Up and Coming: Los Angeles Chargers
Up and Coming è una nuova rubrica di Huddle Magazine che vuole descrivere le squadre che sono in crescita nella NFL. Vi accompagneremo per otto settimane, scegliendo una squadra per division e raccontandovi quali caratteristiche ci possiamo aspettare da essa in questo 2017. L’obiettivo è avere un’anteprima di ciò che vedremo in questa lunga offseason per le franchigie che riteniamo possano cambiare di più in questo periodo. Nella speranza di riuscire a trovare delle nuove contender!
I telamoni di San Diego
C’erano una volta i San Diego Chargers. Bella squadra, piena di talento, che eliminava i Colts di Peyton Manning dai Playoff ed era presenza fissa in Post Season. 2007 e 2008, la Indy campione del Mondo si arenava per due volte consecutive su Sunset Cliffs, sorpresa da questi californiani indomabili. Una delle numerosi nemesi di quello squadrone; dieci anni più tardi i grandi Colts sono del tutto cambiati, ma incredibilmente i Chargers no.
I Chargers sono riusciti a cambiare città, ma due dei loro giocatori più rappresentativi sono ancora lì. Philip Rivers e Antonio Gates sono le statue del titolo, quelle che tengono su il palazzo Chargers, che come vedremo ha rifatto la facciata, le fondamenta, ma rimane romanticamente appiccicato a questi due mostri sacri.
Il primo ,quarterback da North Carolina State, ha 35 anni e un bel contratto fino al 2020. I suoi numeri non hanno subito drammatici scossoni, anzi nell’ultima stagione ha fatto il suo record per TD lanciati – ma anche di INT. Si può tranquillamente stabilire che Rivers è ancora nella top-15 dei quarterback NFL; ciò probabilmente non sarebbe vero in una lega più “in salute” dal punto di vista tecnico, ma è sicuramente la verità.
Appunto, la salute. Quella vera. Rivers non ha più la schiena di quando era ventenne, e questo nessuno di noi può dirlo. Lui in maniera particolare: l’ernia di cui si parla dal 2014 sembrava un problema irrisolvibile solo 12 mesi fa. A San Diego si parlava di draftare un QB, anche in alto, per pensare a quando il capitano dei Chargers avrebbe appeso le scarpe al chiodo. Stessa cosa sta succedendo quest’anno, su una scala ancora maggiore: prima il GM, poi il nuovo head coach, infine lo stesso Rivers: “Sceglieremo un QB per il futuro”.
Considerato che Rivers ha giocato ogni partita dal 2006 a oggi, il processo sarà traumatico.
I Chargers hanno però dimostrato di saperci fare: l’anno scorso, all’ennesimo da titolare per Antonio Gates (37 anni), hanno preso Hunter Henry, il miglior prospetto nella posizione di tight end. Gates ha realizzato 7 touchdown, il giovane 8. Passaggio generazionale effettuato alla grande.
L’immarcescibile Gates non ha 1200 yard in faretra, come nei migliori anni di carriera, ma nemmeno 500. Il suo ruolo diminuirà e sarà free agent a fine stagione. Tempismo perfetto.
I Chargers stanno per abbattere i loro telamoni e sostituirli con forze fresche, e non solo per quanto riguarda quarterback e tight end.
Una nuova casa
Sul bus dei Chargers che lasciano Ocean Side e arrivano nella città degli angeli non ci sono solo anziani. La sezione “giovani” è decisamente folta e di qualità. Oltre a Henry c’è Keenan Allen, 24enne che dopo una fantastica stagione da rookie ha avuto imponenti problemi fisici. Il recupero dall’ultima rottura del crociato sta però procedendo bene e partirà come titolare nel 2017.
Melvin Gordon, dopo un primo anno difficile, ha stupito tutti nel 2016 con 75 yard a partita. Il nuovo staff di Los Angeles afferma che il prodotto di Wisconsin possa fare ancora meglio. Anche lui ha 24 anni.
Sul lato difensivo i Chargers hanno due pezzi da novanta. Il primo è Jatavis Brown, linebacker preso per giocare esterno e alla fine convertito in ILB. Con Denzel Perryman forma una coppia che in quanto a gioventù non invidia nulla a nessuno. Entrambi non disdegnano i blitz e raccogliere sack. Hanno anche un buon range, e un anno intero da partner potrà stabilire una connessione duratura al centro della difesa dei Bolts.
Il tour si conclude con Joey Bosa: qui le analisi sono all’unisono. Bosa è già ora uno dei migliori DE della lega. Con J.J. Watt condivide il numero e la pericolosità, mentre più del fenomeno dei Texans possiede caratteristiche di inseguimento più appariscenti. L’abbiamo visto spesso trovare placcaggi su quarterback fuori dalla tasca o su riceventi impegnati in screen. Matricola difensiva dell’anno scontata, ma se avesse giocato tutte le partite staremmo parlando più in generale (Prescott e Elliott permettendo).
Ricordiamo che Jason Verrett è stato scelto nel 2014. Uno dei migliori cornerback della nazione è anch’egli 25enne. Se non possiamo dire che i Chargers sono a 360 gradi una contender, hanno sicuramente l’ossatura per diventarlo in una o due stagioni.
Una squadra tutta nuova
Il sedicesimo capo allenatore dei Chargers sarà Anthony Lynn. Coordinatore dell’attacco nelle ultime due stagioni a Buffalo, è stato cercato da molte franchigie; la firma con i Bolts ha portato a un ribaltone totale del coaching staff.
Nelle ultime sette stagioni, nessuna squadra ha corso meglio di quelle coordinate da Lynn. Questo, come scrivevamo anche prima, faciliterà il compito di Gordon. Lynn ha sempre garantito varietà sulle corse, cose che ha beneficiato anche backfield affollati. Inoltre l’influenza di Greg Roman, suo predecessore a Buffalo, conferma la bontà del suo approccio via terra.
Vista la capacità offensiva di Lynn, è stato firmato un altro nome altisonante in difesa. Da Jacksonville è arrivato Gus Bradley; disastrosa la sua esperienza da head coach in Florida, ma importante la sua capacità come coordinatore difensivo. Sua la responsabilità del reparto arretrato, dotato come abbiamo visto di moltissimi giovani interessanti. Uno come Jatavis Brown può beneficiare grandemente dal suo allenatore.
Ampliando la vista, non esistono coordinatori e impiegati già rodati a Los Angeles. Un crogiolo di professionisti, assemblati per dare vita al sogno di riportare i chargers in post season. Torna Ken Whisenhunt per l’attacco ma anche gli allenatori di ruolo sono tutti alla prima stagione con questa organizzazione.
Se costoro riusciranno a perseguire un comune obiettivo, non ci sono dubbi questi Bolts arriveranno in zona Playoff. La cosa più interessante sarà proprio valutare quanto bene sarà diretta la squadra sul campo.
Con il trasferimento nella città degli angeli la società ha cambiato completamente rotta, ma ricordiamo che l’anno passato dopo sei settimane i Chargers sembravano estremamente competitivi. Non vediamo come, con la stessa rosa, non possano esserlo ancora, magari sull’onda del cambiamento avvenuto intorno a loro.
Squadra di talento ed emotivamente scarica, Los Angeles punta a una buona stagione sopra il .500. I suoi giovani prima o poi garantiranno molto di più, ma l’assetto completamente nuovo non giustifica previsioni più audaci.
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