Impressioni di settembre a Londra

Lo ammetto sono una persona fortunata, fino ad ora ho avuto la possibilità di essere presente a tutte le partite NFL londinesi, qualcuna sugli spalti, molte in tribuna stampa.

La partita NFL è l’occasione per rivedere amici con cui ci si sente anche giornalmente, ma che vedi forse una volta l’anno, proprio a Londra. Quando la partita era l’unica ad essere giocata sul suolo europeo (dal 2007 al 2012) c’era la tensione per l’acquisto dei biglietti e quando scattava l’ora X si rimaneva in attesa che arrivasse l’ok dai preposti all’acquisto.

Nel corso di questi undici anni tante cose sono cambiate sia dal punto di vista materiale che organizzativo. Fuori dallo stadio di Wembley, la dove c’era l’erba (consentitemi la citazione) ora ci sono un parcheggio multipiano e un centro commerciale.

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Lo spazio dedicato I tifosi si è adeguato con molti cambiamenti per arrivare all’area dedicata di domenica con ingresso solo con biglietto della partita (questo è un deja-vu per chi ha partecipato alle prime edizioni).

In centro, nel weekend della partita le maglie da football sono quasi la normalità fino ad arrivare all’apoteosi con la chiusura di Regent Street al sabato (per quest’anno sabato prossimo), dove migliaia di appassionati e tifosi si ritrovano per provare quel sentimento di comunità amante dello sferoide prolato che è difficile provare quando si torna a casa.

Per due/tre giorni il football americano guida la vita di chi è presente in città, prima l’attesa dell’evento, dopo godersi la partita e il tailgating party (ribattezzato Fan Zone che fa più “cool”) e a chiudere rimane il ricordo di un evento speciale.

28 ottobre 2007, nella prima partita di stagione regolare della NFL a Londra i  Giants battono i Dolphins 13-10.

È bello vedere la faccia di chi si avvicina a Wembley per la prima volta. Tutto è pensato come se fosse normale che ci sia una partita NFL allo stadio. Striscioni dappertutto che ricordano cosa si è li a fare (oltre a bere birra ovviamente). Decine di migliaia di persone nello stesso posto e che amano quello sport che da noi fatichi a volte a spiegare anche agli amici.

Le maglie di tutte le squadre, del presente e del passato, squadre europee e chi più ne ha più ne metta. Poi si entra allo stadio ed il mio consiglio è di farlo almeno un’ora prima per vedere il riscaldamento delle squadre: prima gli specialisti (kicker, punter, long snapper, ritornatori), dopo i singoli reparti fino alla squadra al completo.

Gli inni nazionali, con quello inglese cantato dal moltissimo pubblico locale presente e poi la partita. Alla fine non importa molto il risultato (tifosi esclusi ovviamente), ma aver passato tre ore dentro uno stadio con 85mila persone che hanno la tua stessa passione.

Sognando tutti insieme una franchigia NFL europea nel 20XX (inserite numeri a piacere) e quindi avere a disposizione più partite tra cui scegliere quella da andare a vedere.

Un articolo simile dovrei averlo scritto l’anno scorso o forse due anni fa o boh, ma di solito le cose belle sono ancora più belle se le condividi con gli amici e i lettori di Huddle Magazine è come se lo fossero.

Se qualcuno è stato a Londra ieri per la prima volta e vuole raccontare la sua esperienza Huddle Magazine è a disposizione.

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Ah dimenticavo, il titolo è merito loro.

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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