli Stati Uniti hanno un numero di abitanti quasi dieci volte quello del Canada; negli USA il football è il numero uno, mentre in Canada è al primo posto l’hockey su ghiaccio. Per queste ragioni normalmente i migliori giocatori della CFL provengono dagli Stati Uniti, con le immancabili eccezioni, mentre il ruolo di starter quarterback è praticamente monopolio degli americani.

Perciò quando venerdì scorso scendono in campo Buckley e Bridge nel corso della stessa partita, l’orgoglio canadese è alle stelle.

Con Buckley alla guida dell’attacco, gli Stampeders ripartono dalle 36 yard avversarie; con una corsa ne perdono due e con un sack ne perdono 7. Dalle 41 riescono comunque a mettere a segno il loro secondo e ultimo field goal.

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Nonostante l’esultanza dei tifosi canadesi, gli attacchi guidati dai due pivot nazionali continueranno a dare prova di mediocrità e, per vedere un altro touchdown, bisognerà aspettare il solito Duron Carter. A circa dodici minuti dalla fine, il numero 89 intercetta e corre fino in touchdown, portando il punteggio 28-7.

Un safety, messo a segno dallo special team bianco verde sul punter di Calgary, aggiunge gli ultimi due punti, che portano al risultato definitivo di 30-7.

Il canadese Brandon Bridge chiude la partita con 10 completi su 19, 133 yard, nessun TD e 2 intercetti; pur non essendo una prova straordinaria, l’attacco dei Riders è riuscito comunque a restare in campo quanto basta per permettere all’eccellente difesa di riprendere fiato e ha saputo far passare il tempo a proprio favore.

Giustamente Duron Carter viene nominato uno dei tre top performer della settimana, mentre con questa vittoria il Saskatchewan si aggiudica definitivamente l’accesso ai playoffs.

Le 13 vittorie precedenti assegnano a Calgary la finale dei playoff della divisione ovest. Le prossime due partite decideranno se sarà Edmonton o Winnipeg a giocare la semifinale di divisione sul proprio campo, mentre la peggiore tra Edmonton e Saskatchewan farà il cross over, cioè giocherà la semifinale nella divisione est. Il cross over, che spetterà alla quarta classificata della West Division, sarà particolarmente vantaggioso, perché permetterà di disputare i playoff in una divisione meno agguerrita. La squadra, che farà il cross over, avrà quindi maggiori probabilità di trovarsi a disputare la Grey Cup, che potrebbe essere proprio una replica della partita appena raccontata.

Gli highlight della partita

https://www.youtube.com/watch?v=5aIpxecRWEY

Altri risultati

WINNIPEG BLUE BOMBERS vs TORONTO ARGONAUTS: 28-29

EDMONTON ESKIMOS vs B.C. LIONS: 35-29

HAMILTON TIGERCATS vs MONTREAL ALOUETTES: 43-16

La classifica

 

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Isabella Rampini

Ha scoperto il football quando cercava uno sport in cui ambientare il suo primo romanzo ufficiale, “Una stagione in provincia”. Da allora non ha più smesso di seguirlo. Avendo una passione insensata per i vice e i numeri due, ama la Canadian Football League ancora più che la NFL.

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