NFL Preview 2023: Los Angeles Chargers

Le attese per la stagione 2022 dei Los Angeles Chargers, tra la crescita di Justin Herbert, quella di  Brandon Staley come allenatore e una difesa nuova e migliorata, si sono scontrate con la dura realtà. Quella di un coaching staff che non ha saputo mettere i giocatori nelle migliori condizioni di rendere, quella degli infortuni e anche quella di una uscita dai playoff prematura e scioccante. Ora L.A. ci riprova, con un nuovo offensive coordinator – era la condizione minima e necessaria per aspettarsi un cambio di rotta – e un head coach che, alla sua terza stagione nel ruolo, si gioca tanto. “Aspettative” e “Chargers” hanno sempre fatto a cazzotti: vediamo se la stagione 2023 si dipanerà sul filo delle precedenti.

OFFENSE

I Chargers sono la squadra di Justin Herbert. Dopo avergli complicato oltremodo le cose nei suoi primi tre anni in NFL, mettendolo nelle mani di offensive coordinator se non poco capaci quantomeno pavidi, la dirigenza ha optato per un inevitabile cambio nel ruolo di offensive coordinator. Via dunque Joe Lombardi e dentro Kellen Moore, licenziato dai Cowboys e rimasto sul mercato lo spazio di un mattino. Le scelte di Lombardi hanno zavorrato Herbert e con lui il resto dell’attacco, già alle prese con gravi problemi di infortuni in più reparti; la scelta di inserire il QB ex Oregon in un sistema West Coast, fatto di passaggi rapidi e corti, ha limitato le doti fisiche e di lettura di Herbert, che ha così prodotto 6.4 yard di media per average depth of target (la lunghezza media del bersaglio dei suoi passaggi): peggio di lui solo Daniel Jones e Matt Ryan. Altro aspetto da non sottovalutare è la scelta di abbandonare progressivamente il passing game una volta in vantaggio, optando per scelte più conservative: nella disfatta dei playoff contro i Jaguars, questo si è reso particolarmente evidente.
A livello di campo, i Chargers tornano con quasi tutti gli uomini dello scorso anno più il rookie wide receiver Quentin Johnston, scelto con la 21esima chiamata assoluta allo scorso draft. L’ex giocatore di TCU doterà i suoi di una dimensione verticale che la squadra ha avuto solo in parte da Josh Palmer; Johnston è fisicamente imponente, ma deve migliorare nel route running e nelle ricezioni contestate. Si tratta di un prospetto ancora grezzo ma che può crescere senza la fretta che si tende a mettere a un giocatore scelto al primo giro del Draft, buttato subito in acqua per capire, con le cattive maniere, se sa nuotare o meno. Keenan Allen e Mike Williams sono un’eccellente coppia di ricevitori anche per come il gioco di uno – più “orizzontale” e tecnico – si completa con l’altro – più “verticale” ed esplosivo con il pallone in mano. Nonostante i crescenti dubbi a riguardo, il running Back Austin Ekeler è rimasto a L.A. e sarà ancora una volta un punto focale dell’attacco. Ekeler corre come una palla di cannone, piccolo ma compatto; sa resistere bene ai tackle e, soprattutto, è un eccellente ricevitore fuori dal backfield. L’assenza di un chiaro RB2, è così ormai da anni, per la verità, potrebbe essere una manna dal cielo per Elijah Dotson, undrafter free agent da Northern Colorado.
La linea offensiva, sulla carta, è la migliore da almeno un decennio: quello che le ha impedito di esserlo nella scorsa stagione è stata la salute. La salute di Rashawn Slater, fuori quasi tutta la scorsa stagione per un problema al bicipite, è l’elemento chiave: stiamo parlando di un giocatore in grado di essere scelto per il Pro Bowl nel suo anno da rookie. Se non altro, la sua lungodegenza ha fatto emergere Jamaree Salyer, rookie che nel 2022 è stato buttato nella mischia come suo sostituto e da cui è uscito sporco di fango ma sulle proprie gambe. Ora Salyer è stato spostato nel ruolo di guardia destra, sapendo però che, in caso di emergenza, la sua versatilità farà non poco comodo. La vera speranza dei tifosi Chargers è vedere più spesso Justin Herbert libero di sfruttare quel cannone che gli è stato montato dalla nascita al posto del braccio destro.

