Donald Trump contro tutta la NFL (o quasi)

Venerdì sera Donald Trump deve tenere un comizio a Huntsville, Alabama, nel sud degli Stati Uniti. L’occasione è il sostegno al candidato Repubblicano alle primarie del partito e dopo l’ormai solito attacco ad Obamacare (la polizza sanitaria voluta dal suo predecessore), il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti ha pensato bene di attaccare i giocatori NFL che si inginocchiano o suo equivalente durante l’inno americano.

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Non sareste contenti se uno degli owner NFL, quando qualcuno non rispetta la nostra bandiera, dicesse loro: Cacciate dal campo quel figlio di puttana, fuori. Sei licenziato, sei licenziato.

Inoltre Trump ha detto di essere amico di diversi proprietari NFL e che se trovassero il coraggio di cacciare i protestanti diventerebbero le persone più famose negli Stati Uniti. Otto owner hanno contribuito con 7 milioni di dollari alla campagna elettorale di The Donald, tra questi Jerry Jones, Robert Kraft e Woody Johnson dei Jets poi nominato ambasciatore nel Regno Unito.

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A seguire Trump ha preso di mira gli arbitri che penalizzano con 15 yard dei “bei contatti” e lo fanno perché così chiamando la penalità possono farsi ammirare dalle mogli a casa e in questo modo rovinano il gioco non permettendo quel tipo di contatto.

A seguito delle dichiarazioni del Presidente c’è stata una esplosione su Twitter con decine e decine di giocatori che hanno contestato, alcuni con toni molto forti, le parole di Trump che hanno addirittura provocato la reazione della NFL stessa.

In un comunicato Roger Goodell, Commissioner della lega, ha dichiarato che la NFl e i suoi giocatori danno il meglio per creare un senso di unità nel paese. L’incredibile impegno di squadre e giocatori per aiutare le persone colpite dai disastri naturali ne è la prova. Commenti che dividono (riferito a Trump ndr) dimostrano mancanza di rispetto per la NFL per il gioco e per tutti i giocatori e non capiscono quanto di buono fanno squadre e giocatori nella loro comunità.

Dopo poche ore è arrivata la dura risposta di Trump che accusa Goodell di giustificare che non rispetta la nazione al posto di dir loro di alzarsi durante l’inno.

L’associazione giocatori ha dichiarato che nessuno deve essere obbligato sul posto di lavoro ad abdicare alla difesa dei propri diritti e che esiste una linea sui diritti della persona che non può essere superata.

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Arriviamo alle reazioni dei giocatori, anzi no per prima quella di Teresa Kaepernick, mamma di Colin primo giocatore ad inginocchiarsi all’inno:

https://twitter.com/B4IleaveU/status/911436659907948544

Alcune reazioni dei giocatori

https://twitter.com/JOEL9ONE/status/911348556723867648

https://twitter.com/RGIII/status/911638002526412800

Oltre ai giocatori hanno preso posizione molti proprietari di franchigia che hanno ribadito di rispettare le scelte che fanno i propri giocatori.

Mark Murphy, Green Bay Packers

Jed York, San Francisco 49ers

Stephen Ross, Miami Dolphins

John Mara e Steve Tisch, New York Giants

Arthur Blank, Atlanta Falcons

Terry e Kim Pegula, Buffalo Bills

Jeffrey Lurie, Philadelphia Eagles

Joe Ellis, Denver Broncos

Diversi giornalisti hanno scritto che oggi potrebbe essere un giorno storico per la NFL perché le parole di Trump potrebbe far aumentare di molto il numero di giocatori che si inginocchiano (o equivalente) durante l’inno americano e vedendo anche la reazione dei proprietari di squadre possiamo affermare che questa volta Trump l’ha fatta veramente fuori dal vaso (scusate la citazione colta).

Per chiudere vi segnaliamo che per un membro del Congresso o della Casa Bianca chiedere il licenziamento di una persona è contro la legge, come potete leggere sul sito della Cornell Law School.

Un ringraziamento a Mauro Rizzotto, Marco Santini e Alessandro Taraschi per le segnalazioni dei tweet.

Abbiano pubblicato un resoconto di quanto avvenuto sui campi durante l’inno.

[NFL] Week 3: la domenica in ginocchio

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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