La finta di una finta

L’altro giorno scorrendo la timeline di Twitter ho trovato un tweet di Andrea Campagna con un bel quesito filosofico:

La risposta sembra scontata o forse no, ma prima di addentrarci nei meandri della filosofia applicata allo sferoide prolato vediamo di capire cosa è successo.

Sabato i Boilermakers di Purdue hanno disputato uno scrimmage attacco contro difesa, un cosiddetto spring game, e ad un certo punto l’offensive coordinator ha chiamato questo schema.

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Il runningback Tario Fuller prende l’handoff dal suo quarterback e una volta arrivato sulla linea si gira per ridargli la palla, la più classica della flea-flicker!

Ma… Fuller finta solo di passare il pallone al quarterback perchè poi si rimette a correre gettando nella confusione i difensori e portando a casa una quindicina di yard. Chissà se questo gioco entrerà nel playbook di Purdue 🙂

Per chi non sapesse cosa fosse una flea-flicker ecco un esempio ben riuscito  tra i più recenti a livello NFL.

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Tornando alla domanda originale che ha generato il tutto: 

Ma se la flea-flicker è una finta, la finta di flea-flicker è la finta di una finta… quindi è vera?

Qual’è la vostra risposta?

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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2 Commenti

  1. Diventa una doppia finta. E’ come se un pugile fintasse due volte un gancio sinistro.
    Non è che sommando le due finte l’avversario venga realmente colpito…

    1. Era nato come un gioco e non pensavo di doverlo spiegare, ma tant’è. Il paragone con la boxe non regge perché un pugile può fare tante cose diverse e, di conseguenza, diverse finte in successione. Invece nel football puoi fare solo due cose: lanciare o correre. E, escludendo le RPO che le combinano, queste due cose sono mutuamente esclusive: o è un lancio, o è una corsa. Se nasce come corse e finisce come corsa, quella è una corsa. Il fatto che nel mezzo ci sia stato altro è ininfluente, filosoficamente parlando. In definitiva quella è la finta di una finta di corsa, quindi una corsa vera.

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