NFL Preview 2017: Cincinnati Bengals

Archiviata una delle peggiori stagioni nei sedici anni di regno di coach Marvin Lewis, i Cincinnati Bengals affrontano questo 2017 con la speranza di ritornare almeno a disputare la post season, dopo avere interrotto appunto nella scorsa stagione la serie di apparizioni ai playoff iniziata nel 2011.

Con Pittsburgh ancora favorita per il titolo nella AFC North e la crescita di molti team, l’impresa appare ancor più ardua rispetto all’anno passato anche se in questo 2017 le Tigri costituiranno un’autentica mina vagante (nel bene e nel male).

OFFENSE

Le chiavi dell’attacco sono naturalmente e saldamente nelle mani di Andy Dalton, regista titolare ormai dal 2011. Lo scorso anno è stato il primo in cui i Bengals non sono approdati ai playoff con Andy il Rosso in cabina di regia e tutto questo nonostante il quarterback abbia messo insieme un rating di tutto rispetto (91,8) e lanciato per oltre 4000 yard. Uno dei problemi di Dalton è, soprattutto da due anni a questa parte, la sua presenza nella tasca, nel senso che il prodotto da TCU patisce più di molti altri quarterback una protezione “ballerina”, e nel 2016 la linea offensiva non ha certo offerto una grande prestazione nel passing game, fattore sottolineato tra l’altro dai 9 fumble commessi da Dalton.

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Con una O-line che in questo 2017 appare indebolita il rischio per i Bengals è che le cose peggiorino ulteriormente. La buona notizia per Dalton e per i tifosi in nero e arancio è però che il resto del cast offensivo è di prim’ordine: il reparto ricevitori è fra i migliori della NFL, a partire dal formidabile A.J. Green che si è confermato anche nel 2016 uno dei più forti interpreti del ruolo con 66 ricezioni per 964 yard e 4 mete, nonostante sia stato limitato ad appena 10 gare a causa di un problema muscolare.

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Numero due sarà invece quel Brandon laFell che ha contribuito con 64 palle catturate per 862 yard e 6 mete. Lo slot receiver sarà Tyler Boyd, altro receiver assolutamente solido, e infatti onestamente ha lasciato perplessi la scelta di prendere al primo giro un altro wideout, vale a dire John Ross da Washington. Per carità Ross renderà ancora più temibile l’intero reparto offensivo, ma scorrendo il roster direi che le priorità dei Bengals fossero altre.

Oltre a tutto Cincinnati non è assolutamente messa male neppure nel ruolo di tight end avendo come titolare Tyler Eifert. Il numero 85 è stato pesantemente menomato da guai alla schiena e alla caviglia che lo hanno costretto a saltare metà della stagione 2016, ma rimane un cliente pericolosissimo, soprattutto nella red zone (sono 16 le mete segnate da Eifert nelle ultime due stagioni su lanci partiti entro le 20 yard avversarie, numero che lo colloca al secondo posto in questa graduatoria dietro ad Allen Robinson dei Jaguars nonostante Eifert abbia perso per infortunio 11 gare su 32). Ancora nel ruolo di tight end i Bengals hanno anche Tyler Kroft, efficacissimo bloccatore , e C.J. Uzomah, altro prospetto interessante anche se, come Eifert, un po’ troppo prone agli infortuni. 

Il reparto running back, che già poteva contare su due elementi di buon valore come Giovani Bernard e Jeremy Hill, è stato rinforzato dall’arrivo al secondo giro dei draft di quel Joe Mixon considerato da tutti talento da prima scelta non fosse per i problemi che il prodotto da Oklahoma ha avuto fuori dal rettangolo di gioco, soprattutto nel 2014, allorquando il runner colpì al volto con violenza una donna, venendo di conseguenza espulso dal team per tutta la stagione. Mixon allunga la serie di atleti “problematici” scelti da Cincinnati, ma sul rettangolo di gioco oltre ad essere un runner di ottimo valore, è pure un ricevitore decisamente temibile e dunque è solo questione di tempo prima che sia lui a ricevere gli handoff da Dalton. Per ora comunque il runner partente rimane Jeremy Hill, con Giovani Bernard, al rientro dopo il grave infortunio al ginocchio, che almeno per il momento assicura ai Bengals un’importante arma per i lanci di Dalton fuori dal backfield.

Su tutto il talentuoso attacco di Cincinnati incombe però come detto, la spada di Damocle della linea offensiva. Già lo scorso anno il trio di interior linemen aveva faticato a contenere la pass rush, e in questa  offseason il più forte del tre, Kevin Zeitler si è trasfetito a nord destinazione Cleveland. Anche i tackle per altro, soprattutto il giovane prima scelta del 2015 Cedric Ogbuehi, non avevano certo impressionato, e pure qui i Bengals hanno perso una pedina importantissima, quel Andrew Whitworth generalmente considerato uno dei più solidi offensive tackle sinistri del torneo, approdato ai Los Angeles Rams.  Proprio Ogbuehi sarà chiamato a sostituire Whitworth a sinistra mentre il posto di tackle destro sarà una lotta fra l’esperto Eric Winston e Jake Fisher, altro giovane che nel 2016 ha ampiamente deluso.

