[NFL] Conference: Le pagelle

Non possiamo chiudere la copertura delle finali di Conference senza proporvi le pagelle sia per reparto che per giocatore.

ATLANTA FALCONS

Matt Ryan > 10
Esame di maturità passato con 100 e lode, adesso lo aspetta la tesi. Fa a fettine Green Bay riuscendo a distribuire l’ovale tra tutti i suoi numerosissimi bersagli. Diplomato.

Runningback > 7
Prova solida senza strafare. Non c’è bisogno di martellare con le corse, basta sezionare le secondarie. Tant’è che sia Freeman (7) che Coleman (6,5) sono più incisivi fuori dal backfield. Gancio destro e gancio sinistro.

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Wide Receiver > 9
Abbiamo il 10 di Julio Jones, stratosferico. Attualmente il miglior ricevitore della Nfl, con una capacità di spezzare le difese alla Calvin Johnson. Il fisico gli consente giocate che un Antonio Brown non può permettersi. È più concentrato dell’Odell Beckham attuale. Per questo numero 1. La ricezione nel traffico in cui è maltrattato dai DB è la seconda perla insieme al touchdown di strapotenza sulla sideline. Poi abbiamo un 8,5 al Mohamed Sanu cresciuto nettamente nei playoff e i voti poco brillanti dei comprimari. Gulliver e la sua gang.

Tight End > 6
Il loro contributo è marginale in una domenica di festa. Ombrellini dei cocktail.

Offensive Line > 8
Ryan può divertirsi senza curarsi troppo di chi vorrebbe infastidirlo. Contro i Patriots servirà anche aprire qualche varco in più per i running back. Blindato il soldato Ryan.

Special Team > 6
Segnano talmente spesso, questi Falcons, che gli special team quasi non si vedono. Bryant per ricordare a tutti che ci sono anche loro sbaglia uno dei sei extra point. Annoiati.

Difesa > 9
Il talento grezzo c’è da inizio anno, è servita più di metà stagione per renderlo efficace. Nelle ultime sei partite hanno concesso molti punti in meno rispetto alle precedenti. Anche contro i Packers la quadratura c’è stata eccome. Certamente le poche carte spendibili nel mazzo di Rodgers hanno facilitato il compito, ma valeva lo stesso per Dallas, no? Le secondarie si sono guadagnate i riflettori, il trio di rookie Jones-Neal-Campbell si è già staccato dalla rampa di lancio, la linea difensiva ha sorpreso. Giovani e forti.

Coach > 10
Bravi a credere nelle loro forze, come sono stati bravi a non scoraggiarsi dopo una seconda parte di stagione 2015 deludente (erano partiti 6-0 per finire 8-8). L’emozione di affrontare Seattle (madre-sportiva di coach Dan Quinn) sostituita dalla fame di raggiungere un obiettivo strameritato. Con un proprietario così poi! Chi la dura la vince.

GREEN BAY PACKERS

Aaron Rodgers > 6,5
Lui ci prova, eccome se ci prova. Si mette pure a correre in proprio. Ma meriterebbe altro intorno. Green Bay è arrivata ben oltre le proprie possibilità. E ci è arrivata grazie al signore con il numero 12. Un dio di nome Robinson Crusoe.

Runningback > 4
Se non ci fosse lo sciagurato fumble di Ripkowski sarebbe il più classico dei “senza voto”. Tra l’altro non avrebbe dovuto portarla lui, quella palla. Come si può giudicare un reparto che non esiste? Questo però peserà eccome sulla pagella di staff e società. Il sodio nell’acqua Lete: c’è nessuuuuuno?

Wide Receiver > 5
Ci mettono davvero troppo ad entrare in partita. D’accordo c’erano acciacchi un po’ per tutti (Nelson 6,5 in primis e pure Geronimo Nelson S.V. e Davante Adams 5) era pur sempre un Championship però e le motivazioni dovrebbero essere più corroboranti degli antidolorifici. Una sistemata in estate va data anche qui. Cobb 6,5 tornerà ad essere il centro di gravità che fu? Malmessi e spaesati.

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Tight End > 6
Inizialmente Cook 6,5 forse paga lo scotto “rilassamento” dopo la giocata vincente nel Divisional contro Dallas. Nel corso della gara però è l’unico che emerge e si rivela affidabile. Tardi? Se così non fosse avrebbe avuto un punto in più almeno. Diesel inebriato.

Offensive Line > 5
Stavolta non ci sono miracoli nemmeno da parte loro. Appannati.

Difesa > 4,5
Tutto davvero troppo semplice per Ryan. Se fosse una partita delle medie Julio Jones potrebbe essere accusato di bullismo nei confronti dei defensive backs. Male tutti. Lillipuziani bullizzati.

Special Team > 5,5
Crosby sbaglia nei playoff dopo secoli. Sarebbe stato peggio fosse successo la settimana prima. Bene Schum, per quel che conta: Atlanta è la squadra più pungente anche quando parte all’interno delle proprie venti yard. Ininfluenti.

Coach > 4,5
Il voto è per coach e dirigenza. Delittuoso lasciare Rodgers abbandonato al suo destino. Inconcepibile non riuscire a trovare un piano C tra i running back durante l’estate quando i tuoi piani A e B sono Eddie Lacy e James Starks. E quella difesa va adeguata. Incoscienti.