DEFENSE

Se lo scorso anno l’attacco ha pianto, la difesa non ha certo riso, e questa è stata indubbiamente la nota più stonata. Khalil Mack, arrivato via trade dai Bears, ha giocato una stagione strepitosa, facendo il proprio lavoro e anche quello di Bosa, alle prese con problemi fisici. Assieme a Morgan Fox, l’ex giocatore di Chicago è stato senza dubbio una delle note più liete del reparto guidato da Renaldo Hill. Ora Hill è stato licenziato, e al suo posto è arrivata la promozione per Derrick Ainsley, che lo scorso anno era nel ruolo di allenatore della secondaria. Nonostante la presenza di Brandon Staley a fare da supervisore, la difesa dei Chargers ha concluso la stagione al 16esimo posto in DVOA totale – la statistica di Football Outsider che misura l’efficienza di un reparto in base al down da giocare e la posizione di campo – e 29esima in rushing DVOA. Il ritorno dall’infortunio del defensive tackle Austin Johnson, che aveva ben figurato nelle 8 partite giocate e l’arrivo del rookie Otito Ogbonnia danno nuova linfa all’interno della d-line, che però rimane ancora troppo scarna in termini di profondità: un altro infortunio e i Chargers potrebbero trovarsi da capo a stendere il tappeto rosso ai running back avversari.
La perdita del linebacker Due Tranquil, nettamente il migliore tra i pariruolo dei Chargers in coverage e finito ai Chiefs, non è da sottovalutare; per questo la dirigenza ha portato a bordo un altro giocatore estremamente dotato da questo punto di vista, come Eric Kendricks, arrivato da Minnesota. Questo sarà anche un anno importante per un altro linebacker il cui futuro in squadra è attualmente nebuloso: Kenneth Murray Jr., nei primi due anni in NFL un grosso pericolo per la propria squadra in termini di difesa contro le corse. Nella secondaria le note liete hanno i nomi di Derwin James, la miglior safety della NFL e da quest’anno anche pagata come tale, e Michael Davis. L’undrafted cornerback da BYU ha giocato la miglior stagione della carriera, venendo in soccorso della squadra e del reparto dopo l’infortunio di J.C. Jackson ai legamenti del ginocchio.
Questo grafico relativo alle yard concesse per target e alla percentuale di incompleti forzati colloca Davis assieme ai migliori cornerback NFL:

Anche in questo caso vale quanto detto per gli interior defensive linemen: un infortunio (soprattutto tra le safety, reparto che non è stato aggiustato a dovere in off-season) e il rendimento generale potrebbe crollare.

SPECIAL TEAM

Il miglioramento nettissimo avuto dagli special team ha un cognome: Ryan Ficken. L’ex Special Teams coordinator dei Vikings ha aiutato i Chargers fin dalla sua prima stagione: è anche grazie a lui che la squadra ha concesso 3.1 yard per punt return, il miglior dato di franchigia negli ultimi 50 anni. Dopo anni di porte girevoli e risultati miserevoli, Cameron Dicker sembra poter essere la risposta nel ruolo di kicker.

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COACHING STAFF

L’esuberanza e la spregiudicatezza messa in mostra da Brandon Staley nella sua prima stagione da capo allenatore è sembrata svanita nel nulla da un anno all’altro. Questo, unito ai mediocri risultati ottenuti dalla difesa, ha messo l’ex Defensive Coordinator dei Rams nel mirino della critica: un grande teorico, o un allenatore giovane che sta imparando sul campo? La sua terza stagione potrebbe dirci molto in tal senso.

Record previsto: 10-7

I nostri voti

Offense - 8
Defense - 6.5
Coaching Staff - 6

6.8

L’attacco (non tanto l’ottimo Herbert) deve dare risposte concrete: Kellen Moore è arrivato per questo. Al netto degli infortuni, imprevedibili e comunque sempre presenti in questo sport, la difesa rimane un punto interrogativo, e lo stesso vale per Staley. Dovrà essere la stagione in cui fa vedere di essere cresciuto come coach e di non essere solo un venditore di parole.

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