Ad ancorare, se così si può dire, la linea offensiva saranno il centro Russell Bodine e la guardia sinistra Clint Boling, entrambi atleti il cui rendimento nel 2016 è stato leggermente meno sotto tono rispetto al resto della compagnia, mentre il posto di guardia destra è conteso fra il veterano ex tackle Andre Smith (che però non ha mai giocato nel ruolo in carriera) e Christian Westerman che fu quinta scelta nel 2016 e che non ha ancora giocato uno snap ufficiale nella NFL.     

DEFENSE

Lo scorso anno la difesa fu tra le migliori a livello di punti subiti nella seconda metà della stagione, ma la mancanza di una pass rush davvero efficace rischia di compromettere ancora una volta le sue chance di essere nell’elite della NFL. La linea sarà ancora una volta guidata dal tackle Geno Atkins ottimo contro la corsa ma capace di dare un contributo decisivo anche nella pass rush (nel 2016 Atkins è stato il leader dei Bengals con 9 sack, e il fatto che il miglior placcatore di quarterback sia un defensive tackle è sempre un segno allarmante).

Cincinnati Bengals Defense

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A proposito di pass rush, l’unico che nel 2016, Atkins a parte, sia stato un minimo efficace nel mettere pressione al QB, è stato l’end Carlos Dunlap, atleta che però tende a sparire dal gioco per lunghi tratti. L’altro end Michael Johnson è stato invece ampiamente sotto la sufficienza alla voce pass rush, per cui nel draft i Bengals hanno cercato di correre ai ripari scegliendo uno specialista come Jordan Willis che sembra in grado di spodestare già quest’anno Johnson dall’undici titolare. Ancora nella rotazione degli end ci sono il veterano Wallace Gilberry e due giovani interessanti come Will Clark e l’ex Jaguars Chris Smith. Favorito per prendere il posto di Domata Peko a fianco di Atkins come defensive tackle è quell’Andrew Billings che è atleta molto promettente ma che ha saltato la sua intera stagione da rookie per un problema al ginocchio. Alternativa a Billings è l’esperto Pat Sims dato in effetti da molti come il titolare se la stagione iniziasse oggi. Un altro giovane che finora è stato praticamente nullo a causa degli infortuni ma da tenere d’occhio è Marcus Hardison, che con il rookie Ryan Glasgow completerà il gruppo dei defensive tackles.

Il terzetto di linebackers titolari sarà composto dall’ex Cardinals Kevin Minter in mezzo, con Vontaze Burfict come weak side linebacker e un altro giovane, Nick Vigil sullo strong side. Burfict è una vera forza della natura ma ha la tendenza ad infortunarsi e a perdere il controllo delle emozioni sul campo, due tratti molto pericolosi nella NFL. Del gruppo dei linebackers fanno parte anche il versatile Vincent Ray, che può giocare in tutti e tre i ruoli, ed il rookie Carl Lawson che all’università di Auburn giocava defensive end ma che i Bengals utilizzeranno soprattutto come edge player, linebacker con compiti sia di “rushare” il quarterback che di coprire sulle corse esterne. E con il complesso sistema di blitz del defensive coordinator Paul Gunther, sicuramente per Lawson ci sarà modo di mettersi in mostra. 

In una difesa che ha iniziato lo svecchiamento, è stato invece confermato il quasi trentaquattrenne cornerback Adam Jones che ha disputato un 2016 nuovamente di gran livello anche se pure lui a gennaio ha avuto qualche guaio con la giustizia. Opposto a Jones dovrebbe partire Dre Kirkpatrick, fresco di un nuovo contratto quinquennale, ma occhio anche a William Jackson, la prima scelta del 2016 la cui stagione da rookie era finita prima di iniziare a causa di un infortunio al muscolo pettorale. L’ex Panthers Bene Benwikere, Josh Shaw e il deludente (almeno finora) Darqueze Dennard completano la rotazione dei cornerback. Shawn Williams (strong) e George Iloka (free) saranno le due safety titolari: nessuno dei due è un fenomeno ma neppure un peso per un reparto che nel suo complesso nel 2017 ha messo a segno ben 13 intercetti.

COACHING STAFF

Per Marvin Lewis potrebbe essere l’ultima chance sulla panchina dei Bengals: dopo 5 anni di accesso ininterrotto alla post season ma senza uno straccio di successo ai playoff (il digiuno dei Bengals in fatto di vittorie in partite “dentro o fuori” risale al 6 gennaio del 1991) ed una stagione deludente, un’altra annata negativa potrebbe far perdere definitivamente la pazienza al proprietario Mike Brown.

marv lewis bengals

Defensive coordinator sarà ancora un volta Paul Gunther, ormai alla tredicesima stagione con le Tigri, quattro delle quali in qualità di coordinator. All’offensive coordinator Ken Zampese e, suo malgrado, all’esperto allenatore della O-line Paul Alexander (alla ventitreesima stagione consecutiva come allenatore della linea di Cincinnati) spetterà invece il compito di far rendere al meglio un meccanismo potente e di alta precisione ma pericolosamente delicato.

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I nostri voti

Offense
Defense
Coaching Staff

L’attacco ha tutto a livello di skill players, per essere fra i migliori del campionato, ma la combinazione di una linea debole e di un quarterback non certo fenomenale quando la tasca va in difficoltà potrebbe essere letale. Se la pass rush tornerà ad essere efficace la difesa sarà nuovamente un osso duro per tutti e a quel punto le chance di playoff dei Bengals dipenderanno dal rendimento di Dalton e compagni.         

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