NEW ENGLAND PATRIOTS

Tom Brady > 10
Lasciamo perdere tutte le statistiche, perché altrimenti ci si distrae. Chiamiamo a testimoniare i detrattori. Va bene, il sistema può anche aiutare l’imputato, ma avete visto o no come ha giocato? E mica è stata la prima volta. Brady può stare antipatico per mille motivi, ma entra senza SE e senza MA nella discussione se sia il più grande di tutti i tempi. Si prende gioco per l’ennesima volta degli Steelers e arriva al suo settimo Super Bowl. Settimo. Possiamo ragionare finché vogliamo sul peso da dare alle vittorie nel “pesare” un giocatore, ma qui siamo di fronte a una forza sovrannaturale. Ma avete visto a chi lancia la palla? Ha fatto sembrare Hall of Famer Hogan ed Edelman. Goat, o poco ci manca.

Runningback > 6,5
L’ex non ha perdonato. Blount 7,5 dopo una stagione da 18 (diciotto) touchdown ha segnato anche alla sua vecchia squadra, che lo taglio per motivi disciplinari. Errore che non hanno più commesso (si controllino la situazione di Martavis Bryant e la firma di Karlos Williams). Lewis 5,5 e White S.V. meno coinvolti che in altre occasioni. Punturone.

Wide Receiver > 9,5
Wow! Che Hogan 10 potesse sposarsi bene con i Patriots era chiaro sin dall’estate. Così bene, beh neanche la nonna lo poteva sognare. E ci credete che sia lui che Edelman 9,5 potevano ammassare numeri ancora maggiori. Pazzesco. Orgoglio di nonna.

Tight End > 6,5
Ah e mancava mr. Gronkowski. Bennett si è limitato a dare una mano. Orfani con il sorriso.

Offensive Line > 7
Giornata molto più serena rispetto alla sfida con Houston. Il Clowney è passato.

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Special Team > 7
Gostkowski manca un extra point, inezia. Fa tre su tre quando contano… tre. E nel libro dei record duella ad armi pari con monsieur Vinatieri, che a New England qualcosa vuol ben dire. Ritorni ininfluenti. I calci non son dettagli.

Difesa > 9
La migliore delle quattro “semifinaliste” si conferma tale annullando come da tradizione il bersaglio principale degli avversari (Brown molto limitato) e chiudendo ogni spazio alle corse. Non doversela vedere con Bell è stato un lapalissiano vantaggio ma la capacità di far tribolare Big Ben è tutta farina del sacco patriota. Ah, tutto questo perdendo i migliori elementi tra l’estate e l’inizio di stagione (Chandler Jones e Jamie Collins) e inserendo scarti altrui da Van Noy in giù. Riciclare è guadagnare quando si sa allenare.

Coach > 10
Ecco, se Pittsburgh cambiasse qualcosa in difesa magari potrebbe pensare di far divertire anche Belichick, vincere così è davvero troppo facile. Ponzi, ponzi, popopo.

PITTSBURGH STEELERS

Ben Roethlisberger > 5,5
Poco aiutato, molto poco. E lo dice. “Probabilmente era una sfida troppo importante per i nostri giovani wide”. Statisticamente mette insieme una partita decorosa, solo che le stat line non dicono mai tutto. Nemmeno nell’iper-cifrato football. Non morde la sfida, non affonda il colpo quando può intravedere il fianco di New England. I Patriots gli sono talmente “sotto-pelle” che addirittura arriva a pensare di smettere pochi giorni dopo il Championship. Frustrato.

Runningback > 5,5
Perdere Bell N.G. in una partita di questa importanza è una sfiga apocalittica. DeAngelo Williams è più che presentabile, ma servirebbe un coniglio dal casco come quelli estratti negli avvii di stagione da quando è approdato a Pittsburgh, e così non è. Supplente preso alla sprovvista.

Wide Receiver > 5
I raddoppi annullano Brown 4,5, come da piano di mastro Bill. In questi casi dovrebbero salire di livello i comprimari per spuntarla. Ecco, dovrebbero è la parola chiave. Coates 4 non è il deep threat che servirebbe agli Steelers. Rogers 5,5 si è difeso prima di perdere un fumble. Hamilton 5,5 ha sì ricevuto un TD ma ne ha lasciato cadere un altro prima che sarebbe stato più importante per tenere viva la partita. Dura, nell’economia di squadra, la seconda ondata di feroci critiche ad Antonio Brown per presunto egoismo. I numeri senza le W son belli solo per i matematici.

Tight End > 6
Una delle poche note positive è Jesse James. Solo nella nebbia.

Offensive Line > 6
Prepararsi per far danzare Bell è diverso dal prepararsi per far sprintare Williams. Corse al buio. Roethlisberger difeso con onore. Non è qui il problema.

Special Team> 5
Boswell si inserisce nel weekend non eccezionale dei kicker (in un playoff al contrario strepitoso) fallendo un extra point. Brown è anonimo pure nei ritorni. Zero acuti.

Difesa > 4
Dura essere più generosi, nonostante la voglia di Harrison e Timmons. I defensive back commettono errori che non ci si può permettere contro una dinastia. A la guerre con bersaglio sulla schiena.

Coach > 4
L’autogol del discorso post partita dopo la vittoria sui Chiefs non rientra nel conto, è addebitato ad Antonio Brown. Mica poteva saperlo coach Tomlin. Ma nemmeno l’allarme nel pieno della notte pre partita incide. Per il votaccio basta e avanza continuare a ripresentare in difesa la zona che tanto piace a Brady. Masochisti veri.

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